- Molti si sono pronunciati sugli aspetti etici e giuridici della Gpa con grande autorevolezza, pochi invece hanno messo in evidenza le analogie che esistono tra la Gpa e procedure mediche universalmente accettate per trattare malattie molto gravi.
- In Italia la Gpa è vietata dalla legge 40/2004, che all’articolo 12 prevede che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con multa da 600.000 a un milione di euro».
- Non è invece vietata in Italia la donazione d’organo da vivente solidale. Si possono infatti effettuare trapianti di rene, porzioni di fegato, intestino e pancreas da donatori viventi.
Il tema della gestazione per altri (Gpa) è recentemente diventato di grande attualità dopo la nota prefettizia ispirata dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi di negare la trascrizione del certificato di nascita di figli nati in stati dove questa procedure è legale e il voto del Senato che non ha adottato la direttiva europea relativa alla trascrizione degli atti di nascita anche per bambini nati con Gpa.
La presentazione di un disegno di legge da parte dei partiti della attuale maggioranza – precisamente l’Atto Camera 1026 attualmente all’esame in commissione Giustizia alla Camera – che definisce la Gpa come «reato universale» e quindi perseguibile anche se ottenuta in paesi in cui tale pratica è lecita, ha contribuito a infiammare e polarizzare il confronto politico ed etico.
Molti si sono pronunciati sugli aspetti etici e giuridici della Gpa con grande autorevolezza, pochi invece hanno messo in evidenza le analogie che esistono tra la Gpa e procedure mediche universalmente accettate per trattare malattie molto gravi.
Malattia invalidante
Tra le malattie gravi e invalidanti deve essere inclusa l’infertilità per le sue importanti implicazioni sociali ed emotive. L’Organizzazione mondiale della sanità definisce l’infertilità come una condizione patologica dell’apparato riproduttivo maschile o femminile che comporta l’incapacità di portare a termine una gravidanza dopo almeno un anno di tentativi. Non ci devono essere dubbi sulla gravità di questa condizione: una diminuzione della fertilità generalizzata ha la potenzialità di mettere in pericolo l’esistenza stessa di una popolazione.
Nelle persone sane la funzionalità dell’apparato riproduttivo diminuisce progressivamente con l’età indipendentemente dal genere. La propensione nelle società occidentali a procrastinare la gravidanza ha causato una progressiva diminuzione della fertilità che in Italia sta assumendo proporzioni drammatiche in termini di natalità con la possibilità concreta che la popolazione italiana si dimezzi nell’arco di pochi decenni.
Indipendentemente dall’età vi sono innumerevoli condizioni patologiche che compromettono la capacità riproduttiva. Nella donna l’infertilità può essere causata da malattie di origine genetica, tumorale, infettiva e ormonale che possono compromettere la funzione delle ovaie o dell’utero. La funzione delle ovaie può essere surrogata dall’impianto nell’utero di un embrione ottenuto con ovociti donati da un’altra donna (donazione eterologa di gameti). Una procedura, questa, che dal punto di vista medico può essere assimilata al trapianto eterologo di cellule staminali comunemente utilizzato per trattare numerosi tumori del sangue. Nessuno può obiettare che l’ovocito sia una cellula staminale.
Diverse sono le condizioni che compromettono la funzione dell’utero. Malattie genetiche come la Sindrome di Rokitansky, che colpisce una donna su cinquemila, si caratterizza per l’assenza congenita della vagina e dell’utero. Si tratta quindi di donne che nascono senza vagina e utero, ma con ovaie e genitali esterni normali. Queste donne producono ovociti funzionanti ma non possono avere figli perché non hanno l’utero.
I tumori dell’utero sono una causa comune di asportazione chirurgica in età fertile che compromettono irrimediabilmente la possibilità di portare a termine una gravidanza. Non meno numerose sono le condizioni come l’ipertensione grave, il diabete e malattie cardiovascolari che metterebbero in pericolo la vita della donna in caso di gravidanza.
Diritto costituzionale
Non vi è dubbio che in questi casi l’infertilità sia il risultato di condizioni patologiche gravi e invalidanti. In tal caso queste donne hanno il diritto costituzionale di accedere a terapie che siano in grado di alleviare le loro sofferenze (non potere avere figli per una malattia causa una grave sofferenza psicologica e disagio emotivo). La Gpa rappresenta la soluzione che il progresso medico scientifico ha messo a disposizione di queste donne per avere figli generati dai propri ovociti. In numerosi paesi europei, inclusi Grecia, Olanda e Portogallo la Gpa è consentita nei casi in cui non ci sia relazione genetica tra la madre surrogata e l’embrione, che almeno uno degli aspiranti genitori abbia contribuito con i propri gameti e che l’aspirante madre sia impossibilitata per condizioni mediche a portare a termine una gravidanza.
In Italia la Gpa è vietata dalla legge 40/2004, che all’articolo 12 prevede che «chiunque, in qualsiasi forma, realizza, organizza o pubblicizza la commercializzazione di gameti o di embrioni o la surrogazione di maternità è punito con la reclusione da tre mesi a due anni e con multa da 600.000 a un milione di euro». Una sentenza della Corte costituzionale (la n. 38162 del 30 dicembre 2022) ha stabilito la «maternità surrogata offende irrimediabilmente la dignità della donna e mina nel profondo le relazioni umane» dando alla dignità della donna un valore oggettivo non disponibile che assume la funzione di limite ai soggetti interessati.
Non è invece vietata in Italia la donazione d’organo da vivente solidale. Si possono infatti effettuare trapianti di rene, porzioni di fegato, intestino e pancreas da donatori viventi. Per assurdità sarebbe possibile donare l’utero ed eludere il divieto. Tuttavia la Gpa dal punto di vista medico altro non è che una donazione temporanea di organo che comporta cambiamenti fisiologici totalmente reversibili e che in donatrici selezionate (donne sane in età comprese tra i 25-35 anni che abbiano già partorito) e sotto costante controllo medico comporta rischi bassissimi.
Al contrario la donazione d’organo da vivente si associa per il donatore a rischi operatori non trascurabili e danno permanente e irreversibile. Il commercio di organi al contrario è severamente vietato perché sfrutta la vulnerabilità e il bisogno del donatore per causare un danno permanente che potenzialmente ne comprometterebbe ulteriormente la sua condizione. Per analogia la Gpa che preveda un compenso alla donatrice, che non sia strettamente legato agli oneri legati alla gravidanza, dovrebbe essere considerata alla stregua di commercio di organi. Ed è infatti severamente vietato in tutti i Paesi in cui la Gpa è autorizzata.
Alla luce di queste considerazioni è già incomprensibile che la Corte costituzionale abbia negato a delle persone affette da malattie gravi il diritto costituzionale alle cure, ma è intollerabile e offende la coscienza e il buon senso che, con il supporto della nostra presidente del Consiglio, colleghi parlamentari concepiscano l’idea di considerare la Gpa «reato universale» – formula per altro giuridicamente inesistente – con privazione della libertà individuale. Questo, se possibile, connota ancora una volta la natura intrinsecamente illiberale di questa coalizione di maggioranza che confeziona a scadenza regolare nuovi reati.
Questo mio ragionamento trascura consapevolmente la Gpa effettuata da coppie dello stesso genere. In questi casi va tutelata in via prioritaria il diritto oggi negato dei bambini già nati con questa procedura all’estero ad avere dei genitori e quindi affrontare questa materia senza pregiudizi e contrapposizioni ideologiche consapevoli delle problematiche di natura giuridica etica e religiosa che la Gpa può evocare in questi casi.
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