«Ci sono anche temi su cui si può essere più o meno d’accordo». La scelta delle parole è sempre moderata, come nella miglior tradizione di Forza Italia, ma le risposte di Marina Berlusconi al Corriere della Sera non lasciano nessun dubbio sul fatto che la primogenita dell’ex premier stia continuando a lavorare alla creazione di un suo profilo autonomo e molto ben identificabile. E così, nell’intervista in cui lancia la Silvio Berlusconi Editore, la presidente di Mondadori si toglie qualche sassolino dalla scarpa: «Se parliamo di aborto, fine vita o diritti Lgbtq mi sento più in sintonia con la sinistra di buon senso. Perché ognuno deve essere libero di scegliere».

Una dichiarazione letta immediatamente come un attacco a Giorgia Meloni, che della linea più integralista sui diritti civili ha fatto una sua bandiera, strizzando l’occhio alle frange più conservatrici del suo elettorato.

Dai pro-vita ammessi nei consultori alla discussione sull’aborto con Emmanuel Macron al G7, la premier non fa battaglie esplicite, ma lascia che nei provvedimenti finiscano, quasi per caso, anche proposte che solleticano la destra più estrema.

L’oltranzismo di FdI e Lega apre varchi al centro, dove Forza Italia spera di poter fare la propria fortuna, dopo un insperato rilancio nel primo anno dopo la morte del suo fondatore. Alle europee la moderazione degli azzurri, contrapposta alla gara a superarsi a destra tra Lega e meloniani, ha pagato.

E poi Forza Italia continua a essere parte dei popolari, che stanno dando le carte nella formazione della nuova Commissione (e hanno appena sbattuto la porta in faccia alla premier a Bruxelles), oltre ad aver portato a casa un inatteso sorpasso nei confronti della Lega. In un quadro simile l’apertura di Berlusconi sui diritti civili sembra l’indicazione di un’altra priorità per la seconda giovinezza di Forza Italia.

Di sicuro per gli azzurri la strada liberale è sempre stata aperta e percorribile: non tanto per convinzione, ma perché alla fine il partito è stato talmente tante cose che una linea dialogante sui diritti civili e il fine vita è sicuramente comparsa nel novero. Salvo poi fare i conti con i precetti ecclesiastici a cui gli azzurri (e il suo fondatore) si ritenevano comunque legati in quanto eredi della Democrazia cristiana.

Basta pensare a quando Berlusconi ha firmato un decreto per vietare la sospensione di alimentazione e idratazione di Eluana Englaro, motivando la decisione con un’argomentazione spericolata: «Eluana è una persona viva, che potrebbe in ipotesi generare un figlio».

Le altre sensibilità

Una presa di posizione che cozzava anche con alcune sensibilità interne al partito, come quelle di Renata Polverini, Stefania Prestigiacomo ed Elio Vito.

Non a caso il partito ha sempre concesso la libertà di voto ai propri parlamentari sui temi etici. L’ultima volta in cui si è parlato di suicidio assistito in parlamento, nel 2022, Forza Italia ha votato contro la proposta di legge, anche se una pattuglia di parlamentari in dissenso aveva chiaramente manifestato il proprio voto favorevole al provvedimento.

«Nel partito si sono sempre trovate un gran numero di posizioni diverse, da Gasparri a Carfagna», dice un parlamentare d’esperienza.

Effettivamente FI ha saputo anche ospitare ex radicali accanto a cattolici praticanti. Mentre il capogruppo al Senato lo scorso fine settimana sfilava con i movimenti per la famiglia tradizionale, l’ex ministra ha reso ben presto i temi Lgbt priorità della sua agenda.

Ma le voci liberal arrivano anche da Bruxelles, dove Alessandra Mussolini (non rieletta) ha portato per diverse legislature una grande attenzione ai diritti per conto di Forza Italia. Questioni che alla fine stavano a cuore anche allo stesso fondatore. A introdurlo Francesca Pascale, che non ha mai avuto problemi a discutere la sua bisessualità apertamente.

«Non mi ha fatto un’impressione nuova perché questa è la caratura dei valori di chi abbraccia veramente i liberali ed erano i valori di Silvio Berlusconi. L’animo di Forza Italia è stato con questo passo», ha detto la sua ex compagna all’Ansa.

Tra chi ha letto le parole di Marina Berlusconi come ennesima manifestazione carsica di una passione politica che di tanto in tanto riemerge, c’è anche chi non si ritrova appieno nella linea tajanea e cerca una leader alternativa su cui convergere.

A rivolgere lo sguardo verso la presidente di Mondadori ci sono, tra gli altri, Stefano Benigni, ma soprattutto Roberto Occhiuto, attualmente il più critico verso il segretario azzurro.

«Di diritti civili e di pensiero liberale oggi il nostro paese ha ancora più bisogno. Sono felice che questa fervida convinzione sia ancora viva e abbia sempre lo stesso nome», ha scritto su X il presidente della Calabria.

Certo, per il momento si tratta di spunti, anche perché non c’è nessun provvedimento in discussione su questi temi. Ma una pattuglia pronta a raccogliere le indicazioni di Marina Berlusconi c’è. O, addirittura, pronta a cavalcarle per aprire a una più ampia federazione del centro, dove allo stato attuale si aprono praterie a sinistra di FI. Si tratta solo di aspettare l’occasione giusta.

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