Enrico Michetti ci ha messo molto a presentare il suo programma elettorale per Roma: gli scettici dicevano che fosse senza idee, ma nel weekend scorso ha presentato un documento di 103 pagine dense di testo, che tutti hanno letto con curiosità, visto che i partiti di centrodestra hanno praticamente impedito a Michetti di parlare in pubblico dopo le gaffe di inizio campagna elettorale. Ma il programma di Michetti è in gran parte copiato e senza citare le fonti di ispirazione. Fin dalla prima riga.

Michetti si vanta di essere un profondo conoscitore della storia di Roma, eppure il suo programma inizia con una dotta citazione dello studioso tedesco Theodor Mommsen – «A Roma non si sta senza avere dei propositi cosmopoliti» – ripresa senza alcun riferimento da un articolo di Antonio Salvati della Comunità di sant’Egidio.

L’originale di Salvati è stato pubblicato su un sito poco noto, Culture.globalist, e forse Michetti ha pensato di poterlo usare senza che nessuno se ne accorgesse. Dallo stesso articolo Michetti attinge anche una utile citazione del Papa, del quale vengono mantenuti perfino i puntini di sospensione che indicano la sintesi rispetto alle parole originali.

Tra le dichiarazioni strategiche nella prima parte del programma ce n’è un’altra aulica,  l’evocazione di “isole di crescita”, ma neanche questa è pensata da Michetti, bensì da Francesco Delzio, a lungo manager del gruppo Benetton ed editorialista di Avvenire, dove ha pubblicato un editoriale il 30 novembre 2019 che Michetti saccheggia senza citare, gli ruba pure l’espressione “nuovo umanesimo”, usata un po’ da tutti e, da ultimo, anche da Giuseppe Conte.

Il software antiplagio Turnitin identifica decine e decine di parti del programma di Michetti copiata senza indicare la fonte originaria, per un totale di oltre il 13 per cento del totale delle parole usate (si possono usare varie definizioni di originalità, con quelle più stringenti la quota di parti copiate aumenta).

Turnitin è usato per scoprire i plagi in accademia, capace di scavare nei motori di ricerca sia tra i contenuti accessibili gratuitamente che tra quelli a pagamento. Esclude le coincidenze, cioè parole ripetute nella stessa combinazione per puro caso o perché in formule di uso comune, e considera soltanto i blocchi di testo di cui viene replicata l’intera struttura della frase, punteggiatura inclusa.

Nel programma di Michetti talvolta si tratta di peccati veniali, come la storia della linea ferroviaria Roma-Lido che è un copia-incolla dal sito Odissea Quotidiana, a volte sono interi blocchi, proposte politiche, dichiarazioni di principio, pescate da documenti parlamentari, da audizioni, ma soprattutto dal programma di Gianni Alemanno per le comunali (perse) del 2013, quindi vecchie otto anni, e dai materiali di propaganda di Fratelli d’Italia.

Tra Alemanno e Draghi

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C’è perfino un saccheggio dal discorso di insediamento di Mario Draghi, nella parte dedicata ai dipendenti pubblici («anche selezionando nelle assunzioni le migliori competenze e attitudini in modo rapido, efficiente e sicuro, senza costringere a lunghissime attese decine di migliaia di candidati»). E già questo è curioso per il candidato espresso dall’unico partito che è all’opposizione di Draghi. Sono copiate anche le descrizioni di quei pilastri delle tradizioni romane che Michetti promette di difendere: la descrizione della Festa de’ Noantri viene dal sito della diocesi di Roma, la rievocazione storica della Girandola di Michelangelo è saccheggiata da Vatican News.

I software antiplagio sono ormai diffusi e implacabili: qualche anno fa, il Fatto quotidiano li ha usati per smascherare i plagi nella tesi di dottorato dell’ex ministra Marianna Madia, che ha querelato rivendicando la correttezza del suo operato e, a inizio serttembre, ha perso. Il giudice ha certificato la copiatura.

I plagi di Madia però erano più, diciamo così, raffinati, erano blocchi di ricerche non interamente sue che si attribuiva. Dietro il programma di Michetti c’è un lavoro di copiatura più minuto, che sembra aver aver richiesto uno sforzo notevole oppure che indica copiature stratificate, cioè l’uso di materiali che a loro volta erano risultati di collage tali da rendere difficile risalire al testo originale.

Impossibile dire chi sia il responsabile, dallo staff di Michetti dicono che al documento hanno contribuito in tanti, dal braccio destro di Giorgia Meloni, cioè Fabio Rampelli, al professore della Luiss Luigi Di Gregorio, esperto di marketing politico. Ognuno avrà contribuito con le sue idee, ma i tanti che hanno messo mano al documento di sicuro hanno contribuito anche con le copiature.

Le proposte politiche copiate vengono dal programma di Alemanno, e non su temi secondari: quelle sul «buon abitare», sulla costruzione di un «secondo polo turistico», sulla lotta all’evasione fiscale, così come quelle per la razionalizzazione della spesa, per i pagamenti alle imprese e per la gestione delle società partecipate.

Curioso, peraltro, prendere proposte legalitarie da un ex sindaco assolto dalle accuse di mafia ma ancora sotto processo per traffico di influenze illecite proprio nei rapporti con le partecipate del comune e lo sblocco discrezionale di pagamenti a favore delle cooperative del giro Buzzi&Carminati. Perfino i piani ambientali “per l’energia sostenibile” sono pescasti  in blocco dal programma elettorale del 2008.

Dalla Liguria a Roma

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In campo green, poi, c’è un plagio di cui è interessante indagare la matrice: una legge regionale della Liguria del 6 luglio 2020 entra in blocco nel programma di Michetti, prevede «l’istituzione di comunità energetiche quali enti senza fini di lucro al fine di superare l’utilizzo del petrolio e dei suoi derivati».

Chissà di chi è la manina che le ha inserite, di sicuro dietro questo schema di sostegno alla produzione e autoconsumo su base locale, di azienda o di condominio, c’è qualche interesse rilevante, visto che in Liguria il promotore è stato l’assessore leghista allo Sviluppo Andrea Benveduti, che prima della politica lavorava come alto dirigente di Axpo Italia, filiale di un gruppo svizzero dell’energia. Axpo, tra l’altro, è partner dell’ente pubblico Enea proprio per lo sviluppo di comunità energetiche in Italia.

Oltre ai saccheggi dal programma di Alemanno, ci sono altri proclami strategici plagiati, più contemporanei ma anche più vaghi, vengono riportati in blocco da La Voce del patriota, un sito semi-amatoriale che fiancheggia Fratelli d’Italia ed è animato da Ulderico De Angelis.

Più sorprendente è trovare brani presi dal programma di Stefano Parisi, non da quello da candidato alla regione Lazio (2018, sconfitto da Nicola Zingaretti) ma da quello da candidato sindaco a Milano nel 2016: il programma di Michetti per i vigili urbani è quello del centrodestra milanese, come si può dedurre da termini anglofoni un po’ estranei all’eloquio di Michetti: dal «crime mapping» al «predictive policing» per individuare “le aree con più alto tasso e potenziale di criminalità e di conseguenza un migliore dispiego di forze e risorse”.  

Viene presa da Milano anche un’altra parte del programma del romanissimo Michetti, cioè l’idea di «installare presso le farmacie comunali e altri presidi sociosanitari culle termiche dotate di sensori, collegate a un sistema di allarme sofisticato che interviene sistematicamente, dove le partorienti possano lasciare i neonati in pieno anonimato quando non accettano di partorirli in reparto e poi affidarli ai servizi sociali».

Proposta ardita, che però non è originale, visto che è la stessa del progetto Ninna Ho – Safe mother, safe child, ispirato dalla Fondazione Francesco Rava e da Kpmg Italia.

Lo slogan per la campagna elettorale del candidato di Fratelli d’Italia, Lega è Forza Italia è “Roma, in persona”. Ma di persone coinvolte nel suo programma, per di più a loro insaputa, sembrano essercene un po’ troppe.

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