A Montecitorio sfilano le lobby dei cacciatori. La maggioranza accelera per intervenire sui vincoli dell’attività venatoria con la proposta di legge del leghista Bruzzone
Più caccia per tutti. Il tutto sotto l’ombrello della battaglia all’emergenza-cinghiali. Il grimaldello perfetto, con grande presa anche sull’opinione pubblica, per avviare lo scardinamento dell’attuale legge sull’attività venatoria.
Dopo qualche passo incerto, in primis l’idea (abiurata) di abbassare a 16 anni la possibilità di prendere un'arma in mano, la destra al governo ha deciso di accontentare una delle lobby preferite, granaio di voti prezioso. Ancora di più in vista delle prossime Europee.
Il progetto di intervenire sui vincoli alla caccia procede infatti spedito. Per questo le più importanti associazioni rappresentative dei cacciatori sono pronte, questa mattina, a sbarcare alla Camera, seppure in videoconferenza, per spiegare la necessità di eliminare gli attuali lacci.
Riforma in canna
L’operazione è stata lanciata con la proposta di legge depositata alla Camera, a prima firma di Francesco Bruzzone, deputato della Lega, con la passione – nemmeno a dirlo – della caccia. E con un cursus honorum da idolo dei cacciatori.
Già nei giorni scorsi l’iniziativa aveva fatto discutere: il testo era stato incardinato in commissione con tanto di allarme di ambientalisti e animalisti. E, a differenza di altri testi che vengono presentati e finiscono nei cassetti del parlamento, quello di Bruzzone ha trovato una corsia preferenziale grazie a una maggioranza molto ricettiva sul tema. L’accelerazione si è materializzata nei giorni scorsi, quando l’attenzione mediatica intorno al progetto era un po’ calata.
La commissione Agricoltura alla Camera ha invitato per le audizioni - con una mail del 26 gennaio - le associazioni venatorie, tra cui Federcaccia, Associazione nazionale libera caccia e Comitato nazionale caccia e natura (Cncn).
Nulla di strano, visto l’oggetto del provvedimento: la motivazione ufficiale della convocazione è che si parla di caccia, quindi occorre dialogare con chi è del settore. Ieri, a tal proposito, sono state ascoltate alla Camera, le organizzazioni contrarie al contenuto della legge.
Diventa tuttavia significativa la tempistica, che ha il sapore del blitz: la proposta di Bruzzone è stata depositata a metà novembre, poco più di due mesi fa (tante volte i testi giacciono nei cassetti per anni senza mai avviare la fase di audizione), e viene calata sul tavolo del confronto a Montecitorio proprio mentre la campagna elettorale per le Europee si avvicina.
Al netto dei ragionamenti politici, resta il fatto che nella giornata di oggi illustreranno le loro ragioni in commissione alla Camera. Tra le sigle spicca proprio la Cncn, emanazione dell’Associazione nazionale produttori armi e munizioni (Anpam), la Confindustria delle armi. Tra i consiglieri del comitato ci sono anche i rappresentanti della società Fiocchi, multinazionale delle munizioni, di cui un manager storico è stato Pietro Fiocchi (dimessosi dall’incarico nel 2019), eurodeputato di Fratelli d’Italia. Insomma, dalla Lega di Bruzzone a FdI di Fiocchi, passando per Forza Italia, l’interesse è comune.
Deregulation venatoria
Ma cosa prevede la legge immaginata da Bruzzone? Da buon leghista viene prospettata una regionalizzazione delle regole sulla caccia: le amministrazioni avrebbero potere legislativo sulla materia. In alcune Regioni, specie laddove la lobby dei cacciatori è più forte si prospetterebbe una totale deregulation. Con un’ulteriore novità: il numero di animali "cacciabili" diventerebbe variabile in base alla disponibilità.
Un cambiamento che potrebbe essere salutato positivamente, sempre che i criteri siano univoci. Il vero cambio di passo è però nell’uso delle tecnologie, con il via libera all'impiego di raggi infrarossi per aumentare il campo di azione dei cacciatori. E questo è il solo testo-base non sono ancora contemplati dei cambiamenti. Facile pensare il tipo di emendamenti che hanno in canna i deputati della maggioranza.
Inevitabile la levata di scudi di animalisti e ambientalisti. «La proposta in discussione non prevede alcun rafforzamento del sistema sanzionatorio, che al contrario viene modificato solo per eliminare alcune sanzioni, di vigilanza e di tutela delle specie», hanno sottolineato varie associazioni, dal Wwf alla Lipu, nella memoria depositata in commissione Agricoltura alla Camera.
E dalle opposizioni ha fatto sentire la propria voce la capogruppo alla Camera di Alleanza verdi-sinistra, Luana Zanella: «La Lega vuole cancellare il silenzio venatorio e ammettere tutti i richiami vivi. Se questa proposta di legge va avanti il paese andrà molto indietro». Una rivoluzione a suon di proiettili. E così se “gli spari sopra” hanno finora evocato il titolo di un album di Vasco Rossi, con la destra al potere rischia di essere lo slogan preferito dagli amanti della caccia.
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