La costante sfilata di ministri nel comune dell’hinterland napoletano non è stata sufficiente a prendere più voti. Intanto l’ex sottosegretario alla Cultura fa una figuraccia
I ministri che ogni settimana si fanno vedere, una serie di iniziative, appositi fondi messi a disposizione. Il governo ha puntato molto su Caivano, in termini di immagine, per rilanciare l’impegno sulle periferie più disagiate. Per la premier Giorgia Meloni deve essere un modello da esportare. Ma alle europee non è bastato, gli elettori non sono ancora convinti della bontà di questa operazione.
Fratelli d’Italia non ha infatti vinto nel comune dell’hinterland napoletano. La lista più votata è stata quella del Movimento 5 stelle che ha ottenuto il 32,9 per cento dei voti, contro il 24,6 per cento di FdI, comunque nettamente davanti al Pd, fermo al 14,8.
Insomma, Meloni non è riuscita a prendersi, nel senso elettorale, uno dei luoghi simboli della sua azione politica. Basti ricordare che di recente è stata presente per l'inaugurazione di un centro sportivo a Caivano. Un incontro costruito ad hoc in vista del voto dell’8-9 giugno.
Proprio in quell’occasione, Meloni ha rivolto al presidente della regione Campania, Vincenzo De Luca, l’ormai celebre saluto «sono quella stronza della Meloni». Lo show a favore di telecamere, insomma, non è stato sufficiente a realizzare il sorpasso sul M5s di Giuseppe Conte, che ha nella periferia di Napoli una delle sue roccaforti. E chissà che non sia stato un boomerang.
Deludente, poi, il dato sull’affluenza: solo il 35 per cento dei caivanesi ha votato alle europee, dato molto più basso del 43,7 del Mezzogiorno.
Per Meloni l’unica consolazione è di essere stata la candidata con il maggior numero di preferenze, 1.344, più del doppio rispetto a Danilo Della Valle, il più votato dei 5 Stelle nel comune napoletano. Ma questo sembrava il minimo.
Sgarbi flop al Sud
Per Fratelli d’Italia un’altra cattiva notizia arriva dal Mezzogiorno. L’ex sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, non riuscirà a entrare nell’europarlamento. Ha infatti ottenuto meno di 23mila preferenze, risultando addirittura il decimo della lista del partito di Meloni, alle spalle di dirigenti territoriali poco noti sul piano nazionale, come Ines Fruncillo e Nicola D’Ambrosio.
La professione di ottimismo di Sgarbi non è stata sufficiente: «Prenderò più voti di Vannacci», ha ripetuto in varie circostanze il critico d’arte, inserito a sorpresa nelle liste di FdI per le europee dopo le dimissioni rassegnate dal ruolo di sottosegretario. L’attenzione mediatica intorno a Sgarbi non ha portato i voti. E così l’ex berlusconiano si candida a flop più clamoroso di queste elezioni.
Le analisi
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