Oltre al compenso da 80.000 euro per il FII Institute, il senatore di Italia viva siede nell’advisory board della Royal Commission che si occupa dello sviluppo di Alula, la vetrina più importante del regime saudita
- Non c’era soltanto la consulenza per il Future Investment Institute, l’ente controllato dal fondo sovrano Pif del governo saudita.
- Matteo Renzi lavora direttamente per il principe reggente Mohammed bin Salman, e per il progetto a lui più caro, quello della città verde e sostenibile di Alula che deve trasformare l’Arabia Saudita nel paese leader del turismo musulmano nell’età post-petrolifera.
- Lo scopriamo ora grazie a un evento mondano: l’8 aprile si è tenuto ad Alula l’annuale concerto organizzato da Bin Salman per celebrare il progetto turistico.
Non c’era soltanto la consulenza per il Future Investment Institute, l’ente controllato dal fondo sovrano Pif del governo saudita: Matteo Renzi lavora direttamente per il principe reggente Mohammed bin Salman. E per il progetto a lui più caro, quello della città verde e sostenibile di Alula che deve trasformare l’Arabia Saudita nel paese leader del turismo musulmano nell’età post-petrolifera. Lo scopriamo ora grazie a un evento mondano. L’8 aprile si è tenuto ad Alula l’annuale concerto organizzato da bin Salman per celebrare il progetto turistico.
Il tenore Andrea Bocelli, già ospite in passato di altre edizioni dello stesso evento, ha cantato nel sito patrimonio dell’Unesco di Hegra. Il concerto era trasmesso in tv, dal vivo c’erano pochissimi invitati. Tra questi il senatore di Italia viva Matteo Renzi, come conferma una fonte presente all’evento.
La vetrina per bin Salman
Non si tratta soltanto di un’occasione culturale, ma della più importante vetrina internazionale del regime di bin Salman. E per Renzi essere lì era parte del suo lavoro parallelo a quello di senatore. Come riporta il sito Arab News, Matteo Renzi è uno dei membri dell’advisory board, cioè il comitato di esperti, della Royal Commission of Alula (RCU), un organismo presieduto direttamente dal principe Mohammed bin Salman che sta guidando la trasformazione della città con l’obiettivo di far dimenticare l’immagine da petromonarchia repressiva e presentare l’Arabia Saudita come un paese moderno, verde e sostenibile. E questo nonostante gli scandali che continuano a funestarne l’immagine, come i report dell’Onu e della Cia che indicano in Mohammed bin Salman il mandante dell’omicidio del giornalista dissidente Jamal Khashoggi, smembrato nel consolato saudita di Istanbul nel 2018 da sigari del regime.
L’evento del 2 aprile
Il 2 aprile la Royal Commission of Alula ha organizzato un evento dal titolo pomposo: “Al bivio: persone e pianeta: può Alula dare inizio a un futuro sostenibile?”. A discutere c’erano Alejandro Agag, uomo d’affari noto anche per essere il genero dell’ex premier spagnolo José Maria Aznar, l’architetto William McDonough e il presidente di un’agenzia francese, Afalula, che si occupa dello sviluppo di Alula: Gérard Mestrallet, che è stato a lungo al vertice di Suez. Sia Mestrallet che Renzi sono membri anche dell’advisory board della Royal Commission of Alula. Secondo quanto risulta a Domani, il 2 aprile Renzi ha partecipato soltanto via Zoom all’incontro, era venerdì santo ed è rimasto in Toscana. Agag invece era presente in Arabia Saudita perché per il giorno dopo aveva organizzato ad Alula la tappa araba di Extrem E, il nuovo campionato di rally destinato ai Suv elettrici. Agag è infatti il presidente della Formula E, il campionato riservato alle monoposto elettriche.
Di solito questi advisory board vengono formati arruolando personalità conosciute per poterle ostentare e dare credibilità all’istituzione che le paga. In questo caso non è così. Il sito della Royal Commission non menziona l’advisory board, la cui composizione non è pubblica in nessuna delle fonti consultabili in inglese. Quali siano quindi le sue competenze non è chiaro. Quello che sappiamo però è che Renzi è riuscito a infilare un accenno ad Alula perfino nel discorso della sfiducia al governo Conte in Senato, il 19 gennaio. Nel pieno delle polemiche sollevate dallo scoop di Domani sulla sua consulenza saudita da 80.000 euro per la Future Investment Initiative, ha detto: «Qualche giorno fa, ad Alula, la città recentemente visitata dal ministro degli Esteri, si sono siglati accordi impressionanti nel mondo arabo che hanno segnato una svolta, in particolar modo per la Libia».
Quanto guadagna Renzi per lavorare anche per la Royal Commission? La cifra non la conosciamo, ma sappiamo che i compensi di Renzi, anche stavolta, come per il FII Institute, non riguardano le conferenze né gli eventi singoli come interviste e meeting, ma sono retribuzioni per incarichi più ampi. Consulenze internazionali che a molti in Italia sono sembrate in evidente conflitto di interessi con il ruolo di parlamentare della Repubblica. Ma che Renzi considera del tutto legittime, e alle quali ha già detto di non voler rinunciare. Almeno finché la legge e i regolamenti del Senato glielo permetteranno.
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