Flaminia Pace ed Elisa Segnini hanno lasciato le loro poltrone in seguito all’inchiesta di Fanpage su Gioventù nazionale. Pace sedeva nel Consiglio nazionale dei giovani, Segnini, altra protagonista della puntata, si è dimessa da capo segreteria di Ylenja Lucaselli, capogruppo del partito in commissione Bilancio alla Camera.

Nella seconda puntata dell’inchiesta Pace irrideva la senatrice meloniana Ester Mieli, a cui aveva espresso solidarietà pubblicamente mentre il giorno prima lei e i suoi “camerati” erano «a prendersi per il culo sulle svastiche». La sua lettera di dimissioni risale al 21 giugno su richiesta del consiglio di presidenza dell’organo, ha fatto sapere Fratelli d’Italia. Segnini, che si definisce «un po’ più estremista» della destra italiana, nel video “scherza” sul destino di Ilaria Salis: «Deve marcire in galera con i topi e i ratti che le mangiano le dita dei piedi», confermando, se ce ne fosse bisogno, di non aver mai smesso «di essere razzista né fascista». Minacce in un passaggio del video che riguardano anche Elly Schlein, come denunciato dal Pd: «Quella testa di cavolo che se potessi vederla impalata lo farei molto volentieri», è la frase incriminata. Pd che sollecita una reazione di Giorgia Meloni in difesa della leader democratica.

La premier è intervenuta sulla vicenda a margine del Consiglio europeo, mettendo in discussione il metodo con cui è stata realizzata l’inchiesta. «Prendo atto che da oggi è possibile infiltrarsi nei partiti politici e nei sindacati, riprendere le riunioni e pubblicarle discrezionalmente. Prendo atto che questa è una nuova frontiera dello scontro politico. Infiltrarsi nelle riunioni dei partiti politici è un metodo da regime» ha detto Meloni. «Perché Fanpage lo ha fatto solo con Fdi? I fatti meritano di essere commentati, non provo imbarazzo e non ci sono ambiguità. Ma è consentito? Lo chiedo ai partiti politici e al presidente della Repubblica».

Il partito intanto si è mosso per prendere le distanze dalle militanti mostrate nei video, dopo che, dopo la prima puntata, la linea ufficiale era che si trattasse di riprese fatte di nascosto in luoghi privati. La senatrice stessa ha preso posizione già mercoledì sera. Molte le dichiarazioni di solidarietà a Ester Mieli. La senatrice da parte sua ha passato la palla ai dirigenti di partito, «Sono sicura che i vertici di FdI sapranno confermare la vocazione e la sostanza di un partito conservatore completamente libero da ideologie e comportamenti pericolosamente nostalgici». «Esprimo totale e ferma condanna verso ogni forma di razzismo e antisemitismo che sono da sempre agli antipodi dei valori a cui ho ispirato il mio impegno politico», ha scritto su Facebook il presidente del Senato e fondatore di FdI Ignazio La Russa.

Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha condannato gli atteggiamenti che emergono dall’inchiesta. «Non può esserci spazio per persone, parole e pensieri come quelli che ho ascoltato. Vanno presi provvedimenti immediati ed esemplari come ha già ha preannunciato la dirigenza FdI. È imperativo reagire con durezza». Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera, è sulla stessa linea. «Chi sbaglia paga e deve essere messo alla porta. È il partito che deve “dimetterli”».Il salto di qualità nell’intervento del partito, insomma, arriva con le dichiarazioni antisemite di Pace e i suoi camerati.

Ora la palla passa al partito: «Inaccettabili le frasi che si sentono in filmati diffusi oggi che riprendono militanti del nostro partito usare un linguaggio incompatibile con i valori di riferimento del nostro movimento politico», ha detto Donzelli, che però non ha risparmiato critiche dure ai giornalisti per «le modalità incredibilmente inaccettabili», ossia semplicemente l’essersi infiltrati nel movimento. La presidente della commissione Antimafia Chiara Colosimo si è detta «delusa» del comportamento dei militanti. «Non c’è spazio per le frasi aberranti che ho sentito. Sono felice che il partito, a cui sono iscritta e che conosco da tanti anni, abbia deciso di dire che per questo non c’è spazio». Per il capogruppo alla Camera Tommaso Foti le dimissioni chiudono il caso. Flaminia Pace «In Fratelli d’Italia chi sbaglia paga. È qualcun altro che non dice mai nulla, partecipando ai cortei, anche come deputato e come segretario di partito, di chi brucia le bandiere di Israele».

La prima puntata

Già la prima puntata, pubblicata alla vigilia del G7 di Borgo Egnazia, aveva provocato imbarazzi al partito della premier: si vedevano già in quel filmato giovani inneggiare al nazifascismo, anche con atteggiamenti problematici come saluti romani e gladiatori, Sieg Heil e celebrazioni di Benito Mussolini. Senza che il partito di via della Scrofa, che ha sempre coltivato molto la sua cantera nera, sia mai intervenuto.

Dall’opposizione sono piovute critiche e richieste di spiegazioni a Giorgia Meloni, che secondo più di qualcuno dovrebbe chiudere Gioventù nazionale: «Dopo la seconda tranche dell’inchiesta di Fanpage c’è una sola cosa che Giorgia Meloni può e deve fare ed è sciogliere l’organizzazione giovanile del suo partito e ricostruirla eliminando ogni rigurgito di antisemitismo, neofascismo e neonazismo». Giuseppe Conte si chiede come Meloni possa restare in silenzio, il capogruppo del Pd Francesco Boccia definisce il mutismo della premier «preoccupante». Critica ovviamente anche la comunità ebraica di Roma, che ha condannato: «Chiediamo che vengano presi provvedimenti adeguati, anche da FdI come ha annunciato. È imperativo che la società e le istituzioni reagiscano con forza contro ogni forma di odio e discriminazione», ha detto il presidente Victor Fadlun.

Nel dubbio, a Rai News hanno deciso di sorvolare sull’inchiesta: sul sito della all news «non è mai stata lambita questa notizia. È apparso solo un breve articolo che riporta la solidarietà a Ester Mieli da parte del presidente del Senato, senza alcun riferimento all’inchiesta», scrive il cdr in un comunicato.

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