Il 23 maggio sono arrivate le raccomandazioni della Commissione europea: la delega fiscale è un punto imprescindibile. Per il sottosegretario leghista Freni l’accordo di maggioranza è «molto possibile» ma il M5s chiede una riunione per concordare il testo prima del voto in commissione
La delega fiscale approderà in aula alla Camera lunedì 20 giugno. Lo ha deciso la conferenza dei capigruppo a Montecitorio. Il seguito dell'esame dipenderà dai tempi di altri due decreti, il Pnrr 2 e il dl Aiuti, che approderanno in aula il 30 giugno. Si prepara così un estate particolarmente calda, anche perché le ultime cronache parlamentari sulla delega fiscale riguardano i lavori di settimane fa, quando il presidente della Commissione Finanze, Luigi Marattin, buttò la campanella per terra di fronte alle insanabili divergenze della maggioranza sul fisco in generale e sul catasto nello specifico. Da allora tutto fermo.
Quello che chiede l’Europa
Il 23 maggio sono arrivate le raccomandazioni della Commissione europea. La riforma fiscale e la riduzione delle tasse sul lavoro sono alcuni dei punti che per l’Europa sono imprescindibili. La Commissione Ue raccomanda all'Italia di «ridurre ulteriormente le tasse sul lavoro e aumentare l'efficienza del sistema» e di «adottare e attuare opportunamente la legge delega sulla riforma fiscale, in particolare attraverso la revisione delle aliquote marginali d'imposta». A questo si aggiunge la riforma del catasto. Per la Commissione è necessario «allineare i valori catastali ai valori correnti di mercato».
Un altro punto toccato è stato anche il catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi, ovvero quel mix di agevolazioni (in primo luogo sul gasolio) che il ministero della Transizione ecologica annovera come negative per l’ambiente. L’Europa è chiara: «Razionalizzazione e la riduzione delle agevolazioni fiscali, anche per l'Iva, e le sovvenzioni dannose per l'ambiente garantendo equità e riducendo la complessità del codice tributario».
Il catasto
L’accordo sul catasto sarebbe in dirittura d’arrivo. Il disegno di legge delega all’esame della Camera, propone di introdurre nuove misure per aggiornare le cosiddette “rendite catastali”, a partire dal 2026.
Il sottosegretario leghista del ministero dell’Economia, Federico Freni, ha spiegato martedì mattina a Radio24 che nella maggioranza «siamo tutti d'accordo nel rivederlo. La cosa importante è non allineare i valori catastali ai valori di mercato perché questo otterrebbe degli enormi squilibri». Un accordo di maggioranza, ha aggiunto, «è molto possibile». Il sottosegretario è «abbastanza fiducioso che si riesca a chiudere entro giugno la riforma fiscale, l'accordo di maggioranza c'è e contempera le esigenze di tutti, quindi io non vedo problemi a chiudere l'accordo sulla riforma fiscale. Assolutamente». Una fiducia però che Freni aveva dimostrato anche a marzo.
Stando a quanto riportava l’Ansa a inizio maggio sembra tramontata l'ipotesi di un archivio basato sui metri quadrati, più aderente alla realtà del vecchio criterio dei vani catastali. Di certo arriverà invece una rinnovata caccia alle “case” fantasma, verificando in concreto consistenze di terreni e fabbricati, ma anche il corretto «classamento» e «accatastamento», con incentivi per i comuni che realizzano questi accertamenti.
L’ «operazione trasparenza», come l’ha definita Draghi, non è andata avanti in discesa. Vita Martinciglio, capogruppo del Movimento 5 stelle avverte sui prossimi voti: «Prima di tornare a votare in commissione va fatta necessariamente una riunione di maggioranza, il testo di mediazione deve essere condiviso da tutti».
© Riproduzione riservata