Il centrodestra non ha rinunciato alla tradizione di chiudere la campagna elettorale con tutti i leader, anche in Basilicata. Sul palco di Potenza del candidato uscente di Forza Italia, Vito Bardi, erano presenti tutti: Matteo Salvini, Antonio Tajani Maurizio Lupi e la premier Giorgia Meloni.

Bardi ha detto che «l’unica risorsa di questa regione è la coalizione di centrodestra» e sottolineato che «ci rivolgiamo al governo per il problema delle infrastrutture, ma la Basilicata è una risorsa a livello nazionale perché abbiamo il petrolio e stiamo lavorando per l’hub energetico sul territorio», ha detto l’ex generale, sostenuto da sette liste.

Il vicepremier Tajani ha sottolineato il fatto che sul palco ci fossero tutti i leader, «noi siamo veramente uniti e coesi, anche se i nostri avversari dicono il contrario» ed «è importante il segnale di veder sfilare tutti i leader insieme, per sostenere lo stesso candidato. Così faremo in tutte le regioni e i comuni dove si voterà a giugno». Ha poi ricordato il bonus gas e il bonus acqua introdotti con la guida di Bardi e «il governo guarderà con attenzione alla Basilicata, perché il paese non cresce se non cresce il sud», ha detto, parlando di necessità di aumentare le pensioni minime a mille euro e ricordando su questo l’impegno di Silvio Berlusconi.

Salvini verso le europee

Anche Matteo Salvini ha detto che «il centrodestra è davanti e la sinistra è divisa», ma il suo intervento ha messo velocemente da parte Bardi e tenuto al centro gli interventi del suo ministero: «Tre miliardi per rimettere a posto le strade, almeno il doppio per le ferrovie», è stata la premessa. Poi il suo è stato un assaggio della campagna elettorale per le Europee: «Chi sceglie la Lega sceglie un modello di vita, il nostro paese deve essere accogliente ma abbiamo il dovere di bloccare l’immigrazione clandestina insostenibile, che mi è costato un processo a Palermo» e ancora «L’Europa va cambiata completamente, si tengano a Bruxelles la carne sintetica, il formaggio finto e la farina di grilli». Per finire con l’affondo sui diritti: «Non esistono il genitore 1 e 2 ma solo mamme e papà, e l’utero in affitto è un crimine contro l’umanità, come dice il Papa».

La piazza ha riservato il maggior applauso a Giorgia Meloni, intabarrata in un piumino bianco contro i 7 gradi di Potenza. «Per me è una boccata d’ossigeno tornare in piazza per avere l’energia di fare questo lavoro difficile», ha detto come già aveva fatto dal palco di Pescara per Marco Marsilio. Nel suo intervento, infatti, ha riciclato molti degli slogan già usati in Abruzzo come le «infrastrutture di cittadinanza», ricordando il miliardo di euro con in fondi di coesione portato in Basilicata.

Anche lei ha ricordato l’unità «da trent’anni a questa parte del centrodestra, stiamo insieme per scelta. Non credete alle fake news sul fatto che litighiamo». Ha fatto la lista dei provvedimenti presi dal suo governo, in particolare «il record occupazionale e di lavoro femminile, perché non abbiamo disturbato chi voleva creare ricchezza» e la riforma fiscale con quello che lei chiama “fisco amico”.

Frecciata alla Lega sull’autonomia, rivendicata come «modo per combattere il divario, perché noi individueremo i Lep e non lasceremo indietro nessuno, valorizzando le regioni virtuose, dando al sud Italia la responsabilizzazione della sua classe dirigente». Nessun cenno alle europee da parte della premier: per quelle ci sarà tempo, più importante attaccare le «fake news della stampa», sui giornalisti in carcere. Anche se l’emendamento – poi ritirato – dal relatore di FdI voleva reintrodurlo nel ddl che era pensato per cancellarlo.

© Riproduzione riservata