Il fondatore annuncia che il Movimento è «stramorto» ma dal suo humus può nascere nuova vita, lontano dall’ex premier. «Andate a votare o andate a funghi. Non finisce qui» promette. La replica dell’avvocato: «Voteremo di nuovo, offesa alla comunità»
Il video si intitola Sono ottimista, la colonna sonora è l’Inno alla gioia di Ludwig van Beethoven, ma Beppe Grillo arriva al volante di un carro funebre. Il «messaggio delicato» del fondatore all’indirizzo di Giuseppe Conte arriva forte e chiaro, ma del futuro non v’è certezza. Il garante deposto aveva annunciato il suo intervento lunedì, in attesa della ripetizione della votazione sulle questioni statutarie – e quindi anche sul suo incarico – tra giovedì e domenica: la performance è arrivata, anche se in tanti, dopo aver visto il video, si sono chiesti dove volesse arrivare il fondatore del Movimento 5 stelle. Nel partito cercano di mascherare la preoccupazione, ma l’attesa è per la prossima puntata del conflitto, in programma per lunedì. Grillo ha lanciato i suoi strali contro Conte, accusandolo di aver snaturato il Movimento: «Sono il custode dei grandi valori del Movimento, ormai scomparsi».
«Il modo di comportarsi di Oz (il soprannome che ha affibbiato a Conte, ndr) è stata la carta vincente per disintegrare il Movimento nella sua identità». E trasformarlo «in un partitino progressista» con «giochini» sulle alleanze «che neanche la Democrazia cristiana», come l’appoggio dei candidati dem in Liguria ed Emilia-Romagna in cambio dell’appoggio del «“ch’agg fa” con l’autobus (Roberto Fico, ndr) in Campania». E ancora: «Conte soffre di una sindrome compulsiva di ripetizione a specchio». Grillo poi accusa Conte di non averlo preso sufficientemente in considerazione. «Io come garante non intervenivo in nulla, tutti i progetti che inviavo al Mago di Oz non arrivavano mai a nulla perché non si faceva trovare. Gli ho mandato una cinquantina di progetti, meravigliosi, ma non si è fatto più trovare».
E poi, l’ambigua raccomandazione sul voto: «Andate a votare, se avete voglia, o andate per funghi. Non mi offendo, non vi conosco neanche più. Ma noi siamo quelli che aspettavamo di essere. Questo movimento avrà un altro decorso, che ci siate o no». Con il rilancio conclusivo: «Ho un’idea, ve la svelerò dopo. Non finisce qui».
Le reazioni
A via di Campo Marzio ostentano «sicurezza e serenità» e declassano il messaggio a un tentativo di «mettere le mani avanti rispetto all’esito del voto». La contraerea comunicativa parte a metà pomeriggio, con una batteria di dichiarazioni a tutti i livelli del M5s. In serata arriva Conte, che allarga l’attacco di Grillo a tutta la comunità del partito: «Combattiamo battaglie scomode, ma dispiace che persone che dovrebbero essere al nostro fianco e conoscerci si è messo ai margini e si dimostra disinformato». Poi, la raccomandazione di andare a votare, in modo da raggiungere il quorum.
Con sfumature diverse anche gli altri eletti danno tutti la stessa lettura del video: il fondatore è stanco, forse anche preoccupato e con queste minacce sta esalando il suo ultimo «rantolo» politico. «D’altra parte, il voto l’ha chiesto lui: non poteva esplicitamente invitare all’astensione, ma fa capire che non partecipare al voto è la cosa giusta da fare».
Il partito cerca anche di smentire il comico su punti specifici, come l’accusa sulla scarsa attenzione ai suoi progetti. «A differenza di ciò che oggi Beppe Grillo sostiene nel suo videomessaggio, le sue proposte e le sue suggestioni sono sempre state recepite e inserite nei nostri programmi» dice Gianluca Perilli, ex capogruppo al Senato e coordinatore del Comitato nazionale Progetti. «Mi sono sempre premurato di raccogliere e inserire nei nostri programmi tante delle proposte e degli spunti».
Al notaio-deputato Alfonso Colucci invece l’arduo compito di anticipare una possibile battaglia legale su simbolo o statuto. «Una eventuale iniziativa legale di Beppe Grillo non ha alcun fondamento giuridico né pregio politico». La posizione del Movimento «è solida sia dal punto di vista del simbolo, che dal punto di vista dei deliberati assembleari. Una qualsiasi azione che venisse proposta è destinata a fallire e probabilmente a configurare anche un’ipotesi di azione temeraria».
Colucci tira in ballo la decisione del 2021 presa dal tribunale di Napoli sullo statuto impugnato, dove i giudici hanno dato ragione al Movimento. Lorenzo Borrè, avvocato dei “ribelli”, invece chiama in causa un’altra sentenza del tribunale di Genova sulla proprietà del simbolo che ne riconosce la paternità a Grillo, oltre a ricordare che la decisione di Napoli riguarda «solo la pronuncia sulla competenza territoriale, non sul merito». Ma torna anche sul rigetto della seconda impugnazione: «Credo che la declamata sicurezza andrebbe letta alla luce della sentenza della Corte di Cassazione del febbraio 2024, le cui spese di soccombenza sono state pagate dall’associazione che oggi ostenta sicurezza» spiega a Domani.
In tanti si aspettavano una fuga in avanti di Grillo su simbolo o mandato, che però oggi Danilo Toninelli continua a non escludere: «Grillo si riprenderà sicuramente il simbolo. Basta dare mandato legale per impedire a Conte l’utilizzo del simbolo». «Niente più di un bluff» ha detto invece Conte ai suoi, ascoltando il messaggio. Ma la chiusa del suo discorso lascia aperte tante ipotesi: c’è pure chi si aspetta la fondazione di una nuova forza politica. Certo, resta il dubbio con chi metterlo in piedi e su quali voti si potrebbe contare. Improbabile che lo possa seguire qualcuno degli eletti, tutti molto legati a Conte – «si è degnato di parlarci soltanto una volta, il resto del tempo l’ha passato al Forum» è il ragionamento che circola tra i parlamentari – ma anche i grillini nella base si sono sentiti abbandonati negli ultimi mesi.
«Sono tre anni che facciamo da soli, l’ultimo contributo l’ha dato quando ci ha portato nel governo Draghi», ragiona chi non vorrebbe trovarsi a scegliere tra il “partito di Conte” e il “Movimento dei puri di Toninelli”. Ma Grillo resta imprevedibile, e non è chiaro cosa c’è da aspettarsi lunedì, dopo il voto che probabilmente lo escluderà definitivamente dal M5s. Le aspettative però sono alte: «È un artista, ha bisogno di godersi il suo show. Ma ha alzato troppo il tiro, ha raccomandato ai dirigenti di farsi un altro simbolo» dice chi lo conosce bene. E c’è chi sussurra che a via di Campo Marzio stiano già lavorando su un altro nome, con logo annesso.
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