Oggi è uno di quei giorni in cui i giornali cartacei, già all’alba, appaiono superati dai fatti. E tuttavia sui giornali di oggi ci sono cronache e commenti da non perdere per capire che cosa sta succedendo. Nella tarda serata di ieri il centrodestra ha deciso di votare il suo candidato.

Matteo Salvini ha deciso di forzare la mano alla quinta votazione: stamattina farà scrivere sulle schede il nome di Elisabetta Casellati. Ieri gli astenuti del centro destra erano stati 441 su 453 grandi elettori attributi alla colazione. Solo dodici sono mancati. A questo punto per arrivare a 505, bastano 65 voti.

Accertato che Matteo Renzi e i suoi 52 voti non sono disponibili per un candidato di schieramento, i voti mancanti devono arrivare da qualche altra parte. Non per niente, racconta Maria Teresa Meli sul Corriere, Enrico Letta vuole convincere nella riunione di stamattina il centro sinistra ad astenersi. Teme giochetti sottobanco da parte dei suoi e anche dei 5 stelle: l’elezione della presidente del Senato segnerebbe una inevitabile crisi del governo guidato da Mario Draghi e forse a quel punto anche elezioni anticipate.

Ma perché il capo della Lega alla fine, dopo tanta agitazione e tante iniziative, si è deciso a questo passo? Antonio Polito sul Corriere della Sera analizza la particolare tendenza a lanciare, e impallinare, candidati in un vorticoso toto nomi, manifestatasi in questo frangente. Matteo Salvini è il “citofonatore” della Repubblica. Mutatis mutandi, il “Capitano” ricorda l’attivismo del povero Pier Luigi Bersani quando riuscì a distruggere in pochi giorni la reputazione di grandi personaggi come Franco Marini e Romano Prodi. Forse la chiave è nella vita di coppia.

LA COPPIA PER ORA VINCENTE DEL TTD

Non ci riferiamo a Francesca Verdini. A Monte Cavallo siamo No Gossip. A suo tempo sostenemmo che il colle del Quirinale ha sempre avuto a che fare con la coppia di potere: da Romolo e Remo, ai dioscuri, fino ai santi Pietro e Paolo effigiati sul portone del palazzo. E anche la partita di questa snervante elezione sembra un doppio a tennis.

Da una parte la coppia Sergio Mattarella e Mario Draghi, che in qualche modo continuano a giocare insieme, dall’altra quella di Matteo Salvini e Giuseppe Conte, i sodali giallo verdi del primo esecutivo sovranista e populista della storia italiana. I due, nota la cronaca di Repubblica, sono ampiamente sospettati di costituire il vero asse trasversale di questi giorni: giocano di sponda anche contro parte dei loro rispettivi schieramenti. 

Veri uomini chiave del fronte TtD, Tutto tranne Draghi. Impediscono, in un vortice di toto nomi, un secondo mandato di Sergio Mattarella o l’elezione di Mario Draghi, le uniche due soluzioni che darebbero stabilità al governo e al Paese. 

IL PALAZZO È SEMPRE PIÙ LONTANO

Il Presidente della regione Piemonte, Alberto Cirio, ha detto ad Aldo Cazzullo (riportato nei suoi tweet): «Non si ha idea di quanto la gente si incazzi per i voti burla. Mi chiamano artigiani di Cuneo, imprenditori di Biella: “a noi raddoppiano la bolletta e voi votate Nino Frassica!” Basta, l’elezione del presidente della Repubblica è una cosa seria».

Anche Carlo Galli su Repubblica riflette su una Montecitorio sempre più alla deriva rispetto ai problemi concreti della gente. Paradossalmente la politica, volendo recuperare un terreno che ritiene perduto a favore dei tecnici, alimenta con il comportamento di questi giorni, l’anti politica. “Fate presto”, titola il Quotidiano Nazionale e non sbaglia. A chi dice che per Leone ci vollero 23 votazioni, per Pertini 16 e idem per Scalfaro, va ricordato che il tempo della comunicazione e della politica sono radicalmente cambiati da allora.

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