«La linea è quella della fermezza dello stato contro la criminalità e contro la droga, questo territorio sarà radicalmente bonificato e vedrete presto i frutti di questa visita. Poi il territorio verrà dotato di servizi, qui vedrete passare tutti i ministri». Così è intervenuta la  premier Giorgia Meloni, che è andata a Caivano, in provincia di Napoli, dove si è consumato lo stupro di due cuginette di 11 e 12 anni.

Ha poi annunciato che «L’obiettivo è riaprire il centro sportivo entro la prossima primavera, coinvolgiamo il genio militare per ripulirlo, faremo le norme per operare in deroga e le fiamme oro della polizia di stato per gestirlo. Vogliamo farlo in pochi mesi, con un segnale fisico di uno stato che è capace di operare. E’ un intervento da 10 milioni di euro, per fare di un monumento al degrado un luogo di socialità in cui respirare sicurezza».

Ha poi annunciato che nelle quattro scuole arriveranno fino a 20 docenti in più, per colmare i vuoti e combattere la dispersione scolastica, inoltre il ministero dell’Istruzione investirà 12 milioni di euro in tre anni per avviare una biblioteca e un centro polifunzionale.

«Si darà priorità a chi vive in questi quartieri per lavorare in queste nuove strutture», ha spiegato la premier. «Lo stato ci mette la faccia», ha ripetuto due volte.

L’intervento di Meloni

Meloni, dopo essersi intrattenuta con don Parriciello, il sacerdote del quartiere e che la aveva invitata, poi ha svolto la riunione del Comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza pubblica presso l'Istituto superiore “Francesco Morano” di Parco Verde di Caivano.

In conferenza stampa ha detto che «la presenza costante e autorevole dello stato, in territori come questo, non sono stati sufficientemente percepiti e forse sufficientemente presenti».

Ha poi ricordato i due bambini morti negli anni scorsi in questo quartiere, «la storia terribile di Fortunata Loffredo, bambina di sei anni che volò dal balcone ed era stata violentata, dopo la morte di un altro bambino che si chiamava Antonio».

Per la premier, «siamo qui a condannare un episodio barbaro», ma significa che qui «si è consumato un fallimento da parte dello stato nonostante degli sforzi siano stati fatti».


 

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