- Vuoi guidare in autostrada? Devi avere la patente. Il green pass funziona esattamente così: se vado al ristorante o al cinema, oppure se salgo su un treno.
- Voglio essere sicuro che quelli attorno a me non siano pericolosi portatori del virus, perché se mi sono vaccinato io per proteggere me stesso e gli altri, non vedo perché non lo debbano fare tutti.
- E se scegli di non vaccinarti, mi spiace, ma non puoi avere le stesse libertà che ho io, così come se non vuoi prendere la patente non puoi guidare in autostrada. Non è una limitazione della loro libertà, anzi sono loro – i non vaccinati - che limitano la mia, e che mettono in pericolo me.
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cecilia fabiano
Quando guido la mia moto in autostrada, la guido perché ho una patente che certifica che io so guidare una moto a 130 chilomteri all’ora. E per tutelare la mia sicurezza, esigo che tutti quelli che guidano moto e macchine in autostrada attorno a me abbiano anche loro la patente, che certifica che anche loro sanno guidare e non rischiano di schiantarsi contro di me, uccidendomi. Il fatto che io chieda a loro di essere patentati limita forse la loro libertà? No.
Obbedisce a regole condivise dalla società civile, mi dice che chi guida in autostrada come me dovrebbe presumibilmente conoscere le regole della strada, e mi rassicura del fatto che non sto correndo in mezzo a un branco di pericolosi incapaci.
Vuoi guidare in autostrada? Devi avere la patente. Il green pass funziona esattamente così: se vado al ristorante o al cinema, oppure se salgo su un treno, voglio essere sicuro che quelli attorno a me non siano pericolosi portatori del virus, perché se mi sono vaccinato io per proteggere me stesso e gli altri, non vedo perché non lo debbano fare tutti. E se scegli di non vaccinarti, mi spiace, ma non puoi avere le stesse libertà che ho io, così come se non vuoi prendere la patente non puoi guidare in autostrada.Non è una limitazione della loro libertà, anzi sono loro – i non vaccinati - che limitano la mia, e che mettono in pericolo me.
Cosa cambia per i vaccinati
Vi spiego il perché. Ormai ci sono decine se non centinaia di articoli scientifici che provano che il vaccino diminuisce enormemente il rischio di malattia grave, e quindi di ospedalizzazione e di morte a causa del Covid, e inoltre diminuisce anche il contagio, cioè la trasmissione del virus. Per essere più precisi, chi è vaccinato ha un rischio del 95 per cento inferiore di ammalarsi gravemente e di finire in ospedale rispetto a chi non è vaccinato.
Quindi, se in una determinata popolazione su 1000 individui 100 si ammalano gravemente e finiscono in ospedale tra i non vaccinati, tra i vaccinati se ne ammalano gravemente e ce ne finiscono solo 5. 100 a 5. Inoltre, chi è vaccinato ha un rischio del 95 per cento inferiore di morire rispetto a chi non è vaccinato: quindi, se in una determinata popolazione su 1000 individui 100 muoiono per Covid tra i non vaccinati, tra i vaccinati ne muoiono solo 5.
Infine, chi è vaccinato ha un rischio del 50 - 70 per cento inferiore di contagiarsi, cioè il vaccino diminuisce la trasmissione del virus, come dimostrano molti studi. Ad esempio, uno studio di scienziati inglesi dal titolo: Effetto della vaccinazione sulla trasmissione domestica del Sars-CoV-2 in Inghilterra, pubblicato sulla prestigiosa rivista Lancet, mostra che nelle case in cui c’è un individuo infetto dal coronavirus chi è vaccinato ha una probabilità di essere da lui contagiato del 50-60 per cento inferiore a chi invece non è vaccinato.
In sintesi, chi è vaccinato rischia molto di meno di ammalarsi e di morire rispetto a chi non è vaccinato. Però, nessun vaccino ha un’efficacia del 100 per cento (quelli contro il Covid hanno un’efficacia enorme, del 95 per cento) quindi anche chi è vaccinato ha un seppur piccolo rischio di ammalarsi e di morire.
Se si infetta un vaccinato
Ma non finisce qui. Ci sono tanti articoli scientifici che mostrano che un non vaccinato, se viene infettato dal virus, è contagioso per giorni o settimane, mentre un vaccinato, se viene infettato dal virus, è infettivo solo per poche ore.
Per esempio, uno studio di scienziati di Singapore dal titolo: Cinetica virologica e sierologica della variante delta del Sars-CoV-2 in vaccinati dimostra sì che al giorno 1 un vaccinato ha una carica virale uguale e una stessa probabilità di infettare gli altri di un non vaccinato; però, in un vaccinato, che ha un sistema immunitario già pronto a combattere il virus perché addestrato dal vaccino, la carica virale inizia subito a diminuire: così, già dopo 3-5 giorni un vaccinato ha una carica virale e una probabilità di infettare altri 100 volte inferiore a quella di un non vaccinato; dopo 28 giorni ha una carica virale e una probabilità di infettare altri 400 volte inferiore a quella di un non vaccinato.
Al ventottesimo giorno un non vaccinato ha una carica virale e una contagiosità superiore a quella di un vaccinato al quinto giorno. In pratica, un vaccinato può contagiare gli altri per 24-72 ore, chi non è vaccinato per settimane. Fate voi.
Che succede al ristorante
Quindi, perché è importante il green pass? Faccio un esempio concreto, applicando quei parametri che ho descritto sinora. Io sono a cena in un ristorante. Se i clienti sono tutti non vaccinati magari ci sono 10 individui portatori del virus ogni 100 clienti; mettiamo ci siano 10 portatori: ognuno di loro emetterà da 100 a 400 copie del virus ad ogni respiro, e dopo 100 respiri di ognuno di loro ci saranno da 100 a 400.000 copie del virus in circolo nell’aria; e se ritorneranno in quel ristorante per quattro settimane, per quattro settimane contageranno altri.
Invece, se i clienti sono tutti vaccinati ci saranno solo 4 individui portatori del virus ogni 100 clienti: mettiamo ce ne siano 4, ognuno dei quali emetterà 1 copia del virus ad ogni respiro, e dopo 100 respiri di ognuno di loro ci saranno 400 copie del virus in circolo nell’aria di quel locale.
Voi dove vorreste cenare? Nel ristorante della gente senza green pass dove ci sono 400.000 copie del virus oppure in quello dove tutti hanno il green pass e di virus ce ne sono 400? Io esigo di mangiare in un ristorante dove tutti hanno il green pass, perché, anche se io sono vaccinato e rischio pochissimo, il mio rischio tuttavia non è zero, ed è ovvio che io rischi molto di più se qualcuno mi alita in faccia 400 copie del virus ad ogni respiro, cioè non è vaccinato, anziché 1, da vaccinato.
Capite perché serve il green pass?
Perché io non voglio rischiare, voglio avere la libertà di non ammalarmi. Io sarei favorevole all'obbligo del vaccino, per il Covid, ma se non si vuole mettere l'obbligo del vaccino lasciando i cittadini liberi di scegliere, bene, si deve introdurre un "pass" che certifichi chi è vaccinato e chi no, e che limiti le cose che può fare un non vaccinato, perché tu -non vaccinato- non puoi godere delle stesse libertà mia e degli altri - vaccinati-, dato che tu sei più infettivo e contagioso di me.
Vorrei rivolgermi a a tutti i filosofi, come Massimo Cacciari o Giorgio Agamben, che si oppongono al green pass, o a tutti gli storici come Alessandro Barbero, e a tutti i docenti della scuola che hanno firmato il documento contro la sua introduzione. Certo, possono esprimere la loro “opinione”, ma se essa si basa su dati mai dimostrati o peggio su falsità scientifiche, la loro opinione non ha valore.
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