Il decreto sarà approvato nel primo consiglio dei ministri di settembre, ma il contenuto delude gli attuali titolari delle concessioni: «Promesse non mantenute»
Il governo Meloni volta le spalle ai balneari. Gli imprenditori del settore ne hanno preso atto definitivamente con la bozza del decreto, che sarà esaminato a inizio settembre.
Il testo, anticipato dal sito del settore Mondo balneare, conferma che palazzo Chigi è orientato ad avviare le gare per l’assegnazione delle concessioni, prevedendo solo qualche mini proroga.
Si va da uno a cinque anni in base alla situazione di ogni singola regione. Dopo non c’è più spazio di manovra: l’assegnazione dovrà essere fatta tramite gli appositi bandi. Peraltro, sulle proroghe si addensano dubbi: varie sentenze e la stessa Unione europea hanno bocciato questa opzione fin dall’inizio.
Ormai gli stessi balneari chiedono un’accelerazione al governo, visto che alcuni comuni si stanno muovendo in autonomia nel sostanziale vuoto che si è creato.
Indennizzi ai balneari
Ai precedenti titolari saranno garantiti degli indennizzi calcolati su numerosi criteri. Ma con un aspetto da valutare: la direttiva Bolkestein vieta ristori a chi lascia una concessione. Dunque, il governo italiano e il futuro commissario, quasi sicuramente Raffaele Fitto, deve negoziare con i vertici dell’Ue un’intesa sul punto lasciando il via libera almeno a questi indennizzi, basati su elementi patrimoniali, reddituali e di avviamenti dell’attività. E ancora: si terrà presente la remunerazione degli investimenti fatti per gli stabilimenti negli anni.
Solo dopo il pagamento dell’indennizzo potrà essere esecutiva l’assegnazione della nuova concessione, imponendo al governo un’operazione rapida per evitare degli stop alle aziende.
«I servizi della Commissione sono in dialogo con le autorità italiane per individuare una soluzione», hanno fatto sapere all’Ansa da Bruxelles, senza entrare nel dettaglio della trattativa.
Decreto Balneari: le novità
Le misure dovrebbero essere introdotte da un decreto, ribattezzato “salva Infrazioni”, che andrà nel successivo cdm, quindi non in quello di questa settimana. Tra i vari cambiamenti previsti ci sono le gare con assegnazioni che variano da cinque a venti anni e inoltre il 15 per cento di spiagge libere previste per ogni regione.
Il nuovo testo indica, inoltre, che le spiagge devono essere considerate una risorsa naturale scarsa, su base nazionale, quando l’area disponibile è inferiore al 49 per cento o, su base regionale, quando è al di sotto della soglia del 39 per cento. I criteri di assegnazione delle nuove concessioni sono vari e dettagliati, tra cui l’assunzione di personale giovane, under 36, lo sviluppo di progetti turistici anche al di fuori della stagione estiva e l’esperienza tecnico-professionale acquisita.
Balneari traditi
Mentre l’interlocuzione è in corso su più livelli, in Italia con gli imprenditori e in Europa con la commissione, è ormai palese che gli intenti bellicosi della destra siano stati archiviati. Una retromarcia che è stata notata dagli attuali titolari delle concessioni.
«Quelle del partito oggi al governo erano promesse che non sono state mantenute», mette nero su bianco l’articolo pubblicato da Mondo balneare per anticipare la bozza.
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