Nelle manifestazioni si sa, un conto sono i dati degli organizzatori, e un altro quelli della questura. Abbondanti i primi, molto prudenti i secondi, ma resta inspiegabile il dato che Matteo Salvini continua a dare ogni anno
Nelle manifestazioni si sa, un conto sono i dati degli organizzatori, e un altro quelli della questura. Abbondanti i primi, molto prudenti i secondi, ma resta inspiegabile il dato che Matteo Salvini continua a dare ogni anno per Pontida: centomila. E anche in questa edizione non è così, visto che le presenze sono circa 15 mila. Meno di un quinto di quanto dichiarato. Una differenza che non ha giustificazioni visto che, per chi c’è stato, che non sono centomila è visibile a occhio nudo.
Nel 2022
L’anno scorso l’entusiasmo passava dal palco: «Siamo centomila qui a Pontida. Salutiamo Enrico Letta – all’epoca ancora segretario del Pd, ndr -, lo aspettiamo qui se vuole per offrirgli un panino con la salamella», urlava dal luogo sacro dei leghisti del nord. Sui numeri forniti già allora non era arrivata conferma da parte di chi gestisce l’ordine pubblico nell’area del raduno.
Dopo aver chiesto a un poliziotto, che aveva chiamato il responsabile, era arrivata a Domani la fatale risposta: «Ci risultano 15mila persone, con una punta massima di 20mila». La differenza è notevole, la propaganda del resto fa il suo mestiere e la spara grossissima.
Nel 2023
Quest’anno il numero a prima vista sembrava anche più ridotto. Il picco dei ventimila (comunque un quinto dei centomila spacciati dalla Lega) non è stato raggiunto, nonostante l’impegno a «scrivere la storia» declamato in francese (con l’intelligenza artificiale) in occasione dell’arrivo di Marine Le Pen. I quindicimila almeno non sono calati.
Per Matteo Salvini, che ha fatto firmare l’anno scorso i sei sacri impegni di Pontida a ministri e governatori, e non ne ha raggiunto nemmeno uno, non deve essere un problema se i sogni non coincidono con la realtà. Dalla flat tax allo stop agli sbarchi, si è persino allontanato dagli obiettivi.
La questione rischia di presentarsi alle urne per tutti gli altri candidati leghisti. Nel 2018 la Lega per Salvini premier aveva toccato il 17,5 per cento delle preferenze alle politiche. Ancora meglio nel 2019, con il il 34,3 per cento alle Europee. Un numero che il partito fondato da Umberto Bossi non aveva mai visto. Gli entusiasmi padani però sono scemati, e alla fine, a settembre 2022, la Lega guidata ancora da Salvini è tornata alle elezioni nazionali e si è fermata al 9 per cento: «Caduta libera», hanno registrato le cronache. Ma in coalizione Salvini è tornato al governo con la destra.
Dopo un anno, il ritorno a Pontida da vicepremier e ministro. Alle 13:09 del 17 settembre puntuale il dato “aggiornato”: “Manifestazione di Pontida: 100mila presenti”. E l’anno prossimo si torna a votare per l’Europee. Alle politiche celebrate un mese dopo la kermesse leghista, il leader è riuscito a dimezzare le preferenze rispetto alla volta precedente, per Bruxelles mancano ancora nove mesi.
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