Il sottosegretario da avvocato difese un agente che vendeva informazioni. Bonadio fu quasi piazzato nello staff di una fedelissima del meloniano
Un volontario modello, da prendere ad esempio. Il 2 marzo l’ex poliziotto biellese Ivano Bonadio, dopo l’impegno profuso in Turchia a seguito del terremoto di un anno fa, è stato premiato direttamente dal ministro per la Protezione civile, Nello Musumeci, nel corso di una cerimonia, tenutasi non a caso a Biella, organizzata dal sottosegretario alla Giustizia e fedelissimo di Giorgia Meloni, Andrea Delmastro.
«Ringrazio il mio amico Andrea e l’assessorato regionale», ha detto Musumeci, «per aver facilitato questo incontro nella parte organizzativa. Porterò con me questa splendida comunità di volontari biellesi che fa onore alla Protezione civile nazionale».
I fatti del 2015
L’appuntamento istituzionale ha fatto incontrare di nuovo i protagonisti di quella che è una vicenda che risale a quasi dieci anni fa.
Nel 2015 Bonadio, sostituto commissario della questura di Biella, ha patteggiato, dopo otto mesi in cella, una condanna a due anni e nove mesi per aver realizzato accessi abusivi al sistema dell’archivio informatico interforze del ministero dell’Interno.
Un’attività compiuta «del tutto al di fuori del suo ruolo istituzionale», scrivono i giudici. Circa quattromila le «interrogazioni dirette» e quasi quarantasettemila le «interrogazioni su dettagli» effettuate alla banca dati in uso alle forze dell’ordine da Bonadio, che, secondo l’accusa, avrebbe ceduto le informazioni a diversi investigatori privati in cambio di soldi. «Cinquanta-cento euro a scheda», è ancora scritto nella sentenza.
All’epoca il poliziotto “spione” veniva difeso proprio da Delmastro, avvocato della premier Meloni. I due, dopo il patteggiamento, non si sono persi di vista. A testimoniarlo sono, ad esempio, le foto pubblicate dal sottosegretario sui suoi social.
In una, datata 7 maggio 2019, Delmastro è con Bonadio, frequentatore di Fratelli d’Italia, e Maurizio Delsignore che nel 2014, da sindaco di Selve Marcone, nel Biellese, si era lasciato andare, su Facebook, a un commento shock: «Clandestini da incenerire». Coi tre, anche gli allora candidati, nei listini delle regionali in Piemonte, Davide Zappalà ed Elena Chiorino, entrambi di Fratelli d’Italia. Hashtag utilizzato dal sottosegretario? «FdI avanti tutta».
Il cerchio magico
E avanti, dopo la vicenda degli accessi abusivi ricordata anche da un servizio dell’8 marzo del Tg1 che però non ha fatto alcun riferimento a Delmastro, cerca di andare anche l’ex poliziotto. Come a dire scordiamoci del passato e della vecchia indagine, nella quale è emersa anche l’illecita detenzione di armi e munizioni da parte di Bonadio.
Proprio nel 2019, quando la biellese Chiorino è diventata assessora regionale al Lavoro nella giunta Cirio, per Bonadio, ormai in pensione, si è prospettata la possibilità di entrare nel suo staff.
L’assunzione non si è concretizzata anche perché, quando il passato dell’ex poliziotto è tornato a bussare, le opposizioni si sono fatte sentire. In una nota del 2019 l’allora segretario del Pd Piemonte, Paolo Furia, denunciava: «Sappiamo che l’onorevole Delmastro, capo locale di Fratelli d’Italia, è stato l’avvocato del fortunato nuovo staffista.
In questi anni Fratelli d’Italia non ha mai mancato di attaccare, denunciare, accusare i “cerchi magici degli altri”, che esistessero o meno. Si aspetterebbero dunque scelte meno imbarazzanti e più libere da parte di un assessore che oggi deve rappresentare gli interessi di tutti i piemontesi e non solo degli amici “camerati”». Contattata da Domani, Chiorino non ha voluto rilasciare commenti.
Due pesi, due misure
Eppure Delmastro, mentre la scorsa settimana annunciava attraverso una comunicazione ufficiale l’arrivo di Musumeci a Biella per il premio a Bonadio e ad altri volontari, oggi parla di pericolo per la democrazia.
Lo fa in riferimento all’inchiesta di Perugia in cui è accusato di accesso abusivo a sistema informatico il finanziere Pasquale Striano, in concorso coi tre giornalisti di questo giornale che gli avrebbero richiesto informazioni.
«Funzionari dello stato, in concorso con alcuni giornalisti di una testata di sinistra, avrebbero fatto dossieraggio contro almeno sessanta esponenti del centrodestra. Una storia che, se confermata, avrebbe dell’incredibile e nulla avrebbe a che fare con il vero giornalismo d’inchiesta.
Stanno venendo meno le basi della democrazia in Italia», scrive il sottosegretario su Facebook a proposito dell’indagine. Il numero due di Carlo Nordio sembra aver dimenticato la vicenda di Bonadio, oggi premiato in pompa magna.
All’evento della Protezione civile del 2 marzo era presente, guarda caso, anche Chiorino. O meglio, «l’assessore Elena, brava e anche bella», per citare le parole di Musumeci durante l’incontro con gli uomini della Prociv e i volontari premiati con apposito attestato di riconoscimento.
Anche lei, giorni fa, era intervenuta sull’indagine della procura di Perugia, parlando di un «piano per sabotare il governo Meloni». Nel corso della cerimonia di premiazione, come nel 2019, il trio Delmastro-Chiorino-Bonadio era di nuovo insieme. Sotto la stessa fiamma.
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