I magistrati della procura di Roma hanno aperto un fascicolo per istigazione all’odio razziale per le affermazioni contenute nel libro del generale, Il mondo al contrario.
Un generale sotto assedio. Alle inchieste su spese e rimborsi di Roberto Vannacci, adesso se ne aggiunge un’altra. I magistrati della procura di Roma hanno aperto un fascicolo per istigazione all’odio razziale per le affermazioni contenute ne Il mondo al contrario, il libro del militare pubblicato la scorsa estate, diventato un caso politico-letterario alla luce delle oltre 200mila copie vendute.
L’indagine sarebbe partita dopo alcune denunce presentate da una serie di associazioni. Sotto la lente degli inquirenti ci sono le frasi del generale, secondo cui gli omosessuali sarebbero persone «non normali» e i suoi riferimenti offensivi nei confronti delle femministe e delle persone di diversa etnia.
Un’altra grana per Vannacci, pronto a fare il grande salto in politica in vista delle europee: la Lega di Matteo Salvini è pronta a offrirgli il posto di capolista in tutte le circoscrizioni – esclusa quella sud e isole – alle elezioni del prossimo giugno.
Anche per questo, dopo la notizia dell’apertura della nuova indagine, dal partito sono arrivate parole di sostegno: «Indagini che sono medaglie. Vecchi metodi del vecchio sistema. Avanti generale, avanti insieme, avanti Italia!».
La difesa del generale
«L’unica istigazione fatta è quella alla riflessione e alla lettura. Nessuna istigazione all’odio», ha commentato invece Giorgio Carta, uno dei legali del militare.
«Sarà un caso: il generale Vannacci vuole forse candidarsi con la Lega? Tre, due, uno, indagato», ha commentato il vicepremier e segretario leghista Matteo Salvini. «A me farebbe molto piacere se fosse uno dei portabandiera della Lega nelle nostre battaglie di libertà, di democrazia, di civiltà. Se lo stimavo fino a ieri, lo stimo ancora di più oggi», ha detto rafforzando il suo appoggio all’ufficiale dell’esercito.
Oltre all’indagine per istigazione all’odio razziale, ci sono tre magistrature al lavoro su spese e rimborsi: quelle ordinaria e militare indagano sull’ipotesi di reato di peculato e truffa, mentre quella contabile dovrà stabilire se c’è stato un danno erariale.
L’accusa di peculato e truffa
Tutto riguarda il periodo in cui Vannacci era addetto militare all’ambasciata italiana a Mosca, tra il febbraio 2021 e il maggio 2022.
Le indagini sono partite dopo una dettagliata relazione del ministero della Difesa con tre contestazioni. La prima è quella di aver percepito illecitamente l’indennità di servizio per i familiari, anche se non erano con lui in Russia. Poi ci sono alcune spese per benefit legate all’auto di servizio, che non avrebbero avuto autorizzazione. Infine una serie di rimborsi per eventi e cene che in realtà non avrebbero avuto luogo.
Al di là del merito la vicende assume inevitabilmente i contorni di uno scontro politico. A nessuno sfugge, infatti, che il ministro della Difesa è Guido Crosetto, uomo forte di Fratelli d’Italia. E tra i leghisti che ci pensa che le indagini su Vannacci altro non siano che un modo per azzoppare un candidato forte del partito alle prossime europee.
«Non faccio alcuna dichiarazione al riguardo, sono temi che riguardano il mio servizio, dico solo che sono molto sereno e che riferirò nelle sedi opportune», ha dichiarato Vannacci. Dura è la posizione dei suoi colleghi iscritti al sindacato dei militari, «Se queste accuse venissero confermate rappresenterebbero una gravissima lesione dei principi su cui si fondano le forze armate», ha commentato il segretario Luca Marco Comellini, che ha chiesto al procuratore militare di Roma di considerare il sindacato «persona offesa e parte civile».
A dare vigore alle accuse presenti nella relazione ministeriale arrivate ai magistrati sono le dichiarazioni di un supertestimone. È il colonnello Vittorio Parrella che ha preso il posto di addetto militare di Vannacci nel 2023.
Dopo essersi insediato sarebbe stato lui a segnalare le anomalie e le criticità che avrebbe commesso nella gestione amministrativa il futuro candidato della Lega. Dopo l’incarico in Russia, Vannacci aveva assunto il comando dell’Istituto geografico militare di Firenze.
Ad agosto, dopo la pubblicazione del libro, c’era stata già una prima indagine da parte dello stato maggiore dell’esercito: l’inchiesta, formalmente aperta a novembre, è ancora in corso ed è volta ad accertare infrazioni disciplinari da parte di Vannacci.
Che a dicembre è stato spostato al Comando delle forze operative terrestri, come collaboratore del vicecomandante. «Un incarico di staff, privo di proiezioni esterne alla Difesa», aveva chiarito il ministro Crosetto. Ma Vannacci non sembra più avere bisogno della divisa per le sue “proiezioni esterne”. Alla mimetica sembra ormai preferire giacca e cravatta. E alla trincea un seggio all’europarlamento.
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