La presidente del Consiglio ha provato a spiegare come è nato lo scontro sulla Francia nella gestione dei migranti e dell’approdo della nave ong Ocean Viking, dimostrando di non aver parlato con l’Eliseo prima di rilasciare la nota sull’approdo in porto francese che ha provocato la dura reazione di Macron
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha combinato un pasticcio diplomatico con la Francia sull’accoglienza dei migranti sulla Ocean Viking, generando tensioni internazionali che stanno isolando l’Italia dal resto d’Europa. Nella foga di trasformare il soccorso a 234 migranti in una questione di principio e politicizzandola per rincorrere i toni di Matteo Salvini, Meloni ha saltato tutti i canali di comunicazione formale con l’Eliseo.
Con un misto di ingenuità nei rapporti diplomatici e di gestione poco attenta della comunicazione istituzionale - come le definisce Meloni, «incomprensioni» – ora i rapporti italiani con Parigi sono al minimo storico e anche quelli con la Germania sono in bilico. Quel che è successo è stato ricostruito dalla stessa Meloni, che ha definito «incomprensibile e ingiustificabile» la reazione francese.
La Francia, infatti, dopo aver accettato di accogliere i migranti nel porto di Tolone e la nota di ringraziamento di palazzo Chigi, aveva definito «inaccettabile» il comportamento italiano. Risultato: ieri la segretaria di Stato della Francia agli Affari Ue, Laurence Bonne, ha ulteriormente alzato il livello di tensione, dichiarando che «Con l'Italia si è rotta la fiducia».
L’ambasciatore tedesco in Italia, Viktor Elbling, ha invece precisato che «L'Italia fa tanto ma non è da sola: i richiedenti asilo in Germania tra gennaio e settembre 2022 sono 154.385 , in Francia sono 110.055, in Italia 48.935».
Per capire come si è arrivati allo scontro, però, bisogna mettere in fila i fatti a partire dalla giornata dell’8 novembre, mentre la Ocean Viking è bloccata in mare .
Che cosa è successo?
A creare il pasticcio diplomatico sembra essere stato un misto di ingenuità nella gestione dei rapporti diplomatici e di gestione poco attenta della comunicazione istituzionale. O, come le definisce Meloni: «Incomprensioni».
Va ripercorsa la cronologia dei fatti di martedì 8 novembre, mentre la Ocean Viking è in direzione della costa italiana ma non ha il permesso di attraccare..
Alle 15.30, l’Ansa di Parigi batte un’agenzia in cui si legge che la Francia «si prepara ad aprire il porto di Marsiglia alla nave Ocean Viking, o nella notte fra mercoledì e giovedì o nella giornata di giovedì. Dipenderà da quando lascerà il sud del Mediterraneo». A dirlo all’agenzia italiana è «una fonte del ministero dell'Interno francese».
Nessuna conferma ufficiale, quindi, ma è una fonte legata al ministero dell’Interno a rivelare questa notizia.
Appena un’ora dopo, alle 16.30, il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini pubblica un post su Facebook che dice «Ocean Viking, la Francia aprirà porto. Bene così! L'aria è cambiata», interpretando politicamente l’indiscrezione. Tradotto: la Francia ha accettato la linea italiana del no agli sbarchi e si sta assumendo la responsabilità di una delle navi, quindi una soluzione alternativa allo sbarco in Italia sarebbe possibile.
Seguono circa otto ore di silenzio, in cui dall’Eliseo non arrivano conferme ufficiali ma nemmeno smentite all’anticipazione di Ansa.
Meloni ha confermato in conferenza stampa di aver aspettato appunto otto ore e poi di aver rilasciato una nota di palazzo Chigi solo sulla base del lancio dell’Ansa ma senza aver preso contatti per le vie diplomatiche o ufficiali e senza aver sentito la stessa nave ong per avere conferma che la Francia avesse offerto il porto.
«La Francia aveva dichiarato o voi - ha detto rivolta ai giornalisti - avete scritto, che il ministero degli interni francese avrebbe accolto l'Ocean Viking, addirittura dichiarava che non avrebbero fatto una selezione come invece accadeva in Italia, e la notizia non è stata smentita per circa otto ore e dopo otto ore ho ringraziato per il gesto di solidarietà».
Alle 21 dell’8 novembre, infatti, la nota di Meloni dice che «Esprimiamo il nostro sentito apprezzamento per la decisione della Francia di condividere la responsabilità dell'emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell'Italia e di pochi altri stati del Mediterraneo, aprendo i porti alla nave Ocean Viking», «l'emergenza immigrazione è un tema europeo e come tale deve essere affrontato, nel pieno rispetto dei diritti umani e del principio di legalità».
La nota ha provocato la durissima reazione ufficiale del governo francese che, attraverso la France press, ha fatto sapere di condannare il comportamento dell’Italia sui migranti, giudicandolo «inaccettabile».
L’errore di Meloni
Ingenuità forse, sicuramente errore politico nella gestione di una situazione delicata sul piano internazionale, che avrebbe richiesto passaggi diplomatici e non dichiarazioni pubbliche.
Invece, la nota di palazzo Chigi è stata scritta senza prima accertarsi della posizione ufficiale francese e lasciava intendere – sulla scia della dichiarazione di Salvini – che la Francia, accettando di accogliere la nave, stesse avallando la gestione dell’Italia che ne aveva rifiutato l’approdo.
La nota, infatti, parlava di «decisione della Francia di condividere la responsabilità dell'emergenza migratoria, fino ad oggi rimasta sulle spalle dell'Italia».
Questo si è rivelato un boomerang e ha provocato l’immediata reazione dell’Eliseo, che non poteva rischiare di passare per complice della politica migratoria di Meloni e dunque in antagonismo con la linea dell’Unione europea. Con questa tecnica di gestione dei rapporti diplomatici, il governo italiano avrà vita dura presso le cancellerie europee. Nel negoziare la gestione dei migranti, ma soprattutto le altre questioni aperte, a partire dai fondi del Pnrr.
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