- Sono passati dieci anni dalle stragi siciliane, tutti i grandi boss di Cosa nostra – escluso Bernardo Provenzano, ancora ben protetto – sono stati catturati e marciscono nelle segrete dell’Asinara, di Sollicciano, dei Pagliarelli di Palermo.
- Dal 1992 in Sicilia non si spara un solo colpo, dopo l’inferno di Capaci e di via D’Amelio c’è un silenzio irreale. I padrini, dopo le bombe, garantiscono al popolo mafioso che «la politica avrebbe cambiato le cose».
- È il secondo tempo dei rapporti fra Silvio Berlusconi e Cosa nostra. Non c’è più lo “stalliere” di Arcore, c’è sempre Marcello Dell’Utri, non ci sono più i Bontate e i Grado e Tanino Cinà usciti definitavamente di scena con la guerra tra le famiglie ma adesso ci sono gli zombie del 41 bis.
Il nulla dopo le promesse, la mafia delusa dal Cav


13 giugno 2023 • 20:38