Dopo la morte della governatrice di Forza italia, il fedelissimo di Salvini Nino Spirlì diventa il nuovo presidente. Il Carroccio gli vuole affiancare un “team di supporto"
- La presidente della regione Calabria, Jole Santelli, è morta ieri a causa di un tumore. Al suo posto subentra il vicepresidente Spirlì, in quota Lega.
- Si definisce «omosessuale a tempo perso e cattolico praticante», non ha esperienza di amministrazione ma è diventato il braccio destro di Salvini in Calabria.
- Dovrebbe rimanere in carica solo per l’ordinaria amministrazione e convocare elezioni entro 60 giorni, ma con la pandemia questo è reso più complicato. Così, la Lega ha deciso di affiancargli un “team di supporto”
La politica non si ferma, come nemmeno l’attività amministrativa, e la Calabria è costretta a voltare pagina nel modo – e nel momento storico – peggiore. La presidente della regione Calabria, Jole Santelli, è morta il 15 ottobre a causa di un tumore: era stata eletta il 15 febbraio scorso in quota Forza Italia, prima donna alla guida della giunta regionale.
Santelli, avvocata cinquantaduenne cresciuta nello studio di Cesare Previti, ex socialista e poi transitata nel partito di Silvio Berlusconi nel 1994, deputata per vent’anni, era stata sostenuta dalla coalizione di centrodestra che puntava a riconquistare la Calabria dopo il doppio mandato del democratico Mario Oliverio.
Il suo profilo di moderata era stato preferito a quello dei colleghi uomini - primo tra tutti l’ex sindaco di Cosenza Mario Occhiuto - per contendere la regione al centrosinistra: determinante per la sua candidatura era stata la spinta di Berlusconi, di cui lei era donna di fiducia. La richiesta di candidarsi era arrivata direttamente da Arcore e Santelli, già malata e in cura per una grave forma tumorale, si era immediatamente messa a disposizione. «Ho consultato solo il mio oncologo, che mi ha dato il via libera», aveva raccontato durante la campagna elettorale.
Il successore
Ieri è stato il giorno del dolore per la politica locale e nazionale, ma le grandi manovre sotterranee in regione sono già cominciate e portano il marchio inconfondibile della Lega. A prendere il posto della presidente, infatti, sarà il suo vice, Antonino Spirlì.
Proprio il ruolo di vicepresidenza era stato preteso a gran voce dal Carroccio come contropartita per il passo indietro sul nome del candidato, nonostante il mezzo flop rimediato alle urne. Alle regionali, infatti i voti di Salvini si erano praticamente dimezzati rispetto alle europee, passando dal 22 per cento al 12 per cento.
Antonino detto Nino
Antonino detto Nino Spirlì, cinquantotto anni, nato a Taurianova, è il volto inconsueto della Lega al Meridione. Si definisce «omosessuale a tempo perso e cattolico praticante» e, prima di approdare al Carroccio, aveva trovato casa in tutti i partiti di centrodestra: responsabile del dipartimento Cultura di Forza Italia nel 2014, era passato allo stesso ruolo in Fratelli d’Italia, con cui aveva rotto i rapporti nel 2017 per arrivare alla corte di Salvini, in cerca di una squadra di dirigenti in Calabria.
Il suo profilo professionale è peculiare: nel curriculum si legge «tenente di cavalleria in congedo» e sono elencate le sue attività di attore prima e di autore di format televisivi poi: cresciuto nella squadra di Mediaset, ha firmato la trasmissione Forum, il reality show La fattoria ed è stato per 12 anni autore di televendite per Publitalia 80.
Lui, che alle regionali del 2020 non era nemmeno candidato in lista con la Lega, è stato comunque scelto da Santelli per la vicepresidenza e un assessorato con deleghe importanti come la Cultura, il Commercio e la Legalità.
All’origine della nomina e del sorpasso dei quattro eletti in consiglio regionale in quota Lega, hanno pesato la sua amicizia ventennale con la presidente ma soprattutto la sponsorizzazione di Matteo Salvini, di cui è uomo forte in Calabria. All’indomani dell’elezione, Santelli scelse Spirlì dopo un colloquio a due con il leader del Carroccio, deciso a mettere un piede nella giunta calabrese. Nei pochi mesi di mandato, il neo vicepresidente ha fatto parlare di sé più per le dichiarazioni ai comizi della Lega che per l’attività di giunta.
Durante un dibattito organizzato dalla Lega a Catania, disse: ««Dirò negro e frocio fino all’ultimo dei miei giorni» e attaccò quella che lui definiva «la lobby frocia che ti impedisce di chiamare le cose col loro vero nome».
Il team di supporto
Così la Lega ha ottenuto, seppure a tempo, la guida della sua prima regione del sud: Spirlì sarà presidente facente funzioni per la gestione dell’ordinaria amministrazione, in attesa di nuove elezioni che la legge regionale prevede entro sessanta giorni, con il consiglio regionale sciolto entro dieci giorni e la giunta dimissionaria in carica solo per gli affari correnti.
Eppure le incognite sul suo mandato sono molte. In piena pandemia è difficile ipotizzare sia quali siano i limiti dell’ordinaria amministrazione, sia se possano essere celebrate nuove elezioni in pieno inverno e in potenziale lockdown. Tanto che, dopo la morte di Santelli, nel centrodestra si è fatta largo un’ipotesi: che la Lega, proprio perché al corrente del precario stato di salute della candidata, abbia per questo imposto un suo uomo alla vicepresidenza.
Spirlì, nella sua prima dichiarazione da presidente facente funzioni, ha scelto un profilo sobrio, ricordando Santelli: «Non saranno giorni semplici quelli che ci vengono incontro, ma faremo di tutto per non disperdere il suo patrimonio umano, politico e amministrativo».
Non a caso il responsabile amministrativo della Lega in Calabria, Walter Rauti, ha parlato di «compito da far tremare i polsi» e annunciato che la Lega invierà una «team di supporto» da affiancare al portabandiera Spirlì, che non ha alle spalle alcun incarico di amministrazione e si troverà a gestire partite politiche complicate, dalla gestione del virus alla crisi economica.
Cosa sia e da chi sia composto questo team non è ancora dato saperlo: potrebbe essere una squadra di amministratori di fede leghista e comprovata esperienza, magari provenienti dal nord. Potrebbe essere un team più politico, che fissi in Calabria un avamposto salviniano da cui costruire l’allargamento al Meridione. Certo è che Salvini non si farà scappare l’occasione della prova di governo, anche nell’ottica di puntare alla candidatura di un presidente leghista quando si tornerà alle urne.
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