Il partito di Meloni schiera Fiocchi, il rampollo dell’azienda di munizioni, e Berlato. Ma anche nella Lega c’è Bruzzone, ideatore della legge per facilitare la stagione venatoria
Comunque vada, c’è l’imbarazzo della scelta. Alle elezioni di giugno, la lobby delle armi ha più opzioni per garantirsi un’adeguata rappresentanza in Europa.
Come alfiere si è candidato Pietro Fiocchi, di Fratelli d’Italia, che ha un cursus honorum professionale tutto legato alle armi, tanto che come primo atto ha scelto di pubblicare la sua foto, su un manifesto elettorale, mentre imbraccia un fucile e mira. Nello stesso poster compare il nome della collega candidata Mariateresa Vivaldini. La stampa di settore si è prontamente schierata al fianco del proprio campione. Fiocchi, eurodeputato uscente, è stato riproposto nelle liste da Giorgia Meloni nella circoscrizione Nord-ovest.
Circuito elettorale
Il partito che ha fatto eleggere Emanuele Pozzolo a Montecitorio non ha alcuna remora a rivendicare la passione per le pistole. Certo, per Fiocchi è una questione di discendenza: la passione per le armi è nel dna. Prima dell’ingresso nelle istituzioni è stato un rampante manager della società di famiglia, la Fiocchi munizioni, che ha da tempo un respiro internazionale. Ma che non rinuncia al radicamento sul territorio: è uno dei pilastri dell’Anpam, la Confindustria delle armi. L’esponente di FdI, appena entrato in politica, ha lasciato tutte le cariche imprenditoriali, ma nelle Istituzioni porta le istanze del settore.
Peraltro, in concomitanza della campagna elettorale, l’azienda ha lanciato l’iniziativa ribattezzata “circuito Fiocchi munizioni”. L’evento inizierà proprio oggi e seguirà varie tappe in giro per l’Italia, dalla provincia di Foggia a quella di Udine. Una coincidenza temporale? Probabile. Fatto sta che due date del contest in programma si terranno in provincia di Aosta, che copre il collegio elettorale del candidato prima del voto.
Il gemello diverso meloniano di Fiocchi è Sergio Berlato, veneto, anche lui eurodeputato uscente. Diventato noto per la posizioni No-Vax, Berlato ha fatto della difesa delle armi una sua bandiera politica. Dopo lo scioglimento del Pdl, infatti, aveva aderito a Forza Italia, tradendo le sue origini di An. Ma quando Silvio Berlusconi ha annunciato la svolta animalista, Berlato ha lasciato immediatamente FI, abbracciando la causa di Meloni. Dentro FdI gli è stata lasciata ampia libertà.
Lo sforzo è stato ripagato: è uno degli ospiti fissi alle fiere delle armi, in passato all’Hit show di Vicenza e poi alla sua evoluzione, l’Eos show di Verona. Qualsiasi sia il nome, lui è pronto a promettere leggi che tutelino i proprietari di fucili e pistole. Nel tour elettorale l’obiettivo è intensificare la comunicazione sul punto. Ma la concorrenza è forte per Berlato già nel suo stesso territorio: l’assessora regionale in Veneto, Elena Donazzan, è stata a lungo assessora alla Caccia, presidiando l’elettorato affezionato alle pistole. E spesso a difesa dei titolari di licenze per le armi.
Lega armata
Tuttavia, il nuovo idolo della lobby delle armi è il deputato della Lega, Francesco Bruzzone, ideatore della proposta di legge in esame alla Camera. E che è stata fortemente caldeggiata per allargare le maglie dell’uso dei fucili da caccia. La sua scalata nella gerarchia tra gli appassionati del settore è stata segnata dalla presenza sul palco a Eos show, il regno di Berlato e non solo.
Del resto Bruzzone è portacolori della Lega di Matteo Salvini, che più di ogni altro leader ha cercato di cavalcare il voto dei possessori di armi. Da ministro dell’Interno, all’apice della sua popolarità, si è fatto immortalare mentre provava un fucile in una delle fiere del comparto. A rafforzare il ventaglio delle scelte c’è Mirco Carloni, anche lui deputato della Lega, proveniente dalla Marche. La passione per le armi lo ha portato al centro di un fatto di cronaca: nel 2023, quando era già a Montecitorio, ha subito un furto nel suo appartamento e tra gli oggetti trafugati c’erano delle pistole.
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