A fronte della richiesta del governo di tornare in aula in questa data, solo Abruzzo, Val D’Aosta e Toscana hanno fatto rientrare in presenza gli studenti medi
Sempre più sfiduciati e abbandonati gli studenti medi sono tornati a protestare in tutta Italia dopo che le promesse di un ritorno in classe sono state azzoppate dalla decisione della maggioranza delle regioni di prolungare la didattica a distanza (Dad). Solo gli studenti di Abruzzo, Toscana e Valle d’Aosta sono tornati in classe oggi, 11 gennaio mentre quelli del Trentino hanno fatto ritorno tra i banchi il 7 gennaio. A fronte della richiesta del governo di tornare in aula in questa data, tutte le altre regioni hanno infatti emanato un’ordinanza che posticipa la didattica in presenza per gli studenti delle superiori, autorizzando però, in alcuni casi, il rientro per medie ed elementari.
«Peggio di un mese fa»
«La situazione rispetto a un mese fa è peggiorata in maniera sempre più grave»: racconta Luca Redolfi, responsabile nazionale dell’Unione degli studenti, che spiega come «a dicembre gli studenti si sono fidati delle promesse del governo di un ritorno in aula a gennaio». Ma ora, di fronte alle ordinanze regionali che prolungano la Dad e alle parole di chi come il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, già evoca una nuova chiusura in caso di dichiarazione della zona rossa, è chiaro che la situazione è ormai ai limiti «a causa della mancanza di certezze su un vero ritorno tra i banchi». Un’incertezza «drammatica» come ricorda un recente rapporto di Save The Children che ha evidenziato il rischio di abbandono scolastico per 34mila studenti. Redolfi sottolinea inoltre «l’assenza di istruzioni per l’esame di maturità» e il disagio causato dalla Dad agli studenti che non dispongono sempre di connessione internet e vengono per questo segati assenti. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, ha detto di condividere le ragioni della protesta.
Da Salerno a Milano
«Le proteste di oggi hanno coinvolto tutta Italia da Salerno a Milano dove i ragazzi si raduneranno nel pomeriggio davanti alla regione»: spiega Redolfi che specifica come alcune proteste si fossero già svolta in occasione del rientro a scuola di medie ed elementari il 7 gennaio. A Torino ad esempio i ragazzi avevano già fatto un presidio davanti alle scuole seguendo le lezioni telematiche di fronte ai loro istituti. Per questo oggi, gli studenti sono tornati in piazza con un flash mob inscenando un cantiere a simboleggiare la necessità di ricostruire la scuola distrutta dal Covid-19. Proprio “Cantiere scuola” è il nome scelto per l’iniziativa dell’Uds volta a rilanciare la scuola «al di là del semplice interrogativo sul ritorno della didattica in presenza».
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