La procura ha chiesto il fallimento di Ki Group. La ministra ha ancora le quote nella società che non ha pagato fornitori e tfr dei dipendenti, tramite un’altra società che prende i soldi dallo stabilimento di Forte di Marmi
Era il 5 luglio quando la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, declamava nell’aula di Palazzo Madama: «In questi anni ho raccolto importanti successi imprenditoriali di cui vado orgogliosa e sono anche fiera di aver dato lavoro a tante persone», mettendo in secondo piano tutti coloro che invece vantano crediti e i lavoratori rimasti senza tfr.
Il 15 settembre la procura ha dichiarato che verrà richiesta «la liquidazione giudiziale per Ki Group Srl», la società che si occupa di alimentari biologici, acquisita come omonima Spa quando Santanchè era senatrice e sottosegretaria del governo Berlusconi, con l’ex fidanzato Canio Mazzaro a capo della cordata nel 2011. Da allora la condizione economica è andata peggiorando, fino a quando non sono arrivati i licenziamenti.
I due, come raccontato da Report, si sono avvicendati più volte alla presidenza del cda di Ki Group e della controllante Bioera, assegnandosi compensi che nel tempo sono arrivati a superare i 600mila euro all’anno. In meno di nove anni, solo come stipendi per le cariche sociali, Daniela Santanchè si è portata a casa due milioni e mezzo di euro e Canio Mazzaro sei.
Il rapporto col Twiga
La ministra durante l’audizione ha specificato che da gennaio del 2019, «per meno di due anni», quindi fino al 2021, ha assunto una «carica sociale in Ki Group Srl senza alcun potere operativo». Da allora, ha detto, «sono cessata da tutte le cariche sociali in tale gruppo e ho messo una cesura totale con loro dopo che già un anno prima ero rimasta pro forma nel consiglio». Le testimonianze di dipendenti e fornitori dicono il contrario.
Comunque, a quanto riferito dalla stessa ministra, ha sempre avuto quote nella società: «La mia partecipazione in Ki Group Srl, di cui alcune televisioni e testate giornalistiche hanno parlato diffusamente, trattandola come se fosse una grande notizia, non ha mai – ripeto mai – superato il 5 per cento».
Secondo quanto ricostruito da Domani, quel 5 per cento è strettamente legato alle sue altre iniziative imprenditoriali, visto che è detenuto da Immobiliare Dani.
Nel procedimento per evitare il fallimento delle sue aziende Visibilia (l’editore di Novella 2000) sono stati depositati alcuni atti dai legali della ministra. Nel ricorso per la ristrutturazione dei debiti è scritto in maniera molto chiara che il debito da 1,9 milioni con il fisco (con l’accordo diventeranno 1,2 milioni) verrà pagato anche con gli introiti di Immobiliare Dani tramite un’altra società: la Ldd Sas, che ha in mano la gestione del Twiga, stabilimento dal quale ufficialmente la ministra era uscita con la vendita delle quote al nuovo compagno, il falso nobile Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena.
La partecipazione di Immobiliare Dani S.r.l. in Ldd sas è del 50 per cento, l’altra metà è di Dimitri Kunz d’Asburgo Lorena». Inoltre, per concludere, da Ldd «Immobiliare Dani (cioè Santanchè, ndr) percepisce il 90 per cento degli utili».
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