L’ex leader di An è tornato in televisione dopo anni di assenza e, oltre a una serie di considerazioni sul passato, ha fatto due raccomandazioni alla nuova premier
Dopo oltre dieci anni lontano da politica e notizie, Gianfranco Fini ha concesso un’intervista a Lucia Annunziata per Mezz’ora in più e ha raccomandato due cose alla sua ex pupilla Giorgia Meloni.
Secondo Fini, in materia di diritti civili, in particolare sulla famiglia e l'orientamento sessuale, «il governo farebbe molto meglio a dire che è il parlamento che se ne deve occupare». E poi, «è meglio che rimangano le mascherine obbligatorie per i medici in ospedale». Due sconfessioni nette di alcune delle prime scelte di Meloni come capo del nuovo governo: la decisione di dare il ministero alla Famiglia in mano a Eugenia Roccella, nota attivista della famiglia tradizionale e avversaria di unioni civili e maternità surrogata, e il cambio di linea sul Covid, per cui le forze che sostengono l’esecutivo vorrebbero vedere una completa inversione di marcia.
Fini sottolinea di non avere intenzione di tornare né di prendere tessere di partito e ha consigli anche per gli avversari di sempre: «La sinistra è sempre tendenzialmente grigia, spero Letta non si offenda. Al Pd consiglio un po' di verve, un po' di anima, una bandiera da alzare che non sia la democrazia che è bandiera di tutti. Torni ad infiammare i cuori».
Poi fa un passaggio sull’intervista a Ignazio La Russa comparsa oggi su La Stampa, in cui spiegava che non avrebbe frequentato i cortei che hanno luogo per celebrare il 25 aprile: «Il titolo su La Russa è forzato. Non andrebbe ai cortei perchè si troverebbe quei giovanotti a minacciarlo di morte. L'antifascismo ha anche delle posizioni antidemocratiche». Un fatto che, secondo Fini, dovrebbe essere riconosciuto anche a sinistra.
Il passato
Una lunga parte dell’intervista è dedicata al passato. Fini ha ammesso che aderire con An al Popolo della libertà che l’avrebbe fusa con Forza Italia è stato un «errore imperdonabile».
L’ex ministro ha detto la sua anche sulla nascita di Fratelli d’Italia «Meloni e La Russa non mi seguono quando vengo estromesso» dal Popolo delle libertà. Poi escono e «danno vita alla casa della destra», cioè FdI. «Non ci credevo, ora devo dire he avevano ragione loro e torto io».
Poi, il capitolo ex Cavaliere, con cui pure aveva avuto aspri screzi durante l’ultimo periodo nel Popolo della libertà. «Berlusconi ha una fortissima personalità e credo di essere buon testimone al riguardo, lo dico senza acrimonia» e si trova nel momento in cui «prende atto, anche in modo amaro, che non è più dominus, che il sovrano ha perso lo scettro e per giunta» per mano di «una donna che da quando era ragazzina ha sempre masticato politica, non un titolo di merito per lui essere professionista della politica».
Tuttavia, secondo Fini, «Berlusconi non è un irresponsabile, basta vedere i ministri di FI, penso a Tajani, che danno ampia garanzia di continuità nell'azione di governo. Anche perché Berlusconi i sondaggi li guarda, ha capito che alcune fibrillazioni danneggiano soprattutto FI».
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