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La presidente della Commissione è in Italia per rendersi conto dei danni dell’alluvione e ha promesso aiuti.
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Meloni ha chiesto un occhio di riguardo da parte dell’Ue e incassa il grazie del presidente dem Bonaccini, con cui continua a lavorare in tandem, ma ha allontanato il tema del commissario.
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Bilancio di giornata tutto sommato positivo, dunque, per Meloni: i suoi rapporti con von der Leyen continuano ad essere freddi, ma la visita della presidente ha rassicurato sul sostegno Ue davanti alla tragedia, accantonando le molte questioni economiche aperte.
Voleva mandare un segnale forte e non formale, Ursula von der Leyen. Per questo ha deciso di venire di persona in Italia, per vedere le conseguenze delle alluvioni che dieci giorni fa hanno piegato l’Emilia Romagna, con campi devastati e cittadine allagate, con danni ancora non calcolabili ma che, secondo le prime stime, si aggirano intorno ai 6 miliardi di euro. In scarpe da ginnastica e maniche di camicia, la presidente ha sorvolato in elicottero le coltivazioni ancora invase dalle acque e i paesi in cui tante braccia sono all’opera per spalare via il fango.
Dopo il briefing con le autorità italiane a Bologna, von der Leyen ha fatto tappa per visitare gli alluvionati romagnoli a Cesena, dove il sindaco Enzo Lattuca ha chiamato i cittadini e i volontari in piazza per incontrarla e «dimostrare come la nostra città è stata capace di reagire». Lei si è fermata, ha stretto mani e raccolto applausi, poi ha raccontato di essere rimasta colpita soprattutto dagli angeli del fango con le pale in mano. Addirittura ha sciolto la sua consueta austerità teutonica spingendosi a dire in italiano «tin bota», il dialetto romagnolo per dire “tieni botta, resisti”.
La battuta che resterà insieme alle immagini, però, è: «L’Europa è con voi», pronunciata sia in pubblico che in privato alla premier Giorgia Meloni, che puntava proprio su questo segno concreto. Incassata la solidarietà europea, infatti, palazzo Chigi e la regione Emilia Romagna hanno chiesto certezze e aiuti economici.
Accanto a von der Leyen, infatti, si sono mossi in tandem la presidente del Consiglio Giorgia Meloni – che subito dopo l’incontro a Bologna è volata a Roma per il consiglio dei ministri – e il governatore Stefano Bonaccini. I due ormai formano una coppia imprevista ma fin qui affiatata: lui ha ringraziato la premier per il sostegno, lei ha confermato che «stiamo lavorando bene insieme».
Il commissario
Sullo sfondo ma per nulla nascosto, però, è rimasta la questione della nomina del commissario per la ricostruzione: servirà tempo per indicarlo e il veto della Lega su Bonaccini ha portato la questione su un piano tutto politico che Meloni aveva fin qui tentato di evitare. Lei ha scelto di archiviare il problema e ha attaccato indirettamente gli stessi governatori di centrodestra, che in questi giorni hanno fatto sapere che il commissario dovrebbe essere il presidente della regione, a prescindere dal colore politico. «Ci sono ancora i funerali da fare», è sbottata la premier in conferenza stampa, senza però nascondere che si tratti di un nervo scoperto, «quando arriverà il tempo della ricostruzione ci occuperemo del commissario. In questo momento il principale problema non è chi spende i soldi ma trovarli».
Nelle prossime settimane, infatti, dovrà essere completata la stima complessiva dei danni, poi il governo farà «richiesta dell'attivazione del fondo di solidarietà europeo», ha annunciato la premier, mentre è già stato attivato il meccanismo europeo di protezione civile, con nove stati che hanno già offerto disponibilità. Non solo questo, però: l’Italia chiederà sostegno per accedere anche ad altri fondi europei, come quello di coesione e i fondi agricoli, «visti i problemi multiformi con cui abbiamo a che fare». Il vero punto delicato, però, è un altro e Meloni lo ha detto senza mezzi termini: «Avremo bisogno di un occhio di riguardo». In altre parole, una maggiore disponibilità generale di risorse economiche a cui accedere in modo rapido.
Il sì dell’Ue
Un sì di massima da parte della presidente della Commissione è di fatto arrivato. Von der Leyen, infatti, ha detto che nei confronti dell’emergenza è necessario avere un «approccio strutturale», ha confermato che il fondo di coesione «può essere utilizzato» e che, nel piano Next generation Eu, «ci sono 6 miliardi per la prevenzione» e «altre risorse ancora a cui possiamo attingere». Quanto ai tempi, con precisione teutonica ha indicato una scadenza: entro tre mesi ci sarà una valutazione dei fondi da stanziare. La linea della Commissione, tuttavia, è stata quella di ribadire che il mezzo più «appropriato» per dare sostegno è appunto il fondo di solidarietà, che prevede lo stanziamento di un primo pagamento standard e poi, in base alla stima dei danni, si aumenterà l’ammontare.
Bilancio di giornata tutto sommato positivo, dunque, per Meloni: i suoi rapporti con von der Leyen continuano ad essere freddi, ma la visita della presidente ha rassicurato sul sostegno Ue davanti alla tragedia, accantonando le molte questioni economiche aperte.
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