Rispondendo in aula agli interventi dei deputati, la presidente del Consiglio si è espressa sul ruolo dell’Europa, sul piano di riarmo proposto dalla presidente della Commissione Ue, sulla guerra in Ucraina e sui migranti. Le grida delle opposizioni dopo le sue parole sul Manifesto
Dopo il Senato, la Camera. Questa mattina si è tenuta la discussione generale sulle comunicazioni rese ieri dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in vista del Consiglio europeo di domani e dopodomani. La premier è in aula e ha ascoltato i 18 iscritti a parlare. Al termine della discussione, durata circa due ore, la premier ha iniziato le sue repliche. Nel complesso la seduta dedicata alle comunicazioni di Meloni dovrebbe durare circa quattro ore.
Le competenze dell’Europa
Rispondendo in aula agli interventi dei deputati, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni si è espressa sul ruolo dell’Europa. «Io credo che dovrebbe occuparsi di meno cose ma meglio – dice Meloni – Questa volontà di occuparsi di tutto è deleteria». La presidente del Consiglio ha espresso la sua contrarietà alla cessione all’Europa qualsiasi materia perchè «la volontà di occuparsi di tutto impedisce di occuparsi di cose fondamentali. Ed ora per questo dobbiamo correre ai ripari».
Migranti
Sul tema dei migranti ha sottolineato come la linea del suo governo abbia il sostegno sia dell’Ue che di buona parte degli stati membri. «Sull’Albania conosciamo le ragioni per cui il protocollo è fermo – ha detto – ma le posizioni delle opposizioni sembrano essere in minoranza nell’Europa di oggi. La maggioranza degli Stati membri e la commissione europea sostengono la posizione del governo italiano.» A testimonianza di ciò ha ricordato come nella proposta sui rimpatri presentata dalla presidente Von der Leyen si prevede la possibilità di aprire in paesi terzi centri per processare le richieste di asilo «e questo – sottolinea – non sarebbe accaduto se non avessimo avuto il coraggio di firmare il protocollo con l’Albania».
La tregua in Ucraina
Tornando sulla questione Ucraina e sui negoziati guidati dal presidente americano Trump di cui ha elogiato la determinazione. «Come ho già detto ieri sosteniamo gli sforzi del presidente Trump – ha detto – e credo che ci permetterà di non vedere più le scene di debolezza dell’occidente che abbiamo visto altrove.» La partita secondo la presidente del Consiglio si gioca però sulle garanzie di sicurezza su cui l’Italia sta facendo la propria parte. «Abbiamo proposto di estendere l’articolo 5 della Nato all’Ucraina – ha ricordato – Una mossa che aiuterebbe a svelare un bluff: Se la Russia non intende attaccare nuovamente i suoi vicini non si capisce perchè non dovrebbe accettare misure di sicurezza difensive.»
Rearm Europe
Sul piano di riarmo europeo ha sottolineato come non sia acquistando armi che si può garantire la sicurezza europea. «Il dominio della sicurezza in questo tempo è molto più ampio. – ha sottolineato – La sicurezza passa dalle materie prime critiche, dalle infrastrutture strategica, dalla cybersicurezza, dai migranti. Non si tratta solo di armi».
I dazi degli Stati Uniti
Tornando sul tema dei dazi ha sottolineato come è evidente che rappresentino un problema per il nostro paese. «Il tema che io cerco di porre – ha detto – è quale sia la reazione migliore. Noi abbiamo un surplus commerciale nei beni nei confronti degli Usa e loro hanno un surplus per quanto riguarda i servizi. Su questo dobbiamo lavorare per evitare una guerra commerciale». Esclude dunque la possibilità di dazi sui beni come «riflesso» alla decisione degli Usa perché sarebbe dannosa per l’Italia e favorirebbe una spinta inflattiva.
Il posizionamento dell’Italia
Meloni è poi intervenuta sul posizionamento del governo, ritenuto in bilico tra Europa e Usa da molti deputati dell’opposizione. «Mi chiedete se sto con l’Europa o con gli Stati Uniti. Io sto con l’Italia. Poi ovviamente spero nella compattezza dell’occidente che penso serva all’Europa e all’Italia».
La presidente del Consiglio ha poi sottolineato come la posizione dell’Italia e i rapporti con gli Stati Uniti non cambiano in base a chi vince le elezioni e che per questo motivo Trump è visto come un alleato, così come lo sono stati i suoi predecessori.
L’attacco al manifesto di Ventotente
Dopo aver letto alcuni passaggi del Manifesto di Ventotene la presidente del Consiglio si è espressa duramente. «Non so se questa sia la vostra idea di Europa. Certamente non è la mia» ha detto Meloni scatenando la reazione dei banchi dell’opposizioni con i deputati che hanno interrotto il suo intervento con grida e proteste.
Le repliche
Immediate le repliche in aula sul duro attacco al manifesto di Ventotene. «Ci sentiamo profondamente offesi e indignati. Questo è un fatto gravissimo» ha commentato l’onorevole Grimaldi (Avs). «Se abbiamo questa democrazia è anche grazie a quello che è stato fatto a Ventotene. Anche grazie a quegli uomini e a quelle donne oggi siete liberi. Dovete avere rispetto per chi è morto per tutti e tutte noi».
Sulla stessa linea il deputato democratico Fornari: «il Manifesto di Ventotene non è, come ha appena provato a dirci in maniera truffaldina, un inno alla dittatura del proletariato. – ha dichiarato – Al contrario, è un inno di libertà per un Europa federale contro i nazionalismi che nel ‘900 hanno causato due guerre mondiali e milioni di morti. Lei oltraggia la memoria di Altiero Spinelli, di Ernesto Rossi e di tutti i padri di questa Europa. Si inginocchi la presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne, altro che dileggiarli».
Per il Movimento 5 Stelle ad intervenire è l’onorevole Colucci che ha ricordato le parole del Presidente Mattarella in occasione degli 80 anni del manifesto di Ventotene. Come chi lo ha preceduto negli interventi ha criticato duramente il violento attacco di Meloni ad uno dei testi fondanti dell’Unione Europea. «Quanto abbiamo sentito oggi è un oltraggio alla storia d’Italia e alla memoria di quanti hanno donato a questa democrazia il dono dell’antifascismo da cui nasce la nostra Costituzione. Non c’è spazio in quest’aula per il fascismo» ha detto Colucci invitando il presidente della Camera Fontana ad alzarsi dal suo scranno per stigmatizzare le parole di Meloni «che non possono trovare spazio in questa democrazia e in quest’aula».
Un clima tesissimo con grida di proteste nei confronti di Meloni pressoché costanti durante gli interventi delle opposizioni che ha costretto il presidente della Camera a sospendere la seduta.
L’intervento di ieri al Senato
Nel suo intervento a Palazzo Madama, la premier ha tirato le somme del suo posizionamento internazionale, convinta che si possa stare in equilibrio tra l’Unione europea di Ursula von der Leyen e gli Stati Uniti di Donald Trump.
«Non è saggio cadere nel circolo vizioso delle rappresaglie. Non rispondiamo ai dazi con altri dazi, no a reazioni di istinto ma usiamo la logica», ha detto a proposito delle tariffe commerciali minacciate dalla nuova amministrazione americana. Meloni è intervenuta anche sulla guerra in Ucraina ribadendo il sostegno a Kiev ma anche affermando che «l’invio di truppe italiane non è all’ordine del giorno e quello di truppe europee è una opzione rischiosa e poco efficace», e sulla rottura della tregua a Gaza dopo l’attacco israeliano avvenuto nella notte del 18 marzo.
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