Mentre il neonominato comunicatore (ma anche sottosegretario-senatore) di palazzo Chigi Fazzolari muove i primi passi sulle nuove linee guida dell’immagine pubblica della premier continuando a tenerla lontana dalla stampa, il compagno della premier Giambruno torna in maniera polemica sui casi di violenza sulle donne dei giorni scorsi
«Se vai a ballare, tu hai tutto il diritto di ubriacarti – non ci deve essere nessun tipo di fraintendimento e nessun tipo di inciampo – ma se eviti di ubriacarti e di perdere i sensi, magari eviti anche di incorrere in determinate problematiche perché poi il lupo lo trovi». Parole drastiche, non troppo lontane dall’insostenibile «se l’è andata a cercare» che torna ciclicamente nei commenti dei casi di violenza.
A pronunciarle è stato però Andrea Giambruno, il compagno di Giorgia Meloni, in onda su Rete 4 con il suo Diario del giorno, raccogliendo tutte le critiche del caso da parte delle opposizioni (respinte come «ridicole» nella puntata di ieri). Un duro colpo allle strategie che lo staff di palazzo Chigi, in testa Giovanbattista Fazzolari, neocoordinatore della comunicazione della premier, sta faticosamente cercando di mettere in piedi. Difficile infatti concepire che, mentre la premier va a Caivano, teatro dell’ultima violenza sessuale di gruppo a danno di due ragazzine, a testimoniare la propria vicinanza, il suo compagno individui nell’atteggiamento delle vittime una parte della colpa dell’abuso.
L’impronta del fedelissimo della premier sulla comunicazione di palazzo Chigi si inizia comunque a vedere chiaramente anche in altri frangenti. Come nell’alzata di scudi arrivata a difesa di Francesco Lollobrigida dopo la sua dichiarazione sul cibo dei «ricchi» (secondo il ministro peggiore di quello che mangiano «i poveri»). Una serie di dichiarazioni comparse sulle agenzie in batteria, dal vertice del partito all’ultimo dei parlamentari. O come nel comunicato stampa pubblicato alla fine del primo Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva, in cui Fazzolari ha optato per includere, per la prima volta in assoluto, dei lunghi virgolettati di Meloni. Una scelta che a prima vista può sembrare puramente stilistica, ma che ha delle conseguenze anche a livello di contenuto.
Istituzioni e politica
Il comunicato del governo per sua natura tende a essere il più asettico possibile e include soltanto pochi dettagli sui lavori svolti durante la riunione, come i provvedimenti approvati. Mai prima si era vista una situazione in cui da un documento di palazzo Chigi emergessero passaggi politici: «Quello che vi chiedo di fare non è una semplice spending review o un elenco di voci da tagliare, è importante ma sarebbe riduttivo chiedervelo, ma di far tornare il più possibile la politica» dice la presidente.
«Perché non intendiamo amministrare il presente e perpetuare semplicemente quello che è già tutto in essere, ma imprimere quel cambiamento che ci è stato chiesto. Se ci sono misure che non condividiamo politicamente, quelle misure non vanno più finanziate e le risorse recuperate utilizzate per gli interventi che sono nel nostro programma» continua. Frasi che danno una linea politica, con toni simili agli “Appunti di Giorgia”, la rubrica social della premier con cui si rivolge ai suoi seguaci per raccontare i progressi del governo e fare comunicazioni politiche. L’inclusione delle parole della presidente del Consiglio in un comunicato istituzionale è l'ennesima prova della sovrapposizione e commistione sempre più accentuata tra ruolo pubblico, partito e famiglia. Dal cognato nel governo, gli incarichi nel partito alla sorella Arianna all’assegnazione dei ruoli chiave dell’esecutivo ai fedelissimi, anche diversi contemporaneamente, come nel caso di Fazzolari. Nel suo caso rimane ancora aperto il conflitto tra i diversi ruoli che ricopre pur non essendo, tra l’altro, un giornalista. Ma il fatto di far parlare la premier attraverso un documento scritto ha anche un ulteriore vantaggio.
Quello di non dover arrivare in conferenza stampa, appuntamento che Meloni ha mostrato in passato di non amare particolarmente. L’ultimo confronto con i giornalisti risale a fine luglio, al viaggio negli Stati Uniti che aveva seguito a stretto giro il vertice Nato di Vilnius. Da allora, le comunicazioni della premier sono arrivate principalmente dai suoi canali social, spesse volte mandate in onda in forma integrale dalla nuova Rai sovranista. Certo, difficile proporre un contraddittorio, sia alle parole scritte che ai video preconfezionati.
© Riproduzione riservata