Due fratelli egiziani di 16 e 17 anni i ragazzi evasi nel primo pomeriggio dal carcere minorile Beccaria di Milano. Da una prima ricostruzione si sono dati alla fuga intorno alle 16 dopo aver scavalcato il muro di cinta, ma non sono ancora note le modalità. I giovani avevano preso parte alle recenti proteste all’interno dell’istituto penitenziario.

«Uno dei due - racconta il segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria Uilpa Gennarino De Fazio – era già fuggito nel giugno scorso e rintracciato nel giro di qualche giorno. Non c'è pace evidentemente nelle carceri del Paese, che si guardi al circuito per minori, in cui permangono detenuti fino al 25esimo anno d'età, o a quello per adulti. E quanto accade, ovviamente, non è frutto del caso, ma ha responsabilità precise da ricercarsi nel pressapochismo politico e amministrativo che imperversa ormai da troppi anni».

«I due evasi – continua – sono già ricercati dalla Polizia penitenziaria e dalle altre forze dell'ordine ed è del tutto probabile che, nel giro di poche ore o al massimo qualche giorno, vengano ripresi o, addirittura, si riconsegnino. Ma ciò non cancellerà le falle del sistema che, per esempio, tiene 18enni negli adulti a bruciare vive e 25enni nei minori con i 14enni. Un paradosso incomprensibile». De Fazio si riferisce alla notizia del 18enne egiziano morto carbonizzato a causa di un incendio divampato all’interno della sua cella nel carcere di San Vittore.

Il 18enne si trovava recluso per rapina, ma in passato era stato assolto dal tribunale dei minori per analoghi reati per «vizio totale di mente». Una perizia psichiatrica aveva certificato che non era in grado di intendere e di volere e quindi non era compatibile col carcere.

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