Tutela dei prodotti italiani e un’etichettatura più attenta al consumatore, la battaglia sulle risorse da destinare all’agricoltura e un fermo “no” al Nutriscore, l’etichetta a semaforo. Ma soprattutto più soldi al settore.

La Coldiretti ha lanciato la sua assemblea nazionale, a Roma, con precise parole d’ordine e lo slogan «Giù le mani dalla dieta mediterranea», già lanciato nelle scorse settimane.

Polemiche di settore

Aprendo lo scontro tra organizzazioni agricole e senza lesinare complimenti al governo, a cominciare dal ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, ha colto l’occasione di un attacco diretto al numero uno di Confagricoltura, Massimiliano Giansanti: «Non possiamo parlare di Italian style dell’agroalimentare. Perché quello è Italian sounding (la pratica di modificare nomi di brand per evocarli, ndr)».

E ha rilanciato lo scontro con l’associazione Mediterranea: «Si cancelli il nome Mediterranea, è furto fatto alle generazioni future e che punta a una dieta standardizzata. Così l’Italia agricola muore, noi dobbiamo competere su qualità e biodiversità, sulla distintività».

Von der Leyen e agricoltura

Ma, sebbene il tema dell’agricoltura sia stato centrale, l’Europa ha inevitabilmente calamitato il dibattito. La nomina di Ursula von der Leyen e il discorso programmatico sono diventati i temi principali, non solo per il parterre degli ospiti, tra cui c’erano i ministri Antonio Tajani, Raffaele Fitto e appunto Lollobrigida, mentre per le opposizioni sono intervenuti il capogruppo del Pd al Senato, Francesco Boccia, e il leader del Movimento 5 stelle, Giuseppe Conte.

Proprio l’ex premier ha incassato un ringraziamento da parte di Prandini per come ha gestito il periodo della pandemia. Anche se l’uomo più atteso era Fitto, dato in procinto di approdare alla commissione europea. Alla domanda specifica, il ministro del Pnrr si è sottratto: «A questo non rispondo». Dal palco, invece, Bruno Vespa, nel ruolo di intervistatore, ha chiaramente fatto riferimento al futuro incarico dell’ex presidente della regione Puglia.

Il presidente della Coldiretti Prandini ha parlato molto della votazione di ieri e ha fatto professione di ottimismo sul ruolo del governo in Ue: «Non penso che ci sarà nessun tipo di ripercussione rispetto al voto che c'è stato ieri a favore della riconferma di Von Der Leyen.

«L’Italia è un paese di fondamentale importanza per quanto riguarda gli equilibri di carattere europeo e comunitario», ha detto in riferimento alla decisione di Giorgia Meloni di votare “no”.

Da qui l’auspicio del numero uno dell’associazione degli agricoltori a ricevere una «delega importante». L’approccio dell’associazione nei confronti di von der Leyen è stato quantomeno prudente, se non scettico: alla presidente della commissione è stata addebitata una gestione troppo attenta al Green deal e meno al comparto agricolo.

Richiesta di risorse

Il cuore dell’iniziativa è comunque quello della richiesta di un maggiore investimento pubblico per favorire l’agricoltura. «È essenziale che la nuova Commissione Ue faccia salire il budget per l’agricoltura per evitare che la produzione alimentare europea crolli, mettendo a rischio i 620 miliardi di euro del sistema agroalimentare italiano e favorendo le importazioni dai Paesi terzi», ha messo nero su bianco la Coldiretti in un documento firmato dal presidente.

La richiesta è stata quindi consegnata: «Servono più risorse per colmare il gap con Usa e Cina che garantiscono ai rispettivi settori molte più fondi»­.

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