Nella lettera si legge che i tecnici scelti da Draghi sono tutti «uomini» e del «nord», e hanno una «visione economica estremista» a favore del libero mercato, minimizzano la questione del Mezzogiorno e il mutamento climatico. Per gli economisti è paradossale, visto che il piano riguarda gli investimenti pubblici
Nei prossimi mesi il governo si troverà ad affrontare la più difficile sfida degli ultimi decenni indirizzando l’uso delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza a sostegno dell’economia italiana colpita dalle conseguenze dell’emergenza pandemica.
In questa delicatissima operazione è essenziale che l’esecutivo mantenga la fiducia degli operatori economici, cittadini ed istituzioni nazionali ed internazionali, acquisita anche grazie al prestigio del Presidente Draghi.
Le recenti notizie di stampa riguardo la nomina al Nucleo tecnico per il coordinamento della politica economica presso il Dipartimento di Programmazione Economica di cinque consulenti rischiano di danneggiare l’immagine di competenza tecnica del governo e la fiducia nel suo operato.
Oltre alla omogeneità di genere e geografica (cinque uomini tutti operanti in Università e Istituti di ricerca del Nord) che comunque andrà valutata nella completezza del Nucleo tecnico, la cui composizione non è ancora nota, nella cinquina di nominativi, accanto ad alcune figure di riconosciuta competenza, vi è una preoccupante presenza di studiosi portatori di una visione economica estremista caratterizzata dalla fiducia incondizionata nella capacità dei mercati di risolvere autonomamente qualsiasi problema economico e sociale.
Appare paradossale che ci si prepari a gestire il più esteso piano di investimenti pubblici degli ultimi decenni con una squadra di consulenti che in alcuni casi non paiono possedere i previsti requisiti di comprovata specializzazione e professionalità, con riferimento ai temi su cui saranno chiamati a lavorare. Inoltre, alcuni fra i nominati sono noti per il sostegno aprioristico ad una teoria che afferma l’inutilità, se non la dannosità, dell’intervento pubblico in economia.
Posizioni antiscientifiche
Ancora, desta stupore la presenza tra i cinque nominati di consulenti che rappresentano posizioni antiscientifiche che minimizzano la questione del cambiamento climatico e l’urgenza di adeguate politiche d’intervento, minando così la credibilità del governo riguardo il principale pilastro delle politiche economiche europee dei prossimi anni che il governo dovrà realizzare, in sintonia con il Green Deal dell’Ue.
Rispetto alla questione del Mezzogiorno in alcuni casi le loro posizioni sono di scarsa attenzione e di riduzionismo della rilevanza del problema, oltre che di critica dell’efficacia dell’intervento pubblico italiano ed europeo a riguardo. Tali preoccupazioni sono rafforzate dalla loro appartenenza a think-tank liberisti dei quali non sono noti i finanziatori.
I firmatari ritengono che il governo Draghi per tutelare il suo prestigio nonché la sua efficacia operativa dovrebbe riconsiderare alcune nomine ed avvalersi di collaboratori e collaboratrici sempre di indiscussa competenza e obiettività sui temi trattati, attenti al ruolo che gli investimenti del Pnrr potranno avere nel contesto del nuovo intervento pubblico in economia.
Firmatari
Nicola Acocella, Università di Roma “Sapienza”
Antonio Andreoni, University College London
Antonio Banfi, Università di Bergamo
Filippo Barbera, Università di Torino
Giovanni Bonifati, Università di Modena e Reggio Emilia
Maria Luisa Bianco, Università del Piemonte Orientale
Luigi Campiglio, Università Cattolica del Sacro Cuore
Rosaria Rita Canale, Università di Napoli “Parthenope”
Marco Carreras, IDS - Institute of Development Studies
Maria Rosaria Carillo, Università di Napoli “Parthenope”
Davide Castellani, Università di Perugia
Elena Cefis, Università di Bergamo
Sergio Cesaratto, Università di Siena
Roberto Ciccone, Università Roma Tre
Silvano Cincotti, Università di Genova
Valeria Cirillo, Università di Bari
Lilia Costabile, Università di Napoli Federico II
Marcella Corsi, Sapienza Università di Roma
Giovanni Dosi, Scuola Superiore Sant’Anna
Lorenzo Esposito, Università Cattolica del Sacro Cuore
Alessandra Faggian, Gran Sasso Science Institute
Giorgio Fagiolo, Scuola Superiore Sant’Anna
Emanuele Felice, Università di Chieti-Pescara
Davide Fiaschi, Università di Pisa
Saverio M. Fratini, Università Roma Tre
Andrea Fumagalli, Università di Pavia
Mauro Gallegati, Università Politecnica delle Marche
Elisa Giuliani, Università di Pisa
Dario Guarascio, Università di Roma “Sapienza”
Gianni Guastella, Università Cattolica del Sacro Cuore
Simona Iammarino, London School of Economics and Political Science
Enrico Sergio Levrero, Università Roma Tre
Stefano Lucarelli, Università di Bergamo
Ugo Marani, Università Orientale Napoli
Luigi Marengo, LUISS
Valentina Meliciani, LUISS
Chiara Mussida, Università Cattolica del Sacro Cuore
Mauro Napoletano, Université Côte d’Azur
Consuelo Nava, Università di Torino
Alessandro Nuvolari, Scuola Superiore Sant’Anna
Guido Ortona, Università del Piemonte Orientale
Ugo Pagano, Università di Siena
Antonella Palumbo, Università Roma Tre
Gabriele Pellegrino, Università Cattolica del Sacro Cuore
Anna Pettini, Università di Firenze
Mario Pianta, Scuola Normale Superiore
Mariacristina Piva, Università Cattolica del Sacro Cuore
Stefano Ponte, Copenhagen Business School
Marco Raberto, Università di Genova
Riccardo Realfonzo, Università del Sannio
Andrea Roventini, Scuola Superiore Sant’Anna
Margherita Russo, Università di Modena e Reggio Emilia
Enrico Saltari, Università di Roma “Sapienza”
Alessandro Sapio, Università di Napoli “Parthenope”
Maria Savona, LUISS
Alessandro Somma, Università di Roma “Sapienza”
Antonella Stirati, Università Roma Tre
Mario Tiberi, Università di Roma “Sapienza”
Attilio Trezzini, Università Roma Tre
Stefano Usai, Università di Cagliari
Marco Valente, Università dell’Aquila
Michelangelo Vasta, Università di Siena
Andrea Ventura, Università di Firenze
Gianfranco Viesti, Università di Bari
Marco Vivarelli, Università Cattolica del Sacro Cuore
Gennaro Zezza, Università di Cassino e del Lazio Meridionale
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