Durante l’incontro la premier si commuove: «Sono madre anche io», avrebbe detto ai parenti dei morti nel Mediterraneo. Ma poi ha chiesto direttamente a loro se siano consapevoli dei rischi legati alle traversate: gli afghani presenti hanno ribattuto che loro sono stati abbandonati in un paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato i familiari delle vittime della strage di Cutro e alcuni sopravvissuti a 18 giorni dal naufragio. Le vittime accertate sono 86, 35 minori. Tra gli ultimi cinque corpi ritrovati questa mattina, ancora quelli di un bambino di sette anni e di una bambina di tre.
Meloni oggi si sarebbe commossa, ma poi ha chiesto direttamente ai parenti delle vittime e ai superstiti che hanno intrapreso il viaggio, se siano consapevoli dei rischi legati alle traversate: gli afghani presenti hanno ribattuto che loro sono stati abbandonati in un paese dove non si può vivere, dal quale è naturale desiderare fuggire.
Mentre il governo se la prende con i trafficanti e gli scafisti, e il ministro Matteo Piantedosi aveva detto che non è responsabile partire mettendosi nelle mani di chi gestisce questi pericolosi viaggi, dopo le polemiche, le relazioni del ministro dell’Interno Piantedosi e il consiglio dei ministri in provincia di Crotone, nell’incontro a porte chiuse però Meloni avrebbe detto: «Sono madre anche io». I parenti dei morti nel Mediterraneo hanno fatto «appello al cuore di madre del presidente», riporta la versione ufficiale di Palazzo Chigi.
Insieme alla premier presenti per il governo il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Antonio Tajani, e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano.
Meloni, dopo che gli ha parlato dei rischi delle traversate, ha chiesto cosa possa fare concretamente per aiutare. Le famiglie hanno chiesto innanzitutto che i corpi che il mare non ha ancora restituito continuino ad essere cercati. Anche quelli incagliati nei resti del caicco finito in fondo al mare.
Oltre ai corpi dei naufraghi bisogna pensare ai sopravvissuti. Gli ospiti di palazzo Chigi hanno chiesto una mano concreta sui ricongiungimenti, per consentire a chi è sopravvissuto a quel dramma ma nella strage dei bambini ha perso le persone più care di raggiungere i parenti che vivono in Europa. La maggior parte di loro infatti non aveva intenzione di restare in Italia.
Il tema sarà affrontato a livello europeo, Meloni non ha potuto assumere impegni: «Non posso farlo a nome di altri paesi», ma ha assicurato che porterà la loro richiesta ai leader europei che incontrerà la settimana prossima a Bruxelles.
Eppure, i familiari dei naufraghi, non se la prendono con l’Italia. Il clima viene descritto disteso, tanto che al termine dell'incontro ci sarebbero stati anche selfie, e strette di mano. «Grazie per la vostra presenza e per la chiarezza con la quale avete esposto i vostri drammi e le vostre richieste», ha detto Meloni in conclusione.
La capogruppo del Pd Simona Malpezzi, ha criticato l’incontro: «Disertano Cutro nei giorni del naufragio e ci vanno tardi per fare un Cdm show, non indagano le responsabilità e non chiedono scusa. Oggi, con imperdonabile ritardo incontrano parenti e superstiti e li colpevolizzano. Disumanità totale. L'Italia non merita un governo così». Per il co-portavoce dei Verdi, Angelo Bonelli, «è inconcepibile che Meloni abbia sposato il tema Piantedosi».
La battaglia di Schlein
La segretaria del Pd Elly Schlein mercoledì durante il primo “premier qurestion time” ha chiesto a Meloni cosa volesse fare con il salario minimo, e ha concluso facendo riferimento alle politiche del governo anche sull’immigrazione. Alla destra ha addebitato «incapacità, approssimazione e insensibilità», oggi sottolinea che l’incontro di Meloni è quantomeno tardivo. Mentre l’esecutivo non si è recato al PalaMilone a fare visita alle bare di Cutro, Schlein ha ricordato durante l’assemblea della Cgil che ci ha pensato il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a portare lo stato italiano dalle vittime: «Usare i nostri corpi è giusto. Il presidente della Repubblica ha colmato l'assenza grave del governo davanti ai morti di Cutro».
Schlein cerca di ricompattare l'opposizione: «Lavoriamo per presentare ulteriori atti ispettivi per fare piena luce sulla vicenda e capire il perché non sia intervenuta la Guardia Costiera che ha tutta la professionalità e i mezzi». Per lei «sarebbe stato un intervento più opportuno e forse in grado di evitare quella strage». Papa Francesco intanto sabato ha organizzato un incontro con le associazioni che accolgono i migranti.
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