La stella alpina dell’Svp sfiorisce, il partito rischia di perdere la sua unità
Un cartello di qualche anno fa a Merano, con la scritta: "Prima promette, poi non mantiene. L'Svp ci ha traditi" (Foto Lena Klimkeit/picture-alliance/dpa/AP Images)
06 gennaio 2023 • 18:24Aggiornato, 10 ottobre 2024 • 16:07
Due libri, uno in lingua italiana e uno in lingua tedesca, scritti rispettivamente da Lucio Giudiceandrea e Hans Heiss, raccontano una storia fino a qualche tempo fa impensabile in Alto Adige: l’Svp, la Südtiroler Volkspartei (il Partito popolare sudtirolese), è in crisi.
Dal Dopoguerra, l’Svp ha costruito un sistema di potere contraddistinto da una “capillarità corporativa” (la formula è di Heiss), con un partito percepito alla stregua di una vera e propria holding, per la quale l'affiliazione è garanzia di riconoscimento sociale e successo economico.
Livornese, nato nel 1967, risiede da oltre vent’anni in Alto Adige, dove svolge le professioni di insegnante e traduttore. Editorialista del “Corriere dell’Alto Adige”, scrive inoltre per la testata in lingua tedesca “ff”. Per Edizioni alphabeta Verlag ha curato, insieme a Maurizio Ferrandi, i due volumi antologici Pensare l’Alto Adige (2017 e 2018) e tradotto il testo di Alexander Langer Südtirol Abc (2015). Nel 2020 ha pubblicato un diario romanzato del primo lockdown, intitolato E quindi uscimmo a riveder la gente.