La maggioranza vuole togliere la competenza alle sezioni specializzate dei tribunali italiani dopo il fallimento delle prime due missioni in Albania. Il decreto dovrebbe essere approvato entro il 25 novembre
La destra di governo vuole cambiare la normativa sulle convalide dei trattenimenti spostando la competenza dalle sezioni dei tribunali specializzate in materia migratoria alla Corte d’Appello. Il tentativo di modifica è stato inserito con un emendamento firmato da Sara Kelany di Fratelli d’Italia in Commissione Affari costituzionali a Montecitorio nel decreto flussi che rischia di essere approvato in Aula entro il prossimo 25 novembre.
La decisione è arrivata dopo che i giudici della sezione immigrazione del tribunale di Roma in un primo caso non hanno convalidato il trattenimento di 12 migranti inviati con la nave della Marina militare nei centri in Albania e in un secondo caso, quello dell’11 novembre, hanno sospeso la decisione sulle convalide, chiedendo alla Corte di giustizia europea di risolvere la contrapposizione tra norme italiane e dell’Ue sui paesi sicuri.
Reazioni
«Non potendo fare l'emendamento Musk per cacciare i giudici che non obbediscono, per mascherare il fallimento dell'esperimento albanese governo e maggioranza continuano a intervenire compulsivamente e in modo isterico sulla normativa che disciplina il trattenimento delle persone che fanno richiesta di asilo. Così con un blitz serale attraverso emendamenti fuori sacco depositati ieri sera in commissione Affari Costituzionali vogliono togliere alle sezioni specializzate in materia di immigrazione la competenza a giudicare sui provvedimenti di trattenimento disposti dal questore», ha detto il segretario di +Europa, Riccardo Magi. «Le sezioni specializzate sono state create proprio con la finalità di occuparsi di questi giudizi evitando anche che il carico di lavoro ricadesse sugli altri uffici. La scelta del governo quindi è dettata unicamente dal tentativo isterico di cambiare giudici sui provvedimenti relativi alla detenzione in Albania. Scelta che avrà anche pesanti ricadute sull'organizzazione del lavoro delle Corti d'appello», conclude.
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