L’erede prova a disinnescare la situazione dopo lo scontro con la premier attraverso Mediaset. Le due hanno bisogno di tenere il governo in piedi, ma ci saranno altre occasioni per litigare
Dopo giorni di scontri senza esclusione di colpi, ecco il ramoscello d’ulivo. Arriva per mano di Marina Berlusconi, in una confidenza affidata a Bruno Vespa che viene diffusa in tarda mattinata come anticipazione del nuovo libro del giornalista in uscita a inizio novembre. La primogenita di Silvio fa la pompiera e usa parole utili ad abbassare i toni di uno scontro che rischia di devastare il governo. «In questi giorni ho letto e sentito di tutto: retroscena inventati di sana pianta, ricostruzioni totalmente prive di senso logico e spesso anche contraddittorie. La verità è una sola: stimo molto Giorgia Meloni. La trovo capace, coerente, concreta. La apprezzo sul piano politico e la apprezzo molto anche come donna, ancor più in questi giorni».
Insomma, un riavvicinamento sottotraccia, non una dichiarazione formale inserita in una nota, ma un sussurro affidato a un giornalista noto e di cui tutti conoscono l’ottimo rapporto con la premier. Il manoscritto non è nemmeno in mano a Mondadori ancora: già ora però si può dubitare del fatto che l’ultima anticipazione possa fermare l’escalation iniziata con la messa in onda dei fuori onda di Andrea Giambruno che hanno provocato la separazione di Meloni dal suo compagno.
Da lì sono seguite le ritorsioni di Fratelli d’Italia nei confronti di Mediaset – «nessun trattamento di favore» hanno detto chiaro e tondo i colonnelli della premier – e le altre emanazioni della famiglia e di Forza Italia, con prima vittima eccellente Alberto Barachini, che ha commesso l’errore di scegliere per la guida della commissione algoritmi Giuliano Amato. A nulla è servito l’intervento di Antonio Tajani che ha promesso alla premier «sonni tranquilli». Anzi, il vicepremier, pallido al fianco di Meloni sui banchi del governo durante le comunicazioni pre consiglio europeo, rischia di svanire in una sfida che è diventata tutta al femminile: dopo che i contatti tra Meloni e il fratello Pier Silvio non avevano raggiunto i risultati sperati, per calmare le acque si è infatti dovuta mobilitare perfino Marina, in genere restia a esporsi in prima persona.
I tavoli aperti
Le questioni aperte tra Meloni e i Berlusconi sono una miriade. Ci sono quelle che riguardano la Rai, tra cui la vicenda tutt’altro che secondaria della presidenza in quota azzurra per Simona Agnes, ma nella giornata di ieri lo scontro si è spostato temporaneamente al ministero della Cultura e si è arricchito di un nuovo personaggio: il padrone di casa di via del Collegio romano Gennaro Sangiuliano. In un’intervista fiammeggiante ha preso le distanze dal suo sottosegretario: la genesi resta torbida, non è chiaro se c’è stato l’avallo di palazzo Chigi, ma quel che è certo è che – nonostante Sgarbi ne dichiari la falsità totale, rivendicando contatti recenti «affettuosi» con Sangiuliano – il contenuto non viene smentito.
Intanto, l’authority conferma di aver ricevuto la segnalazione della lettera anonima sui redditi paralleli di Sgarbi da Sangiuliano e di aver avviato le verifiche: nel pomeriggio, palazzo Chigi (e lo stesso ministro, che giura di non aver più sentito Sgarbi) promettono di fare lo stesso. Dovrebbe essere, almeno per il momento, l’ultima mossa del ministro, che aspetta indicazioni dalla premier. Che Sgarbi e Sangiuliano non si amino è cosa nota, ma se l’antipatia possa giocare davvero una parte in una partita più grande, aperta tra Fratelli d’Italia e Forza Italia, è da vedere. Certo è che i tempi in cui Forza Italia si sarebbe battuta per difendere il critico sono finiti: a prendere le sue parti per ora è rimasto principalmente il senatore azzurro Maurizio Gasparri. Ed è anche risaputo che l'ex direttore del Tg2 non dimentica: ha perfettamente presente il tiro mancino che gli preparò Sgarbi lo scorso inverno al Maxxi, dove in una conversazione con il direttore Alessandro Giuli impose la presenza di Morgan. Una combinazione esplosiva, che, come prevedibile, aveva generato imbarazzi immensi al ministero.
Legame indissolubile
Ma nel grande gioco del governo, in cui si fanno puntate su tanti tavoli paralleli, quella del ministero della Cultura è solo una delle partite in corso. In ballo c’è anche l’accordo sulla prescrizione e soprattutto la manovra, su cui Meloni non si può permettere di perdere i preziosi voti di Forza Italia all’ultimo minuto. La premier ha bisogno di alleati, visto che presenta una legge di Bilancio in tempo di magra, ma non ha ancora pareggiato i conti con chi ha pubblicamente fatto a pezzi la sua famiglia.E così, le due avversarie giocano le proprie carte. Da una parte c’è Mondadori che oggi manda in edicola Chi di Alfonso Signorini. Il settimanale titola sulla separazione della premier e pubblica le fotografie di Meloni dal parrucchiere dopo aver pubblicato il post con cui metteva fine a una relazione durata dieci anni, ma contemporaneamente la casa editrice di famiglia sta per dare alle stampe un libro in cui Marina cerca di migliorare i suoi rapporti con la presidente del Consiglio.
Allo stesso tempo, i vertici di Mediaset decidono di allontanare Giambruno dalla conduzione, ma tenendolo a portata di mano: rimane coordinatore editoriale del Diario del giorno e l’esistenza di eventuali ulteriori fuori onda compromettenti non è ancora stata del tutto smentita. Dall’altra, la premier ha mostrato di voler tirare dritto in più occasioni. Si è mostrata «non ricattabile», come promise a Berlusconi: non ha avuto paura di escludere Tajani dalla decisione sugli extraprofitti delle banche che ha danneggiato la cassaforte di famiglia Mediolanum, di criticare apertamente la decisione di Barachini e di mandare a monte i progetti di Gilberto Pichetto Fratin. E, per altro, sembra non avere troppo interesse a salvare un sottosegretario che continua a mettere in imbarazzo il ministero e il governo tutto. Allo stesso tempo, sia i Berlusconi che Meloni stessa hanno bisogno di tenere il governo in piedi. All’orizzonte non ci sono – almeno fino alle europee – rimpasti: volenti o nolenti, la premier e l’imprenditrice dovranno trovare il modo di convivere. Quante vittime collaterali possa costare la pace, però, è tutto da vedere.
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