- La Russa ha firmato due diffide per le società «dell’amica Daniela», prima di essere eletto presidente del Senato. Ieri ha presieduto l’aula senza ravvisare alcuna questione di opportunità.
- Dopo 9 mesi di attesa, c’è stato il consiglio di presidenza in cui sono stati nominati gli organismi interni di Palazzo Madama. Finora erano stati prorogati quelli della scorsa legislatura.
- Al Senato non c’è traccia del bilancio preventivo. Il documento non è stato ancora esaminato dal collegio dei questori, lasciando che si vada avanti in regime provvisorio.
Sono giorni complicati per il presidente del Senato, Ignazio La Russa, toccato in prima persona dal caso Santanchè, nella sua vecchia veste di avvocato. Certo, fa finta di niente con lo stesso stile di chi ha ostentato i busti del Duce in casa. E comincia addirittura a prendere sul serio il ruolo di presidente del Senato, rinnovando organismi che finora aveva ignorato. Ieri era seduto sullo scranno più alto dell’aula: non ha ravvisato una questione di opportunità.
Santa La Russa
Il legame con la ministra del Turismo non è solo tra conoscenti di vecchia data, a braccetto nello stesso partito. È comprensibile per due che hanno condiviso un percorso politico. E ancora oggi sono a stretto contatto: Santanchè è coordinatrice regionale di FdI in Lombardia, la regione feudo di La Russa. Romano, fratello di Ignazio, è rientrato nella giunta di Attilio Fontana con le deleghe per la sicurezza e la Protezione civile. In passato, però, La Russa ha firmato due diffide per le società «dell’amica Daniela», prima di essere eletto alla presidenza di Palazzo Madama: era senatore di spicco di Fratelli d’Italia e vicepresidente del Senato.
Nel loro rapporto speciale, La Russa ha tenuto a puntualizzare di non essere mai stato il legale ufficiale della ministra, benché lo studio di famiglia abbia suggerito qualche consiglio. Ma che abbia conservato la tendenza a tutelare Santanchè, dal punto di vista politico, è emerso quando è stata calendarizzata l’informativa: «Deciderà lei se vuole riferire in un solo ramo del parlamento o in entrambi». Insomma, non c’è stato nulla di strano, secondo La Russa negli abiti di presidente del Senato.
Un ruolo che, peraltro, ha finora ricoperto senza lasciare segni memorabili. Abbandonate le consulenze legali, con lo studio passato nelle mani del figlio, la gestione del Senato è stata un’attività quasi secondaria. Ancora non c’è traccia del bilancio preventivo di Palazzo Madama, che solitamente viene approvato a luglio per una prassi tutta particolare da parte del Senato. Il regolamento interno di amministrazione e contabilità imporrebbe il via libera entro il 28 febbraio. Ma da sempre a dicembre viene concesso il via libera a un bilancio provvisorio tramite decreto presidenziale, senza alcun atto pubblico. Una prassi che ha accomunato tutti i presidenti del Senato del passato.
La Russa non è stato da meno, nonostante il buon esempio della Camera, che prima della fine di ogni anno approva il bilancio preventivo nell’ufficio di presidenza. Solo che luglio è arrivato e non ci sono novità in merito. La partita è principalmente nelle mani del collegio dei questori, formato da Antonio De Poli (Udc), Marco Meloni (Pd) e Gaetano Nastri (FdI), chiamato a istruire il dossier. Solo che al momento il documento non è stato esaminato.
E il presidente del Senato sta lasciando correre, senza alcuna fretta. Il suo operato è caratterizzato da un ritmo compassato su altre questioni. Il numero uno dell’assemblea ha infatti convocato il consiglio di presidenza solo martedì scorso, il 4 luglio, affrontando problemi che erano stati lasciati in sospeso da un anno. Da ottobre a oggi aveva convocato l’organismo solo per procedure di routine: ha provveduto all’insediamento ufficiale e poco altro. In settimana è stato dibattuto un punto centrale per Palazzo Madama: la gestione dei vari ricorsi sui vitalizi. La Russa ha indicato il senatore del Südtiroler Volkspartei, Meinhard Durnwalder, come il responsabile del dossier.
Rinnovi in ritardo
Dopo 9 mesi sono finalmente stati nominati gli organi giurisdizionali interni, in testa la commissione contenziosa che ha la funzione - tra le altre cose - di pronunciarsi sui ricorsi presentati dai dipendenti del Senato, in servizio o in quiescenza. L’aspetto più singolare è che finora - per garantire la continuità - erano in carica i parlamentari decaduti.
Non erano più senatori, ma potevano emettere sentenze su questioni relative al Senato perché il presidente se l’è presa comoda. I componenti saranno ora Gianni Berrino (Fratelli d’Italia), Ada Lopreiato (Movimento 5 stelle) e Alberto Losacco (Partito democratico), con quest’ultimo che dovrebbe diventare il presidente. Rinnovato poi il consiglio di garanzia, il secondo grado di giudizio al Senato, che sarà composto nella legislatura da Silva Fregolent (Italia viva), Andrea Giorgis (Pd), Adriano Paroli (Forza Italia), Sergio Rastrelli (Fdi) e Nicoletta Spelgatti (Lega). Nelle prossime ore i due organi entreranno in carica ufficialmente e potranno avviare l’esame dei documenti.
Il quadro è ben delineato. Fin dall’insediamento nell’ottobre dello scorso anno, insomma, La Russa ha pensato molto a Fratelli d’Italia, impegnandosi più a essere il dirigente di partito che il presidente del Senato, e forse anche il calcio ha occupato maggiormente i suoi pensieri. Da interista doc, La Russa è volato a Istanbul per assistere alla finale di Champions League tra Inter e Manchester City. Tanto presenzialismo, ma che non si è tradotto in un’iperattività nelle sedi istituzionali.
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