L’ordine vuole fare chiarezza sulle 47 visite svolte tra il 2018 e il 2019 presso la clinica convenzionata Nuova Villa Claudia pur essendo in aspettativa dall’Università Tor Vergata. In quel periodo sponsorizzava la clinica in radio. Per la legge non poteva svolgere visite in convenzione, ma la replica di Sileri è che le procedure sono state portate avanti in regime privato
L’Ordine dei medici di Roma ha avviato un’indagine disciplinare su Pierpaolo Sileri, il sottosegretario al ministero della Salute del Movimento 5 stelle, per fare chiarezza sulle visite svolta tra il 2018 e il 2019 presso la clinica Nuova Villa Claudia pur essendo in aspettativa dal suo impiego presso l’Università Tor Vergata. La notizia riportata da Repubblica è stata confermata a Domani dall’ufficio stampa del sottosegretario che tiene a sottolineare che ancora nessuna procedura è in corso e che si tratta di «una semplice raccolta di informazioni».
Attualmente la legge vieta di prestare servizio presso cliniche convenzionate mentre si è regolarmente impiegati presso il servizio sanitario della stessa regione.
L’allarme è arrivato dal consigliere Regionale Antonello Aurigemma (FdI), che nel 2018 si è trovato a sentire in una radio locale un servizio in cui lo stesso Sileri sponsorizzava la Nuova Villa Claudia. L’audio è stato pubblicato poi in un servizio delle Iene che ha portato i fatti a livello nazionale: «All’inizio Sileri adduceva come scusa di essere un dipendente dell’Università e sotto protocollo con la clinica», dice Aurigemma. L’Università infatti è direttamente collegata al policlinico Tor Vergata, che aveva un protocollo di collaborazione con la clinica.
Sileri, entrato in parlamento a marzo del 2018, prima di approdare al ministero della Salute era presidente della Commissione Sanità del Senato però, ricorda il consigliere, «già allora era in aspettativa non retribuita. Resti sempre sempre un dipendente dell’ente in quel caso – prosegue Aurigemma -, ma se tu oltre al senatore ti metti a fare il servizio, stai contravvenendo all’aspettativa. Adesso dà più versioni dei fatti, prima diceva che stava seguendo il protocollo dell’Università». Inoltre, aggiunge, «c’era, ma per fare didattica, non per fare colonscopie o rettoscopie».
Sileri aveva risposto al programma Tv di essersi occupato unicamente di tutoraggio e lezioni. Dai documenti, che anche Domani ha potuto visionare, emerge che ha eseguito prestazioni di vario tipo: dall’esofagogastroduodenoscopia alla rettosigmoidoscopia, e persino interventi (polipectomia operativa, in più occasioni), di cui però non viene specificato se per finalità didattica o meno.
Dopo svariate interrogazioni, si è mossa la regione che ha chiesto spiegazioni tramite l’Asl competente. Una volta ottenuti i documenti la regione ha inviato una segnalazione all’Ordine dei medici. L’Ordine attualmente ha fatto sapere di non avere abbastanza elementi per esprimersi sulla correttezza delle visite e, sia la regione sia Sileri, saranno chiamati a inviare ulteriore documentazione. Il sottosegretario, spiega l’ufficio stampa, è pronto a difendersi.
Una parte delle visite, risponde, sono state effettuate solo con finalità formativa e dunque come servizio gratuito, per la restante parte secondo il sottosegretario il problema non sussiste comunque, in quanto le procedure effettuate, pur essendo svolte in una clinica convenzionata, erano in regime privato e non sotto convenzione: «Non sono procedure passate dallo stato». Circostanza confermata dalla Regione. Il dirigente Massimino Annichirico ha risposto lo scorso 22 settembre ad Aurigemma che tutte le prestazioni sono avvenute a carico del singolo utente e non del servizio sanitario regionale. Per l’ordine però restano ancora elementi da chiarire. Per Aurigemma, Sileri continua a contraddirsi, Sileri preferisce non commentare.
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