Il Movimento 5 stelle non si arrende. Nonostante la sconfitta incassata l’altro ieri al Senato sulla richiesta di portare in aula il presidente del Consiglio, Mario Draghi, prima del Consiglio Ue della prossima settimana, i Cinque stelle hanno riproposto il tema alla Camera. Avevano già chiesto l’intervento la settimana scorsa con una lettera formale al presidente di Montecitorio, ma Roberto Fico non ha reagito.

L’esito della richiesta è stato lo stesso del giorno precedente: nonostante il sostegno delle opposizioni di FdI e Alternativa, la proposta è stata bocciata dagli altri partiti di maggioranza. Ancora una volta, il resto dei partner si è opposto al desiderio di Giuseppe Conte di mettere alle strette il premier con un voto. Il presidente del Movimento si è detto «sorpreso» dal voto del Senato. «Il fatto che ci siano dei partiti come la Lega, che tuona contro l’invio di aiuti militari all’Ucraina e poi non è favorevole a un dibattito sul parlamento che possa esprimersi su questa posizione o confrontarsi su questo punto, mi fa capire che ci sono dei pacifisti della domenica».

Imbarazzi

Ogni occasione è buona per tirare la corda. In mattinata, il gruppo parlamentare M5s è stato messo in imbarazzo per la foto di un murales pubblicata sul suo account Instagram dal tesoriere del movimento Claudio Cominardi: l’immagine ritrae il presidente americano, Joe Biden, che porta al guinzaglio una lupa romana con la testa di Draghi, dalle cui mammelle Romolo e Remo bevono gas liquefatto. Cominardi è uomo vicinissimo a Conte e può contare sull’attenzione di Beppe Grillo, quando lo cerca. L’immagine è diventata un caso, nonostante il tentativo dell’avvocato foggiano di minimizzare la vicenda: «Mi hanno detto che si tratta di graffiti, non diamo importanza».

A dargliene è stato invece il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: «Quella immagine è inaccettabile, ne prendo totalmente le distanze». Dello stesso tenore gli altri interventi dei fedelissimi di Di Maio, che hanno seguito a ruota le dichiarazioni del loro leader: «Mi sfugge perché una persona che ricopre un ruolo così delicato e primario all’interno del movimento abbia sentito l’esigenza di pubblicarlo sui propri canali social», scrive in una nota il presidente della commissione Politiche Ue alla Camera, Sergio Battelli. «Quel post è indecente e il leader della principale forza politica che sostiene il governo non dovrebbe tollerarlo», gli fa eco il deputato Gianluca Vacca.

In un contesto così teso, Conte è voluto tornare anche sull’osservazione di Di Maio che martedì sera evocava il rischio di «un nuovo Papeete», con un riferimento all’addio di Matteo Salvini al governo gialloverde. Una frase a cui l’ex premier non vuole vedersi associato: Di Maio «non si riferiva al movimento, avete mai visto uno dei nostri parlamentari che si mette braghe e andare in spiaggia? Non scherziamo». Il dubbio che il messaggio fosse diretto all’ex premier resta. Agli screzi con i dimaiani si è aggiunto ieri anche il pesante addio al movimento di Dino Giarrusso, che già annuncia la volontà di creare una nuova formazione di fuoriusciti.

Il traguardo del 7 giugno

Il sospetto sempre è che Conte, in difficoltà con i partner di maggioranza e dentro al partito, voglia alzare i toni in vista del 7 giugno, quando è fissato il pronunciamento del tribunale di Napoli sulla sospensione sua e di tutti coloro che sono stati da lui nominati. Se dovesse essere confermata la misura, tenere insieme i parlamentari, alcuni dei quali sempre più insofferenti rispetto alle polemiche di un presidente non legittimato, sarà ancora più difficile.

Ieri un altro dettaglio dell’attività parlamentare ha dimostrato la consapevolezza diffusa di quanto sia vicino lo strappo della parte contiana del movimento: in un’interrogazione, Fratelli d’Italia ha domandato al ministro degli Esteri come si posizionasse rispetto alle dichiarazioni di Conte sulla necessità di non inviare ulteriori armi in Ucraina, una provocazione che punge sul vivo Di Maio, in grave difficoltà nelle ultime settimane a tenere insieme la sua linea draghiana e le uscite del presidente.

A guastare ulteriormente i rapporti col resto della maggioranza pensa anche Grillo, che con un post riapre lo scontro mai sopito tra Cinque stelle e Italia viva: «Matteo Renzi, sono sicuro che appena vedrai questo video anche tu cambierai idea». Subito sotto, un lungo documentario svizzero sul reddito di base.

Per Conte le prossime due settimane sono cruciali. Potrebbe approfittare di una scena politica altrimenti svuotata dalla campagna elettorale sul territorio: dal 31 maggio al 12 giugno l’attività parlamentare è sospesa. Stando ai sondaggi, poi, anche se la linea aggressiva di Conte non dovesse pagare, il movimento alle amministrative non ha niente da perdere.

Il Pd si trova nel ruolo opposto e con il voto alle porte tenta di abbassare i toni. Di fronte all’immagine di un’alleanza litigiosa, non si vuole fomentare il rischio dell’astensionismo: «Alla fine c'è una condivisione che può consentire anche dei margini di opinione. La linea del governo sostenuta da tutte le forze di maggioranza è molto chiara, senza esitazioni. Non si possono seguire ondate umorali anche qui dettate dalla velocità della comunicazione» dice il ministro della Cultura Dario Franceschini.

Più netto il segretario dem Enrico Letta, che definisce il post di Cominardi «particolarmente sgradevole e fuori luogo». Dopo aver incontrato nei giorni scorsi fondatore ed ex segretario del suo partito, Romano Prodi e Nicola Zingaretti, Letta è in partenza per un tour elettorale di qualche giorno al nord. Lì non c’è da preoccuparsi dei voti Cinque stelle, ormai inesistenti.

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