Landini (Cgil): «Lo stato deve agire, rilanciamo la solidarietà internazionale». Bombardieri (Uil): «Chi non c’è ha perso un’occasione». Dal palco anche un intervento contro l’obbligo vaccinale
Decine di migliaia di personesi sono radunate a Roma per la manifestazione unitaria dei sindacati di oggi, in risposta all’assalto dei militanti di Forza nuova alla sede della Cgil, durante il corteo No-green pass di sabato 9 ottobre. «Siamo qui per difendere ed estendere la democrazia nel nostro paese e in Europa», ha detto il segretario della Cgil, Maurizio Landini: insieme ai segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri, dal palco ha chiesto lo scioglimento dei movimenti fascisti e riforme per la tutela della sicurezza sul lavoro.
«Aspettiamo almeno 50mila persone», avevano fatto sapere gli organizzatori. In molti sono rimasti fuori da piazza San Giovanni, con diversi bus che sono rimasti bloccati alla stazione di Anagnina.
In piazza c’erano diversi esponenti di Pd e M5s, fra cui il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, il presidente del M5s, Giuseppe Conte, e il segretario del Pd, Enrico Letta.
«Siamo qui per difendere ed estendere la democrazia nel nostro paese e in Europa», ha detto Landini. Dal palco sono intervenuti i segretari generali di Cisl e Uil, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri.
Landini (Cgil), cultura è un diritto per tutti
«Nell’assalto hanno distrutto opere d’arte, ma mi sono convinto che non sapessero nemmeno cosa stavano guardando», ha detto poi Landini, «perché c’è un bellissimo quadro all’ingresso di Guttuso e non hanno capito cos’era, troppo complicato forse per loro».
«Ma questo pone il tema: conoscenza e cultura devono essere diritto garantito a tutti, perché è con conoscenza e cultura che si sconfiggono il fascismo e l’ignoranza», ha continuato il segretario della Cgil.
«Ieri ho avuto la fortuna di incontrare a Pescara un gruppo di studenti delle scuole superiori, per ricordare l’economista Federico Caffè», ha raccontato Landini. «A conclusione di quella giornata, una studentessa mi ha fatto una domanda: hai detto che c’è competizione fra le persone che vogliono lavorare e lo consideri un danno, mentre a noi insegnano che dobbiamo imparare a competere per sopravvivere».
«Se in questi ultimi vent’anni è passata l’idea che le società non esistevano ed esistono solo gli individui, c’è bisogno di rilanciare con forza un’idea di solidarietà», ha detto Landini.
«Dedichiamo questa giornata ai giovani, alla loro speranza di vivere in un paese senza guerra e senza fascismi», ha concluso Landini, «lo diciamo anche al governo, il lavoro deve tornare al centro».
Landini (Cgil): fondi Pnrr per lavoro sicuro
Landini ha parlato delle occasioni presentate dai fondi del Recovery plan: «Deve essere chiaro che vanno usate per creare lavoro sicuro e stabile. Anche in queste ore c’è stato un altro morto sul lavoro. Non può più succedere».
«Noi non possiamo passare alla pandemia del virus a quella salariale», ha continuato, «c’è bisogno di redistribuzione della ricchezza. Si devono rinnovare i contratti nazionali e c’è bisogno di una riforma fiscale degna di questo nome, che combatta l’evasione fiscale e aumenti il netto in busta paga e nelle pensioni».
Landini (Cgil): governo intervenga su Alitalia
«Abbiamo bisogno di politiche e atti nuovi che vadano in una direzione diversa. È necessario prendere dei provvedimenti, penso a due questioni emblematiche», ha detto Landini dal palco
«La prima è quella delle tante multinazionali che dalla sera alla mattina hanno deciso di chiudere e licenziare per delocalizzare: non possiamo permettere che accada, devono esserci provvedimenti del governo. E in secondo luogo, penso che in tanti non abbiano ancora capito quello che è successo con Alitalia: con soldi pubblici si sta dando vita a una nuova società, partita mettendo in discussione l’applicazione del contratto nazionale del lavoro», ha continuato Landini. «Il governo intervenga perché non è accettabile: i diritti delle persone e i contratti nazionali non sono il problema».
Landini (Cgil): costruire un’Europa sociale
«Noi vogliamo anche cambiare le scelte europee», ha detto Landini parlando del ruolo internazionale della lotta sindacale, «noi abbiamo bisogno di costruire un’Europa sociale, abbiamo bisogno di superare una politica di austerità e superare l’Europa come è stata fino ai tempi della pandemia».
Dobbiamo costruire quell’Europa sociale di cui abbiamo bisogno: per questo la risposta non può essere solo italiana», ha aggiunto Landini, che ha messo in guardia: «Non siamo di fronte a qualche nostalgico, siamo di fronte a qualcuno che ha pensato di usare il disagio sociale creato dalla pandemia».
Landini (Cgil): sciogliere i movimenti fascisti
«Questa bellissima piazza parla a tutto il paese, non è solo una risposta allo squadrismo fascista, è qualcosa di più perché rappresenta tutta l’Italia che vuole cambiare questo paese», ha esordito il segretario della Cgil, Maurizio Landini. «Noi qui chiediamo che tutto il governo assuma questa sfida e apra una fase di cambiamento sociale per il nostro paese.
«Non ci abbiamo messo tre minuti a decidere che l’assalto non era solo contro la Cgil ma contro tutto il sindacato e il mondo del lavoro», ha continuato Landini, «questa piazza è la sconfitta di chi pensava che con la violenza si potesse tornare indietro di cent’anni».
«Si deve passare all’azione concreta, sciogliere tutti i movimenti che si richiamano al fascismo, è ora che lo stata agisca», ha detto Landini che ha anche usato il suo intervento per chiedere verità per Giulio Regeni.
«Abbiamo avuto solidarietà da tutti i sindacati europei, bisogna costruire un movimento antifascista europeo, perché la democrazia si esporta non con le guerre ma con i diritti», ha continuato Landini.
Visentini (Ces), sì all’obbligo vaccinale
«La Confederazione europea dei sindacati sostiene con forza la posizione dei sindacati italiani a favore dell’obbligo vaccinale, perché i costi non cadano sui lavoratori con il green pass», ha dichiarato nel suo intervento il segretario generale della Ces, Luca Visentini
«Il movimento sindacale europeo è unito contro questo vile attacco fascista contro la Cgil», ha detto Visentini dal palco. «I movimenti di estrema destra stanno strumentalizzando la pandemia: prima i loro obiettivi erano i migranti, oggi sono i vaccini fondamentali per tornare al lavoro», ha aggiunto. «Cercano di strumentalizzare il disagio e stanno infiltrando mondo del lavoro. Non permetteremo loro di usare il mondo del lavoro per i loro fini violenti».
Gli striscioni
«Noi con i fasci abbiamo finito di parlare il 25 aprile 1945» e «Fuori i fascisti dai servizi pubblici», sono alcuni degli striscioni dei manifestanti in piazza San Giovanni a Roma, sotto il palco. Ma ci sono anche cartelli di protesta nei confronti dell'esecutivo: «Contro il governo Draghi del capitalismo e della grande finanza e dell'Ue imperialista».
Barducci (Fisascat-Cisl), no all’obbligo di green pass
«Va rispettato il pensiero e la scelta di ogni cittadino, che deve essere libero di scegliere ciò che ritiene più giusto per la sua vita e la sua salute», ha detto dal palco Maria Cristina Barducci, delegata della Fisascat-Cisl.
«Personalmente mi sono vaccinata, era una conseguenza naturale del mio modo di vivere, ma ho tanti amici che non la pensano come me», ha continuato, «sono vicina a tutti i lavoratori che si trovano nella situazione di dover fare tamponi a proprie spese per 48 ore, persone che sono state in prima linea, ci battiamo per la loro libertà di non vaccinarsi».
Bombardieri, le aziende paghino il Green deal
«Siamo favorevoli alla transizione energetica, ma non dovrà avvenire a discapito dei cittadini. Chi dovrà pagare quei costi, i lavoratori o le aziende che hanno deliberatamente inquinato, senza pagarne il costo?», ha detto Bombardieri in riferimento al green deal europeo: «Per noi la risposta è chiara».
«Non ho sentito nessuno criticare le enormi emissioni del viaggio nello spazio di Jeff Bezos», miliardario fondatore di Amazon, ha poi chiosato Bombardieri.
Bombardieri (Uil) contro Calenda
«Ho letto di un politico che ha cancellato la sua presenza accusandoci di non parlare solo di fascismo», ha detto Bombardieri, facendo riferimento alla posizione del leader di Azione, Carlo Calenda. «Allora non avete capito, questa è la piazza del sindacato confederale», ha aggiunto Bombardieri, ricordando chi ha perso il lavoro durante la pandemia e chiedendo la riforma degli ammortizzatori sociali.
«La nostra Repubblica è fondata sul lavoro: gli incidenti sul lavoro sono attentato alla democrazia», ha detto ancora Bombardieri, parlando della sicurezza dei lavoratori. «Quante vite devono essere sacrificate per raggiungere zero morti sul lavoro».
Bombardieri ha anche ricordato le crisi attuali, Whirlpool e Alitalia, dicendo: «Non ci fermeremo».
«Che fine ha fatto il decreto sulle delocalizzazioni?», ha poi chiesto Bombardieri. «Perché non parliamo più delle responsabilità sociali delle imprese?».
Bombardieri ha anche parlato del sistema pensionistico: «Chi ha 41 anni di contributi deve andare in pensione, al di là dell’età anagrafica».
Bombardieri (Uil): chi non c’è ha peso un’occasione
Il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri, ha esordito ricordando il presidente della Repubblica socialista, Sandro Pertini: «Il fascismo non è opinione è un crimine. Nelle nostre sedi non c’è spazio per gli squadristi, fuori dalle nostre sedi e fuori dalle piazze».
«A chi non è venuto diciamo che oggi avete perso un’occasione per parlare del futuro», ha continuato Bombardieri, che ha poi ricordato il ruolo fondamentale delle donne, nella Resistenza e nel mondo del lavoro.
«Ringraziamo forze dell’ordine, lavoratori come noi, che hanno subito l’attacco squadrista», ha detto poi Bombardieri, «e la stampa, sotto assedio».
«Chiediamo gratuità dei tamponi, chiediamo al governo di convincere e non costringere e rispettare i lavoratori che hanno permesso al paese di camminare. Il vaccino è la strada», ha continuato Bombardieri, «chiediamo di abolire brevetti».
L’intervento dell’infermiera dell’Umberto I
Dal palco è intervenuta Silvia Iafisco, infermiera del policlinico Umberto I, che è stato attaccato dai manifestanti di sabato 9 ottobre.
«Io e tutti i lavoratori della sanità abbiamo messo a repentaglio non solo la nostra saluta, ma quella delle nostre famiglie. All’epoca eravamo eroi, angeli. Ci siamo lasciati alle spalle le aggressioni ricevute per anni. Ma la tregua è durata poco, la notte del 9 ottobre ci siamo dovuti barricare per difendere i nostri pazienti», ha detto Iafisco.
«Non li abbiamo abbandonati, mentre i nostri aggressori hanno agito come un branco. Vergognatevi per aver minacciato chi ha lavorato sempre per guarire chiunque. Vergognatevi per aver bloccato uno dei prontosoccorsi più grandi d’Italia», ha continuato Iafisco, che ha anche detto che sono «necessarie assunzioni e stabilizzazioni perché il nostro lavoro sia svolto nella serenità che meritiamo».
Sbarra (Cisl): imporre obbligo vaccinale
«Bisogna allargare in modo capillare la campagna di vaccinazione che ci porterà fuori dal tunnel», ha detto Sbarra. «Cosa si aspetta a mettere in campo un provvedimento che estenda a tutti il dovere di immunizzarsi?», ha poi continuato, attaccando il governo: «È grave che governo e parlamento non lo abbiano fatto, per nascondere divisioni nella maggioranza. Grave che tensioni e conflitti e divisioni siano state scaricate per intero sul mondo del lavoro.
«Attenzione perché così si rischia di trasformare i luoghi di lavoro in campo di battaglia, serve sussulto di responsabilità», ha continuato Sbarra dal palco, commentando anche la giornata di ieri e le proteste per l’introduzione dell’obbligo di green pass: «Ieri con l’estensione dell’obbligo di green pass si è cercato di soffiare sul fuoco, ma i lavoratori hanno risposto dando prova di senso civico».
Il segretario della Cisl ha anche ricordato i morti del lavoro, aumentati del 30 per cento nell’ultimo anno, e chiesto riforme sociali, come quella del sistema pensionistico.
Sbarra (Cisl): «Disagio va ascoltato, non strumentalizzato»
«Il lavoro può e deve significare la guarigione di questo paese», ha detto Sbarra, «L’Italia può aspirare a ritornare a crescere solo seguendo nuovo modello di sviluppo. Solo così si potrà spezzare la saldatura fra disagio sociale e l’eversione che lo strumentalizza. Perché il disagio e il malessere ci sono e vanno ascoltati, non strumentalizzati».
Servono riforme e azioni delle forze politiche, ha continuato Sbarra, «per prosciugare gli stagni a cui si abbeverano le belve degli estremismi».
Sbarra (Cisl): «Sciogliere le organizzazioni neofasciste»
«Queste sono forze eversive che si pongono al di fuori del consesso democratico», ha detto Sbarra parlando delle organizzazioni neofasciste ed esprimendo solidarietà alla senatrice Liliana Segre, insultata ieri nelle piazze No-green pass. «Il segno è passato nel momento in cui nel modo più eclatante e vergognoso, la violenza è stata eretta a metodo politico».
«È per questo che noi ribadiamo al governo la nostra richiesta: si proceda immediatamente allo scioglimento delle organizzazioni neofasciste e neonaziste», ha continuato Sbarra. «L’arco parlamentare sia unito in questa decisione, un passo doveroso anche se non definitivo. Ma i neofascisti andranno sempre a sbattere contro il muro del sindacato, presidio di vera libertà, che non significa poter fare ciò che si vuole senza curarsi degli altri». «Vaccinarsi oggi è un atto di riconoscenza», ha detto poi Sbarra.
«Deve essere chiaro a tutti: i conti con il fascismo sono stati chiusi una volta per tutte il 25 aprile del 1945», ha proseguito Sbarra, ricordando anche la ministra democristiana e staffetta partigiana, Tina Anselmi. «La Resistenza e le tante anime dell’antifascismo sono il luogo e il momento in cui le nostre istituzioni affondano le loro radici».
Sbarra (Cisl) «Unica scelta era essere qui»
«Per il popolo del lavoro questa piazza ha un significato grandissimo, tante volte le nostre bandiere si sono ritrovate a sventolare insieme», ha detto nel suo intervento dal palco il segretario della Cisl, Luigi Sbarra.
«È successo in molti momenti difficili, drammatici della nostra storia, come il 16 marzo del 1978, il giorno del rapimento di Aldo Moro, quando il sindacato si pose immediatamente come baluardo all’attacco del terrorismo alle nostre istituzioni democratiche», ha aggiunto.
«Ogni paragone sarebbe improprio», ha continuato Sbarra, «ma non si può abbassare la guardia. Quel che è accaduto sabato, l’attacco squadristico alla Cgil, il fatto che la violenza abbia voluto colpire il mondo del lavoro imponeva una sola scelta essere qui uniti contro tutti i fascismi. Spiace che qualcuno dissenta ma ce ne faremo una ragione».
Bombardieri (Uil): «Una piazza che unisce»
«Noi abbiamo invitato tutti. Lo slogan della piazza è l’antifascismo, democrazia e lavoro. Pensavamo potessero essere degli slogan sui quali potessero ritrovarsi tutti», ha detto oggi Pierpaolo Bombardieri, segretario della Uil. «Questa è una piazza democratica, una piazza che unisce. Da qui vorremmo lanciare un augurio: che da oggi riparta un nuovo percorso unitario per ricostruire il Paese».
Il corteo
Il corteo partito dall’Esquilino è arrivato a piazza San Giovanni. Insieme alla Fiom, fra le altre sigle presenti c’erano Fillea Cgil e Filctem Cgil. Oltre al segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, anche il presidente della regione Lazio, Nicola Zingaretti si è unito al corteo diretto verso piazza San Giovanni.
Nella piazza che si sta riempiendo è intanto arrivato il segretario della Cisl, Luigi Sbarra.
Solidarietà internazionale
Alla Cgil sono arrivate manifestazioni di vicinanza anche da parte dei principali sindacati europei, con i quali c’è stato un incontro oggi a Roma. Alla dimostrazione sarà presente il presidente della European transport workers’ federation, Frank Moreels.
I manifestanti in arrivo
I manifestanti da tutta Italia sono in viaggio per raggiungere Roma: gli organizzatori hanno detto che sono in arrivo 800 pullman, insieme a una decina di treni speciali.
Rondinelli (M5s): «In piazza l’Italia onesta»
«Oggi in piazza c’è l’Italia onesta e perbene», ha commentato l’eurodeputata grillina. Il Movimento 5 Stelle c’è, con Giuseppe Conte, deputati, senatori, parlamentari europei, consigliere regionali, comunali e semplici attivisti», ha aggiunto, «per noi scendere in piazza oggi nella manifestazione indetta da Cgil, Cisl e Uil non è un optional ma un dovere morale».
L’intervento di Sbarra
Il segretario nazionale della Cisl, Luigi Sbarra, ha risposto a Salvini e Meloni con un intervento pubblicato sul quotidiano Avvenire. «La nostra sarà una manifestazione autenticamente sindacale, libera, democratica, lontana dalle sirene dei partiti e della politica, aperta a tutti i cittadini ed associazioni», ha scritto Sbarra.
Le polemiche
Alla dimostrazione antifascista hanno aderito anche Pd, M5s, Leu, Sinistra italiana, Rifondazione comunista, Europa verde. Non saranno in piazza invece Fratelli d’Italia e Lega.
Matteo Salvini ha detto che la manifestazione sarà «di parte», mentre Giorgia Meloni mercoledì ha definito «vergognoso» il fatto che si svolga durante il silenzio elettorale.
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