La sconfitta dei democratici di mezzo mondo, non solo americani, è disastrosa ma può avere un effetto collaterale salutare: «La politica autarchica che Trump inaugurerà negli Usa metterà l'Europa davanti a un bivio: o un lento declino o fa i conti con il proprio destino e costruisce una vera leadership globale». Così si consola l’europarlamentare Pd Dario Nardella. «Trump penserà solo agli Usa, ridurrà l’impegno sulla politica estera, inaugurerà una stagione di dazi. Se l'Ue non vuole subire tutto questo, ora deve cambiare sul serio».

In concreto cosa deve fare?

Quello che diceva David Sassoli: costruire un esercito comune europeo, e occuparsi in prima persona dei conflitti alle nostre porte, in Ucraina e in Medio Oriente. Darsi una politica estera. E un sistema decisionale non lento e farraginoso come quello attuale.

Intanto a festeggiare è Orbán, che è contro tutte queste cose.

Orbán è l'avamposto europeo della politica trumpiana, che ha dato vita ad un movimento populista e conservatore internazionale. Piaccia o no, la destra ha delle leadership, un progetto e un linguaggio. Orbán sembra un gigante dal punto di vista della leadership nella Ue perché le forze europeiste e progressiste non hanno leadership né progetto.

L’Ue sarà guidata da una Commissione che pende a destra.

Dobbiamo evitare che le forze moderate della Ue facciano la stampella al trumpismo. E costringerle a mantenere il patto con le forze progressiste per un’Europa più forte. Ma credo che von der Leyen abbia capito che i partiti moderati non possono indebolire l’Europa. Sarebbe un vantaggio per gli Usa di Trump.

Come procedono le audizioni dei commissari?

Ne emerge una commissione frammentata, con alcuni esponenti molto deboli. Abbiamo rinviato il commissario Várhelyi a rispondere a un'ulteriore sessione di domande scritte.

Fitto passerà l’esame?

Nessuno può negare l a sua esperienza politico-istituzionale. Nel suo caso il tema è l’appartenenza a una famiglia politica che sposta l'asse delle istituzioni Ue a destra. Martedì faremo audizioni rigorose e senza sconti. Quello di Fitto sarà un esame vero, non una passerella.

Resta che Von Der Leyen cerca la coabitazione con la destra.

Von Der Leyen deve stare attenta alle pulsioni antieuropee delle destra con cui sta dialogando. Se cedesse, si prenderebbe una responsabilità storica. La destra che si ispira Trump è contro il rafforzamento dell’Europa: è il cavallo di Troia del nuovo presidente Usa.

Meloni è un’interlocutrice di Trump?

Sì, il ponte tra i due è Elon Musk. Ma stia attenta: l'Italia è uno dei paesi più esposti ai dazi, con conseguenze disastrose sul settore della meccanica, dell’agroalimentare, della chimica. Invece di cercare una corsia preferenziale con Trump, deve rafforzare le istituzioni europee: restiamo alleati leali degli Usa, ma solo un'Europa forte può consentire un rapporto bilanciato.

Meloni già si trumpizza: ieri ha lamentato di dover lavorare benché malata, perché non ha diritti sindacali.

Battuta di pessimo gusto. Attaccare i diritti sindacali partendo da chi si ammala è triste. La verità è che se Meloni si ammala il modo di curarsi lo trova, per un cittadino normale, con la sanità in ginocchio, è una tragedia.

Trump chiederà di aumentare le spese militari, il Pd è favorevole?

Dipende dal progetto che la Commissione presenterà. Se la difesa europea si deve aggiungere alle spese militari dei governi nazionali per i propri eserciti, no. Se invece si va verso un esercito europeo, alla fine l’integrazione ridurrà i costi.

Per i Cinque stelle la vittoria di Trump è «una lezione per i finti progressisti», cioè i non pacifisti. Ce l’hanno con il Pd?

Pensano che Trump sia un pacifista? Confondono il pacifismo con una politica autarchica.

La vittoria di Trump insegna qualcosa al Pd?

Che il Pd ora deve spingere al massimo per rafforzare l'Europa, e unire le sinistre europee su un progetto: perché manca un progetto europeo per la sinistra. Anche su temi come l'immigrazione e l'economia. Dobbiamo tornare a parlare con i ceti medi, gli operai, i giovani, quelli che rischiano di scivolare a destra anche da noi. In Italia e in Ue dobbiamo riconnetterci con mondi che un tempo ci votavano. Affrontando anche temi spinosi come l'immigrazione. Non basta in atteggiamento compassionevole: non c'è un governo dell'immigrazione senza accoglienza, e non c'è accoglienza senza legalità.

La sinistra non è attenta alla sicurezza e alla legalità?

Sbagliamo quando lasciamo alla destra il tema della sicurezza. I più esposti sono i più deboli. Dobbiamo saper ascoltare anche noi la domanda di protezione che c’è da parte dei cittadini. Dando risposte diverse dalla destra.

Insomma meno immigrati?

Insomma più integrazione sociale, cultura, costruzione di alleanze internazionali e cooperazione per lo sviluppo. Abbiamo sbagliato a non cambiare la legge Bossi-Fini. Il "modello Albania" è aberrante, oltreché fallimentare, ma noi dobbiamo costruire e mettere in campo soluzioni alternative, che garantiscano lo sviluppo delle relazioni euromediterranee.

Sta elogiando il piano Mattei?

Il piano Mattei è un contenitore vuoto, senza idee chiare e senza soldi. L'unica intuizione positiva è che si debba lavorare con l'Africa. Da quando sono a Bruxelles non ho mai sentito nessuno parlare di piano Mattei.

Per Meloni Musk è «una risorsa per l’Italia». Che significherà avere avversaria un’amica di Musk?

Negli Usa sembra saltato tutto, anche l’antitrust. Musk ha guadagnato in un solo giorno dalla borsa americana 13 miliardi di dollari e ora entrerà nella stanza dei bottoni di Trump tenendo un piede nel governo e uno nel business. Meloni stia attenta a non trasformare l'Italia in un ponte levatoio per le mire politiche ed economiche di Musk.

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