- Maria Antonietta Ventura è stata scelta con la benedizione del dem Francesco Boccia che conosce bene la Ventura, nata e cresciuta a Bisceglie, Puglia. Non piace alle Sardine, a Sinistra Italiana e neanche all’ala sinistra del Pd.
- Imprenditrice nel settore delle costruzioni ferroviarie, Ventura è un volto poco noto all’opinione pubblica calabrese, ma conosciuto negli ambienti dell’alta borghesia.
- L’ultima l’inchiesta “Passepartout” della procura di Catanzaro di Nicola Gratteri, vede coinvolto e sotto processo Pietro Ventura, suo fratello. Insieme a lui a processo anche Mario Oliverio, l’ex presidente della giunta regionale di centro-sinistra, e Nicola Adamo, considerato il deus ex machina del Pd calabrese.
Da una parte, il centrodestra, con il ticket dei fratelli coltelli, dall’altra, il centrosinistra, con l’imprenditrice che non piace. Il quadro delle candidature in Calabria, l’unica regione che andrà al voto in autunno, è finalmente chiaro. Soprattutto dalla parte del Pd e dei Cinquestelle. Conte e Letta hanno eletto la regione più povera d’Europa a “laboratorio” della nuova alleanza. Dopo aver bruciato una serie di possibili candidature anche eccellenti, oggi il nome.
A tentare di strappare la regione al centrodestra, e a contrastare la cavalcata del sindaco di Napoli Luigi de Magistris, hanno scelto Maria Antonietta Ventura, 53 anni, imprenditrice nel settore delle costruzioni ferroviarie. Un volto poco noto all’opinione pubblica calabrese, ma conosciuto negli ambienti dell’alta borghesia. La Franco Ventura costruzioni ferroviarie srl (la candidata è socia al 31 per cento dell’azienda e presidente del cda), è una antica azienda conosciuta in tutta Italia.
L’inchiesta
Grandi lavori e qualche disavventura giudiziaria. L’ultima l’inchiesta “Passepartout” della procura di Catanzaro di Nicola Gratteri, che vede coinvolto e sotto processo Pietro Ventura, suo fratello. La solita storia di grandi opere (una serie di appalti per il nuovo ospedale di Cosenza e la metro leggera), traffico di influenze, rapporti osceni tra imprenditori e politici. Ed è questo il punto interessante, squisitamente calabrese, insieme a Ventura sono a processo anche Mario Oliverio, l’ex presidente della giunta regionale di centro-sinistra, e Nicola Adamo, considerato il deus ex machina del Pd calabrese. È in questi “salotti”, sussurrano alcuni democrat calabri, che è maturata la scelta di Maria Antonietta Ventura. Il nome, replicano altri, lo hanno fatto direttamente Letta e Conte, con la benedizione di Francesco Boccia, pugliese, che conosce bene la Ventura, nata e cresciuta a Bisceglie, Puglia.
Le perplessità
Origini a parte, la candidatura desta più di una perplessità. Non la condividono i Giovani democratici calabresi, meno che mai le truppe di Nicola Irto, il giovane vicepresidente del consiglio regionale lanciato per tre mesi e poi abbandonato dal suo stesso partito. Non la apprezza l’ala sinistra del Pd, che aveva riposto molte speranze nella candidatura (fatta filtrare dalla stessa segreteria del Nazareno) dello storico Enzo Ciconte.
Non piace, facendolo andare su tutte le furie, a Nicola Fratoianni, segretario di Sinistra Italiana. «Leggo dalle agenzie di stampa di un accordo per le elezioni regionali calabresi tra Pd, M5S e Leu. Segnalo che Leu non è un soggetto politico e dunque non può siglare alcun accordo politico o elettorale», ha dichiarato alle agenzie, lanciando una stoccata al ministro della Salute. «La firma di Roberto Speranza rappresenta il suo partito e cioè Art.1. Per quanto ci riguarda Sinistra Italiana in Calabria sostiene la coalizione di Luigi De Magistris e Mimmo Lucano».
In rivolta le sardine. «La soluzione che è emersa in queste ore non è all’altezza delle aspettative ma un punto di sintesi al ribasso», dice Jasmine Cristallo, dietro questa candidatura «si nascondono lacerazioni profonde e vecchie logiche di potere, è una corsa alla conservazione incardinata all’interno di rendite di potere, asserragliate in fortilizi clientelari e parassitari».
«La verità – dice un dirigente del Pd calabrese – è che questa candidatura offre una sola garanzia: nulla si muove, i vecchi gruppi di potere possono stare tranquilli». E qui tornano alla mente le parole dette da Nicola Irto in una intervista sul Pd «diviso in piccoli feudi che giocano a fare gli strateghi per garantirsi una poltrona», e sul «trasversalismo di pezzi del centrosinistra dovuto ad interessi comuni con pezzi del centrodestra».
Le altre parti
Tutto si tiene, in Calabria. Dove Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera, viene benedetto da Berlusconi come candidato, e accetta il ticket con Nino Spirlì, il folcloristico governatore facente funzioni. Occhiuto sarà il Presidente, Spirlì il vice con delega alla cultura e al cinema. Il primo garantirà la stabilità degli assetti di potere, soprattutto in campo economico, il secondo assicurerà lo show. Grandi affari e soldi europei, madonne e scapolari esibiti al pubblico adorante. Sullo sfondo una regione che è agli ultimi posti di tutte le graduatorie. Occhiuto e Ventura, due facce della stessa medaglia, per gli ambienti vicini al sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Che con liste civiche, di sinistra e meridionaliste punta alla conquista del governo regionale. Anna Falcone e Mimmo Lucano i suoi volti più forti. L’obiettivo è di fare il pieno dei delusi Pd e dei Cinquestelle allo sbando.
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