- La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese adesso non è più solo il bersaglio del leader della Lega, Matteo Salvini, ma è diventata un problema per il presidente del Consiglio Mario Draghi.
- Un crescendo di casi, dal rave nel viterbese ai tamponi gratuiti per i portuali, che ha reso difficile la posizione della ministra tecnica che mercoledì non ha avuto una parola di difesa da palazzo Chigi.
- Anzi, secondo i retroscena, il premier l’avrebbe sconfessata chiedendole di fare un passo indietro sulla circolare riguardante l’obbligo di green pass per i lavoratori dei porti.
La ministra dell’Interno Luciana Lamorgese adesso non è più solo il bersaglio del leader della Lega, Matteo Salvini, ma è diventata un problema per il presidente del Consiglio Mario Draghi. Un crescendo di casi, dal rave nel viterbese ai tamponi gratuiti per i portuali, che ha reso difficile la posizione della ministra tecnica che mercoledì non ha avuto una parola di difesa da palazzo Chigi. Anzi, secondo i retroscena, il premier l’avrebbe sconfessata chiedendole di fare un passo indietro sulla circolare riguardante l’obbligo di green pass per i lavoratori dei porti.
E Salvini ha ovviamente rincarato la dose: «Puoi avere anche un genio a fare il presidente del Consiglio, ma se la macchina è fuori controllo non vai lontano». Il leader della Lega, pur non citando direttamente la titolare del Viminale, ha detto di non avere «particolare stima né fiducia» in alcuni ministri. Quindi ha incontrato il premier al quale ha chiesto di trovare «un clima di unità e concordia». Insomma, di risolvere il “caso Lamorgese”.
L’ultimo motivo di scontro è stato per l’appunto quello del green pass. L’obbligo di esibire il certificato verde scatta per tutti i lavoratori il 15 ottobre. Ma i portuali protestano. E siccome la logistica non si può fermare, il Viminale ha raccomandato alle imprese del settore di provvedere a test gratuiti. Una posizione diversa dalla linea dura che il premier e il resto del governo hanno mantenuto sull’argomento (niente tamponi gratuiti) e che è stata ribadita da Draghi anche ieri.
Il rave
Due mesi fa Lamorgese aveva attirato l’attenzione delle cronache per giorni. Un morto e una denuncia per violenza sessuale hanno seguito il rave nel viterbese che ha tenuto banco dal 13 al 19 agosto. La massa dei camperisti è arrivata a 7mila persone. La ministra dell’Interno si è difesa – il 15 settembre – sottolineando alla Camera come gli organizzatori siano riusciti a tenere riservata fino all’ultimo momento la location: 80 ettari in aperta campagna. Quando all’1.14 del 14 una pattuglia di carabinieri ha raggiunto l’area «l’elevato numero di soggetti coinvolti», ha reso «controindicata un’azione di forza. Un intervento di sgombero dell’area avrebbe potuto determinare rischi di ordine pubblico».
A ottobre del 2020 si era ancora sotto il governo giallo-rosso, ma lei era sempre ministra, e in Italia imperversava la “guerriglia urbana”. Partita da Napoli era arrivata fino a Milano e Torino, tra lanci di bottiglie e monopattini bruciati. Poi i cortei dei ristoratori “IoApro” con gli scontri e infine il 9 ottobre 2021. L’assalto di Forza nuova alla sede del sindacato.
Forza nuova
La ministra intervenuta alla Camera in risposta a un’interrogazione di Fratelli d’Italia ha detto che il mancato intervento sul leader del partito neofascista, Giuliano Castellino, è giustificato: «Presentava l’evidente rischio di provocare reazioni violente», creando, ancora una volta, «problemi all’ordine pubblico». Su di lei si è abbattuta l’ironia di FdI, unico partito ufficialmente all’opposizione: «Se qualcuno inizia a commettere un reato lei lo lascia terminare», ha detto il deputato Paolo Troncassini.
Sabato a mezzogiorno Salvini se l’era presa con lei per l’immigrazione: «Con la Lamorgese confini colabrodo». Alle 21 chiedeva le dimissioni dopo le violenze a Roma. Per il leader della Lega è il bersaglio favorito, da maggio chiede un incontro. Draghi fino a ora l’ha difesa. Lei si è sempre detta disponibile, ma il premier non ha mai convocato il vertice. «La maggioranza – commentavano dal ministero dell’Interno quest’estate – è un pochino ampia, certe politiche vanno baricentrate». E per mantenere il baricentro, il Pd finora le aveva fatto da scudo.
Il segretario Enrico Letta però dopo sabato ha parlato di «evidenti» carenze nella gestione della protesta. Da palazzo Chigi, battono le agenzie, non hanno negato che qualcosa non abbia funzionato, ma hanno invitato a far lavorare la ministra con serenità. Poi sono arrivati i tamponi di Trieste ed è intervenuto direttamente il ministro del Lavoro, Andrea Orlando: «Io penso che costruire trattamenti diversi per persone diverse rischia solo di far aumentare il caos». Il Foglio ha riportato che palazzo Chigi le ha chiesto di tornare indietro sulla decisione. Il governo si aspetta che le proteste No-vax e no-pass proseguano, Draghi ha deciso di convocare i sindacati questa mattina. Prima Lamorgese ha assicurato di essersi mossa bene, ma ieri il comitato nazionale per l’ordine della sicurezza pubblica presieduto dalla ministra ha deciso di aumentare l’operatività della polizia sul territorio e via web. Per il G20 saranno incrementati di 500 unità i soldati dell’operazione “Strade sicure”.
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