- «Non siamo il “partito degli amministratori”, siamo il partito di chi trova le soluzioni. Noi sindaci abbiamo un’idea di Paese e sappiamo realizzarla nei fatti, vinciamo le elezioni anche quando il partito nazionale le perde».
- «ll gruppo dirigente che ci ha portato a questa situazione deve lasciare spazio a nuove energie. Tutti abbiamo una parte di responsabilità, ma chi negli ultimi anni è stato alla guida del partito o nei governi che si sono succeduti ne ha qualcuna in più».
- «Invece i governatori del sud sono persone elette dai cittadini che si sono assunte la responsabilità di governare territori complessi. Personalità che hanno condotto battaglie sui loro territori anche quando il Pd lì era assente».
Sindaco Antonio Decaro (di Bari, ndr), quali sono le differenze sostanziali fra la vostra mozione e quella di Schlein?
Entrambi le mozioni interpretano alcuni valori su cui il Pd è stato fondato e che ha difeso in questi anni. Tutti abbiamo a cuore il futuro del Paese e del nostro partito che può e deve tonare ad essere un punto di riferimento per i cittadini. Una delle differenze che, credo, potrà incidere nella scelta sta nella possibilità che i cittadini hanno di riconoscersi maggiormente nella figura e nella politica di Stefano Bonaccini, che per tanti anni ha guidato territori importanti senza mai tradire quei valori di area progressista e riformista a cui tutti ci ispiriamo. Credo che la mozione di Bonaccini racconti un progetto per l’Italia della quotidianità, con le sue difficoltà e i suoi punti di forza. Questo deve essere da lunedì il Pd: un soggetto politico in cui i cittadini possano riconoscersi e a cui chiedere soluzioni concrete.
Siete il “partito degli amministratori”?
No. E, se mi permette, vorrei dire che siamo il partito di chi trova le soluzioni. Noi sindaci siamo molto di più di quello che si pensa. Non solo abbiamo dimostrato di avere un’idea di Paese e di saperla anche realizzare nei fatti, ma vinciamo le elezioni, anche nella stessa tornata in cui il partito nazionale invece le perde. Non chiediamo né posti né garanzie, chiediamo solo che il Pd ascolti e quello che abbiamo da dire e valorizzi tantissime esperienze di qualità di cui gli amministratori nel Paese si sono fatti carico.
Secondo Elly Schlein l’amministrazione, ancorché buona, non è una linea politica: è così?
Gli amministratori ogni giorno si occupano di mobilità sostenibile, raccolta differenziata e chiusura del ciclo dei rifiuti, trasporti efficienti, scuole senza plastica, accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, riduzione di consumo di suolo, rigenerazione di aree degradate, insediamenti industriali innovativi, cultura. Se questo non è fare politica, allora cosa è? Certamente non è l’amministrazione di per sé che garantisce una buona linea politica. Ma quello che è mancato al Pd per troppi anni è stato proprio tener conto dell’esperienza concreta che Bonaccini e molti di noi amministratori abbiamo vissuto, in un dialogo quotidiano e pressante con cittadini sempre esigenti e spesso delusi dalle scelte che il Pd faceva a livello nazionale.
Secondo Bonaccini con Schlein è schierata la vecchia classe dirigente, ma con voi ci sono i governatori del Sud, potenze sul territorio da anni. La vostra non è un’accusa ingiusta?
Lascerei alle spalle le polemiche su chi sta con chi. Bonaccini dice una cosa semplice che condivido: il gruppo dirigente che ci ha portato a questa situazione deve lasciare spazio a nuove energie. Tutti abbiamo una parte di responsabilità, ma chi negli ultimi anni è stato alla guida del partito o nei governi che si sono succeduti ne ha inevitabilmente qualcuna in più, altrimenti non saremmo a questo punto. Permettetemi però di spezzare una lancia a favore dei governatori del sud. Parliamo di persone elette dai cittadini che si sono assunte la responsabilità di governare territori complessi a cui lo Stato non ha fatto sconti. Parliamo di personalità politiche che hanno condotto battaglie sui loro territori anche quando il partito democratico lì era assente. Io non paragonerei le due cose.
Schlein ha vinto nelle grandi città, nel famoso “voto di opinione”, che però assomiglia al voto aperto dei gazebo: temete il sorpasso?
Sono convinto che domenica i cittadini che sono interessati al futuro dell’Italia sceglieranno un segretario del Pd in grado di guidare un’opposizione forte e credibile alla destra e di far vincere la sinistra nelle prossime elezioni. Stefano Bonaccini può essere questa occasione per il partito e per il Paese. Non dimentichiamo che siamo l’unico partito in Italia che dà ai cittadini il potere e la libertà di decidere la leadership. Si parla e si scrive tanto di sfiducia nella politica e di svuotamento della democrazia: occasioni così non vanno sprecate.
C’è un messaggio che vorrebbe lanciare ai vostri “ex” del Terzo Polo, Calenda e Renzi?
II messaggio a tutte le altre forze d’opposizione l’ha già lanciato Bonaccini e lo condivido. Non è in politichese, non parla di geometrie e di coalizioni, parla di cose concrete. Il governo Meloni sta compiendo scelte molto gravi e antipopolari sulla scuola, sulla sanità, su diritti essenziali tanto più essenziali in momenti di crisi economica come l’attuale. Mi piacerebbe che su queste cose e su tante altre riuscissimo a fare opposizione a questo governo insieme.
Chiunque vinca, dopo ci sarà poi un accordo fra le mozioni?
Mi auguro che da lunedì il Pd avvii davvero una nuova stagione dove tutti si sentano protagonisti e interpreti di un messaggio per il Paese.
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