- Nel 1994 era stato Umberto Bossi a presentarsi alla manifestazione per il 25 aprile di Milano. A quasi trent’anni di distanza capita di vedere personaggi come Galeazzo Bignami, schizzato dal Fronte della Gioventù nel quale militava da adolescente, al governo di Meloni dove ora è viceministro ai Trasporti, cercare di smacchiare dalla nostra memoria collettiva l’immagine di lui travestito da gerarca fascista.
- Di anno in anno l’arco delle possibilità di governo slitta sempre più a destra, i cordoni sanitari si spostano, e l’atto di scendere in piazza per la Resistenza assume un senso per l’attualità.
- A Milano assieme a 100mila persone arriva Elly Schlein per il primo 25 aprile da segretaria, in Emilia ci si ritrova a Monte Sole e nelle piazze. A Roma compare Landini, mentre Conte opta per un’agenda solitaria.
Nel 1994 era stato Umberto Bossi, l’allora leader leghista, a presentarsi alla manifestazione per il 25 aprile di Milano. A quasi trent’anni di distanza capita di vedere personaggi come Galeazzo Bignami, schizzato dal Fronte della Gioventù nel quale militava da adolescente, al governo di Meloni dove ora è viceministro ai Trasporti, fare capolino della manifestazione di Bologna e cercare di smacchiare dalla nostra memoria collettiva l’immagine di lui travestito da gerarca fascista.
Di anno in anno l’arco delle possibilità di governo slitta sempre più a destra, i cordoni sanitari si spostano, e l’atto di scendere in piazza per la storia della Resistenza assume inevitabilmente un senso per l’attualità.
Elly Schlein a Milano
Il fazzoletto dell’Anpi al collo, lo striscione «Nata dalla Resistenza»: questo è il primo 25 aprile per Elly Schlein da segretaria del Partito democratico, e il corteo di Milano la ha accolta tra gli applausi.
Qui per il corteo nazionale si sono radunate decine di migliaia di persone: «Siamo centomila!», ha fatto sapere nel pomeriggio l’Associazione nazionale partigiani d’Italia che ha costellato tutta Italia di eventi per il giorno della Liberazione dal nazifascismo.
Il sindaco Beppe Sala ha lanciato un messaggio alla premier Giorgia Meloni: «Dica che è antifascista, ci metta la faccia!»; la lettera consegnata da Meloni alle pagine del Corriere della Sera non lo ha convinto per svariate ragioni. Ci ha pensato «Mattarella a ristabilire per noi la Storia», ha detto il sindaco, in sintonia con altri primi cittadini dem, che hanno riconosciuto nelle parole del presidente della Repubblica su Resistenza e partigiani il vero contraltare di Meloni, l’argine etico, discorsivo e istituzionale alle spinte meloniane per normalizzare l’estrema destra.
Nelle scorse settimane Milano era stata l’epicentro di una protesta su scala europea contro gli attacchi del governo Meloni alle famiglie arcobaleno e ai diritti delle minoranze. Questo martedì è stata il luogo dove ritrovarsi per celebrare la Resistenza: il 25 aprile del 1945 il Comitato di liberazione nazionale dell’Alta Italia ha ordinato l’insurrezione generale di tutti i gruppi combattenti, e in una Milano in sciopero sono arrivati partigiani da tutte le zone circostanti.
La resistenza emiliana
«Non ci sarà mai posto sul palco di Monte Sole per persone che hanno preso posizioni discriminatorie o che hanno manifestato nostalgia per il fascismo. Non abbiamo invitato a salire sul palco né La Russa, né Fontana, né Meloni». Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto ed ex presidente del Pd, ha lanciato un messaggio netto, mentre frotte di emiliani si raggruppavano in direzione del sacrario di Monte Sole, meta di un pellegrinaggio laico anche per tanti bolognesi ogni 25 aprile.
Chi è rimasto nel capoluogo emiliano si è ritrovato anzitutto al Pratello, a cantare “Bella ciao” assieme ai bimbi del Coro R’esistente. E ovviamente in Piazza Maggiore. «Ricordate, cari concittadini bolognesi, la Memoria è il nostro orgoglio. Quella Memoria che per anni abbiamo dovuto difendere e che tuttora difendiamo contro attacchi palesi o nascosti dietro a un velo di revisionismo e ipocrisia», ha detto il sindaco dem Matteo Lepore, che ha ringraziato Mattarella per la sua difesa della Costituzione.
E ha ringraziato anche gli esponenti del governo presenti. Tra questi ha fatto capolino – oltre alla bolognese ministra dell’Università Anna Maria Bernini – anche Galeazzo Bignami, oggi viceministro ai Trasporti, già prima esponente locale di Fratelli d’Italia, noto non solo per la foto travestito da gerarca fascista, ma anche per le spedizioni anti-migranti. Nel 2019 Bignami e Marco Lisei da esponenti di FdI hanno messo online un video esibendo i nomi degli inquilini immigrati sui citofoni degli alloggi popolari; dopo l’intervento del garante il video è stato rimosso, ma Bignami viceversa è stato promosso da Meloni fino ad arrivare al governo.
Roma e l’opposizione
Nella capitale è arrivata una risposta di piazza importante al primo governo di estrema destra: circa 10mila persone hanno sfilato, in una manifestazione per il 25 aprile che così partecipata non si vedeva da anni. Il sindaco dem Roberto Gualtieri ha puntato politicamente sull’evento, non solo con il suo discorso ma anche con l’annuncio della deposizione di una targa in via Rasella e con l’organizzazione di una Festa della Resistenza ricca di eventi culturali a Garbatella.
A Roma è intervenuto anche il segretario della Cgil Maurizio Landini, che ricordando l’assalto alla sede del suo sindacato ha lanciato una stoccata al governo: «Sciogliere i partiti neofascisti varrebbe più di ogni dichiarazione».
Nelle stesse ore, il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha onorato il 25 aprile con una visita al museo della Liberazione: niente fronte unito dell’opposizione, perlomeno se si osserva la disposizione dei leader nelle piazze.
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