Per i giudici il fenomeno delle schede ballerine avrebbero influito sul risultato del pirmo turno elettorale in cui il candidato sindaco Zaccheo non ha raggiunto la quota del 50 per cento dei voti più solo per 1071 voti.
A Latina le elezioni sono da rifare. Il Tribunale amministrativo del Lazio ha accolto il ricorso presentato dai candidati della lista per Zaccheo Sindaco “Latina nel Cuore” e ha annullato la proclamazione degli eletti e l’esito in 22 sezioni della città pontina.
Nel turno elettorale del 3 e 4 ottobre aveva vinto al ballottaggio il candidato sindaco Damiano Coletta, eletto con la coalizione di centrosinistra. Un risultato che ha sorpreso la politica regionale, dato che Latina è tipicamente un feudo della destra laziale. A meno di un anno di distanza, però, il neo sindaco decade dalla carica insieme agli altri consiglieri comunali.
La vicenda
Il 26 novembre 2021 alcuni candidati della lista di Zaccheo hanno presentato ricorso lamentando che «il mancato raggiungimento del 50 per cento + 1 al primo turno del candidato Sindaco Zaccheo sarebbe stato determinato da un significativo numero di voti illegittimamente assegnati e da schede elettorali
illegittimamente rendicontate nei verbali delle sezioni elettorali», scrivono nel testo presentato al Tar.
I ricorrenti lamentavano gravi violazioni di legge riscontrate durante il voto e lo scrutinio in molti Uffici elettorali: in alcune sezioni non ci sono corrispondenze tra numero di voti espressi e il numero degli elettori votanti; in altre, il numero di schede autenticate è superiore al numero di elettori.
Al primo turno Zaccheo ha ottenuto 30.433 (pari al 48,3 per cento) mentre Damiano Coletta ha ricevuto 22.469 voti (il 35,66 per cento).
Il ricorso
I giudici amministrativi hanno accolto il ricorso ritenendolo fondato vista la gravità della situazione confermata dall’istruttoria. «Il fenomeno deve essere valutato di rilevanza tale da incidere potenzialmente sul corretto risultato del primo turno elettorale, a seguito del quale il
candidato Sindaco Zaccheo non ha raggiunto la quota del 50 per cento dei voti più
uno, per uno scarto di circa 1071 voti», si legge nella sentenza.
«È evidente, infatti, che dietro l’apparente minimo scarto (tranne i casi eclatanti delle sezioni 40, 73, 95 e 103) tra il numero delle schede autenticate come risultante dai verbali delle sezioni sopra citate, e quello delle schede autenticate adoperate effettivamente dagli elettori e di quelle non utilizzate, effettivamente rinvenute dalla Prefettura, può nascondersi il fenomeno della c.d. “scheda ballerina” (consistente nel far uscire dal seggio una scheda vidimata e non votata, sulla quale viene poi scritto il nome del candidato e consegnata all’lettore che, entrando nel seggio, ritira la scheda bianca assegnatagli, depositando nell'urna non già quest’ultima ma quella consegnatagli all’esterno del seggio) destinato a incidere sulle correttezza del voto in maniera esponenziale e non determinabile a priori», spiegano i giudici.
Con queste motivazioni il Tar ha deciso di annullare e ripetere il voto che si è tenuto in 22 sezioni della città Pontina, disponendo anche la decadenza del sindaco Damiano Coletta e della giunta comunale.
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