Chissà se ci sarà il campionissimo del ciclismo dei nostri tempi, lo sloveno Tadej Pogacar, al via. Di sicuro la Vuelta a España, la corsa a tappe spagnola, è una delle priorità della destra, che vuole generosamente finanziare, con 7 milioni di euro, la Regione Piemonte per dare sostegno economico a Torino, sede di partenza della corsa iberica targata 2025.

Lo mettono nero su bianco due emendamenti della maggioranza, uno di Forza Italia e l’altro di Fratelli d’Italia, presentati al decreto fiscale (il provvedimento parallelo alla manovra economica), in esame in commissione Bilancio al Senato. Una proposta è firmata dal senatore forzista, Roberto Rosso, già vicepresidente e assessore della Regione Piemonte, ora guidata dal compagno di partito, Alberto Cirio.

La stessa idea è stata avanzata da Fratelli d’Italia, con il senatore Giorgio Salvitti che propone un finanziamento “gemello”: 7 milioni di euro in vista della Vuelta a España. E, scendendo dalla bici, Salvitti si è concentrato sull’evento più atteso del 2025: il Giubileo. Il parlamentare meloniano vuole mettere sul piatto un altro milione di euro, sempre a favore della Regione Piemonte, per l’ostensione della Sacra Sindone durante l’Anno santo.

Torino è al centro delle attenzioni. La Lega, con la senatrice Elena Murelli, vuole destinare 4 milioni di euro all’attività di organizzazione dei Giochi mondiali invernali del 2025 in programma nel capoluogo piemontese. L’obiettivo è quello di istituire un’apposita convenzione tra il ministero del Turismo e la fondazione del comitato organizzatore, in cui ancora una volta ha un ruolo centrale la regione Piemonte di Cirio.

Ma i senatori della maggioranza sono alle prese con altri pensieri. E c’è chi lancia un occhio di riguardo per la fondazione Arena di Verona, saldamente nelle mani di una governance vicina alla destra e storico feudo del sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi. Il senatore veronese di Fratelli d’Italia, Matteo Gelmetti, vuole assegnare alla fondazione un milione di euro da impiegare per iniziative durante i Giochi olimpici di Milano-Cortina 2026. E un altro milione andrebbe poi al comune di Verona per lo stesso motivo: la valorizzazione dell’arena in concomitanza dell’Olimpiade.

La scommessa di Lotito

Immancabile, in ogni provvedimento importante, la manina di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia e presidente della Lazio. In un emendamento propone infatti di riallargare le maglie per le sponsorizzazioni delle società di scommesse, vietate dal decreto Dignità del primo governo Conte.

Lotito vuole reintrodurre almeno la possibilità di una sponsorizzazione indiretta in attesa che arrivi la riforma del settore annunciata dal ministro dello Sport, Andrea Abodi, che vuole rendere legale tutta la pubblicità.

E sempre Lotito ha proposto di cancellare l’organo consultivo dei tifosi oggi previsto nelle società professionistiche sportive. Lotito, insieme al collega di partito Adriano Paroli, vuole attribuire mezzo milione di euro al ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin (anche lui di Forza Italia), per l’organizzazione del Forum Euromediterraneo sull’acqua, in programma a Roma nel 2026.

La Lega ha poi previsto un intervento a favore dell’Enpaia (Ente nazionale di previdenza per gli addetti e per gli impiegati in agricoltura), da cui il sottosegretario leghista, Claudio Durigon, ha acquistato una casa a prezzo conveniente, attraverso il “suo” sindacato Ugl. Il leghista Giorgio Maria Bergesio ha proposto di «istituire forme pensionistiche complementari anche per la categoria degli operai agricoli e per i lavoratori autonomi del settore agricolo iscritti nella relativa gestione». Un eventuale ampliamento della platea sicuramente gradito all’Enpaia.

La difesa di Giorgetti

Una serie di micro interventi che danno un’immagine opposta a quella accreditata da Giancarlo Giorgetti, a caccia di risorse per far quadrare i conti. Nel corso dell’audizione di ieri a Montecitorio, il ministro dell’Economia ha fatto un esercizio di ottimismo. «Non mi stupirei se il Pil del 2024 venisse rivisto al rialzo», ha detto sfidando le previsioni al ribasso formulate soprattutto da Confindustria e Banca d’Italia. Giorgetti ha poi fatto catenaccio difendendo il contenuto del provvedimento. E aprendo a possibili modifiche anche sulla misura che prevede un rappresentante del Mef negli enti beneficiari di fondi pubblici. Ma a patto che «il principio sia mantenuto».

Il ministro ha fornito la disponibilità a valutare un intervento migliorativo sull’aumento del prelievo sulle plusvalenze registrate con le criptovalute. E sull’automotive è incappato in uno scivolone, sostenendo che il fondo, da 4,6 miliardi, è stato tagliato per non finanziare «rottamazioni e incentivi all’acquisto di auto elettriche prodotte in Cina o altri paesi». Solo che, come ricorda Maria Cecilia Guerra del Pd, «Giorgetti va contro Giorgetti. Ha creato lui quel fondo come ministro dello Sviluppo del governo Draghi».

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