- Come si fa a prestare attenzione a tutti i provvedimenti a tema lavoro che il (la) premier Giorgia Meloni enuncia ed enumera, quando abbiamo davanti uno dei pezzi di regia più belli della stagione?
- Lo spottone by Meloni pare l’ideale spin-off italiano si Succession, in cui Shiv, l’unica figlia femmina di Logan Roy, prende la guida dell’azienda di famiglia e annuncia i cambiamenti previsti per il prossimo futuro.
- Il finale, con ingresso dentro il Consiglio dei ministri con i Tajani & Co. tutti schierati e sorridenti, apre a una specie di Dottor Stranamore kubrickiano, ma con un sapore più alla Cesaroni
Come si fa a prestare attenzione a tutti i provvedimenti a tema lavoro che il (la) premier Giorgia Meloni enuncia ed enumera, quando abbiamo davanti uno dei pezzi di regia più belli della stagione? Il nostro occhio è certamente viziato, ma questa è roba da Emmy (o Oscar della tv del compianto Daniele Piombi, cioè gli Emmy che ci potevamo permettere – scelgo quelli perché i Telegatti sono troppo milanesi).
Una cosa a metà tra le 73 Questions di Vogue America e l’Arca russa di Sokurov, visto il setting nel vecchio palazzo del potere. Però viene in mente anche la terza, cruciale puntata della quarta stagione di Succession ora in corso, l’episodio dello yacht dove arriva improvvisa la notizia della morte del patriarca.
Lo spin-off
Ecco, lo spottone by Meloni pare l’ideale spin-off italiano in cui Shiv, l’unica figlia femmina di Logan Roy, prende la guida dell’azienda di famiglia e annuncia i cambiamenti previsti per il prossimo futuro. Di Shiv la nostra Meloni sfoggia anche i look: i tailleur dritti con un twist fashion (qui il doppiopetto smanicato coi bottoni d’oro, forse poi ha fatto un salto al Met Gala) che però fanno sempre “donna di potere”. Di Shiv la nostra Meloni conserva anche le incertezze, le pause, le piccole papere che la rendono #unadinoi, e difatti la recitazione, con quel tanto di improvvisazione che basta, è impeccabile.
Come si fa a prestare attenzione a tutti i provvedimenti a tema lavoro che il (la) premier Giorgia Meloni enuncia ed enumera, quando abbiamo davanti una specie di video à la Open Door di Architectural Digest (sempre le cose che solo gli americani sanno fare bene), cioè un home tour di palazzo Chigi come non l’avevamo mai visto fino a ora? Ci sono gli stucchi e gli specchi ma pure il mobile simil-Ikea per la tv, e il bonsai ancora nella carta verde piazzato come centrotavola vicino agli ovetti dell’ultima Pasqua, e la copia della Madonna della seggiola di Raffaello sopra la solita immancabile stampante ministeriale.
Il taglio c’è
A 1:11 il taglio del montaggio c’è e si vede, non è come Hitchcock che in Nodo alla gola l’aveva camuffato dandoci l’illusione della ripresa no-stop. Ma va bene così, anche questo amplifica l’effetto di cinéma vérité – o docuserie, visti i tempi audiovisivi che corrono – che ci troviamo davanti agli occhi. Siamo tra il discorso di Capodanno del presidente della Repubblica, però in movimento, e una specie di diretta Instagram in cui puoi quasi immaginare i cuoricini mandati in tempo reale dai follower (o i commenti “Giorgia, mi saluti?”). Dicono che questo video è la risposta del governo al concertone “de sinistra” del primo maggio, chissà.
Il finale, con ingresso dentro il Consiglio dei ministri con i Tajani & Co. tutti schierati e sorridenti, apre a una specie di Dottor Stranamore kubrickiano, ma con un sapore più alla Cesaroni. Il (la) premier Giorgia Meloni suona la campanella, sorride anche lei in macchina e… cut! Attendiamo trepidanti il prossimo episodio.
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