Il segretario lo ha detto rispondendo a Daniela Preziosi durante l’evento del giornale L’Europa di Domani: «Stasera parto per Torino e domani pomeriggio ho un treno. Io non posso fermare treni, devo rispettare le regole, non riesco a esserci alle 15». E nega di voler entrare in politica
Al segretario della Cgil Maurizio Landini insieme agli altri sindacati è arrivato un invito da Giorgia Meloni a Palazzo Chigi ma domani sarà a Torino per lo sciopero. Alle 15 non potrà esserci, ha detto rispondendo a Daniela Preziosi durante l’evento del giornale L’Europa di Domani: «Io il dono dell’ubiquità non ce l’ho, stasera parto per Torino e domani pomeriggio ho un treno. Io non posso fermare treni, devo rispettare le regole, non riesco a esserci alle 15», ha detto con ironia, sottintendendo la polemica sul ministro dell’agricoltura Francesco Lollobrigida. «Vedremo come fare, siamo gente per bene ma bisognerebbe anche avere un po’ di rispetto e galateo non verso le organizzazioni sindacali ma i lavoratori».
E ha aggiunto: «Immagino che ci saranno altri incontri nei giorni degli altri scioperi, il 27 novembre e il primo dicembre. Se per organizzare gli incontri basta organizzare gli scioperi vedremo come fare».
Domani ci saranno 40 manifestazioni, il segretario della Uil, Pierpaolo Bombardieri sarà a Brescia: «Ho i segnali di una partecipazione che sta crescendo. La gente sta provando sulla sua pelle cosa vuol dire non arrivare a fine mese».
No alla candidatura
Landini ha ribadito il suo no a fare politica nel senso partitico del termine: «Da quando sono diventato segretario generale della Fiom nel 2010 tutto è stato letto con la motivazione che stavo usando tutto per entrare in politica. Io penso che sia una malattia. Ho sempre detto che non mi interessa. Uno che è partito a fare l’apprendista saldatore, non avrei mai pensato di diventare segretario della Cgil. Cosa potrei volere di più?»
Il suo rapporto con le opposizioni, ha aggiunto, può essere proficuo per loro, ma questo non significa che la Cgil voglia farsi usare dai leader di opposizione come Elly Schlein (Pd) e Giuseppe Conte M5s): «ll compito del sindacato è un compito più importante di unire la sinistra e le opposizioni, noi dobbiamo unire il mondo del lavoro e creare l’unità sociale che non c’è. Il mondo del lavoro non è mai stato diviso e frantumato come adesso, tra partita iva, precari, e questa competizione è stata usata per abbassare i diritti. Voglio provare a unire il mondo del lavoro. Se faccio una cosa del genere do un aiuto al mondo della politica».
Gli elettori, ha spiegato, non si fidano più di chi li dovrebbero rappresentare «e fare sì che i partiti si occupino della vita concreta delle persone aiuta la loro credibilità. Non voglio farmi usare perché ultimamente quando si dice così si usa come campagna per denigrare quello che stiamo facendo: non abbiamo obiettivi partitici o unire l’opposizione. Non voglio essere il sindacato del governo o dell’opposizione, voglio essere un sindacato autonomo con cui tutti devono parlare».
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