Prima di questo governo Bongiorno non ha mai ricevuto incarichi da Consap, dice Masi, presidente fino al 2023. Bongiorno non risponde. I legali dei familiari delle vittime attaccano: «Il suo compito non era circoscritto»
Il governo ha cercato di mettere una toppa, ma se adesso è plausibile che le famiglie delle vittime della strage di Cutro avranno un risarcimento economico dallo stato italiano, restano le ombre sul conflitto di interessi della senatrice leghista Giulia Bongiorno.
Il no alle compensazioni del naufragio costato la vita a 94 persone migranti, fra le quali c’erano 35 bambini, è stato scritto di suo pugno dalla senatrice, nella veste di avvocata della compagnia assicurativa pubblica Consap, ed è stato poi ritrattato dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi.
Lo stato, ha assicurato il ministro, pagherà. Le accuse delle opposizioni contro Bongiorno si aggravano. Anche perché, come ha potuto ricostruire Domani, Bongiorno è stata nominata meno di due settimane fa legale della partecipata di cui il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, leghista pure lui, ha provveduto a cambiare i vertici quest’estate, in pieno governo Meloni. Nei dodici anni prima non si segnalano casi di uguale rilevanza con la Concessionaria servizi assicurativi pubblici, partecipata al cento per cento dal Mef.
A giugno il ministro leghista Giorgetti, dopo che le cronache hanno raccontato di accesi diverbi, ha deciso di nominare come nuovo presidente Sestino Giacomoni, ex deputato fedelissimo di Silvio Berlusconi, e ha confermato come amministratore delegato Vincenzo Sanasi d’Arpe.
Mauro Masi, amministratore delegato Consap dal 2011 al 2014, presidente e amministratore delegato dal 2014 al 2020, e poi presidente fino al 2023, dice a Domani che finché c’era lui non si è mai avvalso dello studio Bongiorno: «Io come amministratore delegato non le ho mai affidato incarichi, e non è accaduto nemmeno quando passavano in consiglio di amministrazione. Ovviamente non so se vale lo stesso per i direttori generali che hanno autonomia di spesa, ma io non ne sono a conoscenza». Consap ha invece preso tempo spiegando che prima di rispondere deve consultare il suo ufficio legale.
Bongiorno, esponente di punta della Lega e anche presidente della commissione Giustizia di Palazzo Madama, ha riferito, poche ore prima della presa di posizione di Piantedosi, che il suo compito nel processo sul naufragio è terminato: «In merito alla questione Consap lo studio legale di cui sono titolare ha illustrato una questione giuridica rilevante che si affaccia per la prima volta in un’aula giudiziaria. Il nostro incarico era estremamente circoscritto ed è iniziato e si è concluso con l’intervento dell’avvocato Francesco Colotti all’udienza del 15 novembre». A quanto risulta a Domani, l’incarico le è stato affidato il 6 novembre scorso.
Il giorno stesso della nomina, Bongiorno ha redatto la memoria difensiva, e mercoledì, nella veste di rappresentante di Consap e Sara assicurazioni, impresa designata per la Calabria, lo studio legale Bongiorno ha chiesto l’estromissione del Fondo garanzia delle vittime della strada e di incidenti nautici. Nel testo si sosteneva che il natante naufragato non era stato utilizzato per diporto né adibito a trasporto pubblico, e per questo non può essere assoggettato al codice delle assicurazioni che regola anche l’intervento del fondo di garanzia.
Lo studio legale Bongiorno e la senatrice, contattati da Domani, più volte sollecitati non hanno ancora risposto alla domanda se hanno avuto altri incarichi da Consap prima di questo governo, e quanto la spa pubblica abbia pagato il mandato dato a Bongiorno. Non è chiaro, inoltre, quale sia il compito specifico affidato alla senatrice concluso con la sola presentazione della memoria, né se adesso si occuperà degli sviluppi.
Il passo indietro
Intanto il governo ha ritenuto di fare un passo indietro. Il ministro Piantedosi, in passato capo di gabinetto del vicepremier e segretario della Lega Matteo Salvini, ha riferito che l’orientamento non è più quello di Bongiorno: «Lo stato – ha detto a margine della manifestazione conclusiva del Pon 2014-2021 in corso a Crotone – non si gira assolutamente dall’altra parte e farà tutto quello che gli compete per indennizzare le vittime di questa drammatica tragica sciagura accaduta a febbraio».
Secondo il ministro dell’Interno la richiesta presentata dalla senatrice «è un dato formale, una di quelle eccezioni processuali che si fanno in contesti giudiziari, ma lo stato non si volta dall’altra parte». Giovedì era già intervenuto anche il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, con frasi che avevano fatto presagire il passo indietro di Bongiorno: «La questione è giuridica. Sarà l’avvocatura dello stato a decidere il da farsi». Ma al di là della questione del risarcimento, nessuno ha commentato il potenziale conflitto di interessi, tutto interno al governo e alla Lega, sulla nomina di Bongiorno ottenuta da una società partecipata dal ministero di Giorgetti.
La lista testi
L’avvocato Francesco Verri, tra i legali delle famiglie delle vittime, contattato da Domani spiega: «Dire che se ne occuperà l’avvocatura dello stato significa sconfessare quello che ha fatto Consap e lo studio di avvocati coinvolto da Consap. Che Tajani chiami in causa l’avvocatura significa che chiede un parere interno».
Piantedosi «chiama cavillo la posizione dello studio esterno: mi pare coerente con Tajani. Allo stesso tempo Bongiorno parla di un incarico limitato, ma loro si sono costituiti in giudizio, e da soggetto costituito hanno chiesto l’estromissione, ma prima ancora di costituirsi avevano depositato anche una lista testi con due consulenti».
Si tratta dell’avvocato Stefano Zunarelli di Bologna, e dell’avvocato Giuseppe Ciliberti di Roma, entrambi esperti di diritto della navigazione, dei trasporti e delle assicurazioni. La finalità della loro testimonianza è esplicita (e firmata da Bongiorno in persona): «Potrà chiarire gli scopi statutari di Consap S.p.A. e la sua estraneità rispetto a asseriti obblighi risarcitori», estendendo l’interpretazione praticamente a tutti i naufragi, visto che «riguarda incidenti della specie di quello per cui v’è processo ma anche l’ambito di applicazione delle normative nazionali ed europee in materia di navigazione e di assicurazioni, in particolare nelle ipotesi di sinistri marittimi a seguito di eventi migratori via mare».
Verri commenta: «Non mi sembra il comportamento di chi rende un parere e basta, ma significa essere entrata nel processo, anche se con la speranza di uscire». E adesso si chiede: «Ha rinunciato al mandato? Le è stato tolto? Lunedì vedremo il fascicolo per cercare di capire cosa è accaduto». E ribadisce: «Insomma, il compito di Bongiorno non sembra affatto circoscritto».
La decisione
Il collegio del Tribunale di Crotone, presieduto da Edoardo D’Ambrosio, dovrebbe decidere nel merito il prossimo 29 novembre. Verri aggiunge: «Risarcire non implica coinvolgimenti dello stato nel naufragio, quello dello stato è un fondo che subentra in mancanza di assicurazione. Chiaro che costa soldi, ma altrimenti gli orfani restano senza.
Non ci sono solo quei 94, bisogna aggiungere i dispersi: parliamo di 120 morti». L’appello resta: «Lo stato ritiri la propria domanda di fuoriuscire dal processo». Il governo ha tempo fino alle 9 del 29 novembre. Il ministro Piantedosi finora è stato sibillino, venerdì sera non ha specificato in che modo lo stato interverrà e da allora fino a ieri pomeriggio non è più intervenuto: «Non voglio fare l’accusa o la difesa di Consap, che è sicuramente uno strumento operativo dello stato, ma poi agisce secondo logiche sue. Lo stato ha articolazioni che vanno oltre Consap». La partita, conclude il legale dei familiari delle vittime, può valere 150 milioni di euro: «Ci sono oltre cento morti, nessuno vuole speculare».
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