Il ministro che ha detto che «la disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli» si giustifica con il Corriere: «Non sono disumano». Pd, M5s e Avs chiedono chiarezza su quanto accaduto. Il presidente Occhiuto adesso dice che le Ong servono. Salvini e Crosetto tacciono sul mancato intervento della Guardia costiera e della Marina
Continua a salire il conto delle vittime del naufragio di Crotone, giunte ormai a 64 morti accertate, tra cui donne e bambini, migranti partiti dalla Turchia che cercavano disperatamente la salvezza. Le opposizioni, Pd, M5s e Avs hanno chiamato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a rispondere di quanto accaduto in parlamento, il ministro ha detto al Corriere che andrà: «Rispondere in Parlamento sarà l’occasione per illustrare ancora una volta una linea politica chiara che intende contrastare i flussi incontrollati e la rete dei trafficanti». Mercoledì è fissato anche l’appuntamento in commissione per illustrare le linee programmatiche del suo dicastero.
Dopo aver indignato l’opinione pubblica, Piantedosi ha cercato di chiare il senso della frase pronunciata come prima reazione: «La disperazione non giustifica viaggi che mettono in pericolo i figli» . «Io penso - spiega dunque il titolare del Viminale - che il messaggio debba essere chiaro: chi scappa da una guerra non deve affidarsi a scafisti senza scrupoli, devono essere politiche responsabili e solidali degli stati a offrire la via di uscita al loro dramma».
Ha aggiunto di essere andato «subito sul luogo della tragedia per testimoniare il cordoglio per le vittime e la vicinanza ai superstiti a nome mio e di tutto il governo», e ribadisce che “il decreto flussi”, consentirà «l'ingresso regolare di 83.000 persone». Si tratta dello stesso decreto soprannominato anti-Ong, perché limita i soccorsi sulle coste delle associazioni umanitarie.
La presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha detto in un’intervista tv al programma “Cinque minuti” di Bruno Vespa di aver scritto al Consiglio europeo e alla Commissione europea.
I soccorsi
Continua intanto il dibattito sui soccorsi appannaggio dello stato, visto che Frontex, l’agenzia europea addetta al controllo delle frontiere, aveva segnalato l’avaria del barcone.
Piantedosi ha detto che «non c'è stato alcun ritardo. Ho presieduto la riunione a Crotone e so che sono stati fatti tutti gli sforzi possibili in condizioni del mare assolutamente proibitive». Perciò, sostiene l’esecutivo, né la Marina militare né la Guardia costiera sarebbero intervenute. I ministri responsabili, quello della Difesa, Guido Crosetto, e quello dei Trasporti, Matteo Salvini, finora non hanno commentato. Lunedì un pescatore ha raccontato al Tgr che la Guardia costiera ha chiesto lui di controllare che cosa fosse successo: «C’era una strage. Nelle onde avvistavi i cadaveri. Ho visto subito una bambina di sei sette anni». Le indagini della procura al momento hanno portato all’arresto di quattro presunti scafisti.
Le Ong
Per le Ong quanto accaduto è accresce l’allarme sui limiti ai soccorsi imposti dal nuovo decreto. Per Piantedosi «non c’è alcun legame tra le nuove regole e il possibile aumento di morti in mare» e «chi mette questa tragedia in connessione con le nuove regole dice il falso, per ignoranza o malafede. È una rotta dove le Ong non ci sono mai state». E a sorpresa, il presidente della Regione, Roberto Occhiuto invece le vorrebbe, visto che, ha risposto alla Stampa, le Ong «l'hanno sottovalutata, qui non hanno mai operato. Ma io vorrei, per prima cosa, che l'Europa si muova su questa rotta come si è mossa per frenare quella balcanica. Poi se ci fosse qualcuno in più a dare una mano, capace di soccorrere in mare donne e bambini, sarebbe senz’altro positivo».
E ha aggiunto che si sentono «assolutamente abbandonati, da tutti i governi nazionali», precisa Occhiuto. E anche se dice di capire le parole di Piantedosi «la verità è che, se uno è davvero disperato, parte senza pensare ai rischi». E conclude: «Penso che le Ong svolgano una funzione importante, soccorrendo i migranti in mare, e che non vada impedita. Ma è evidente che deve essere regolamentata».
Oggi sarà aperta al pubblico la camera ardente presso il Palamilone di Crotone, dove potranno recarsi quanti vorranno rendere omaggio alle vittime.
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