La Camera ha dato l’ok unanime alla legge sull’oblio oncologico. Il testo, approvato con 281 voti a favore e nessun contrario, passerà dunque al Senato. L’obiettivo è di prevenire le discriminazioni e tutelare i diritti delle persone che hanno avuto, in passato, malattie oncologiche.

È frutto di un accordo bipartisan, con anche la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che aveva chiesto pubblicamente «di arrivare nel più breve tempo possibile» ad una norma di questo tipo.

Cos’è l’oblio oncologico

Ma cos’è l’oblio oncologico? Il concetto si scontra con il tabù della malattia e riguarda il diritto, soprattutto per chi l’ha superata, di non essere identificato con la patologia. In altre parole «Io non sono la mia malattia», secondo uno slogan utilizzato dalle associazioni che stanno chiedendo da tempo un intervento legislativo sul tema.

L’oblio è un concetto giuridico ampio, che già riguarda il diritto alla dimenticanza di reati già espiati, o vicende del passato che non si vuole vengano riproposte. L’oblio oncologico si riferisce a una sfera altrettanto delicata per le persone: la storia clinica.

Chi è stato malato di tumore può essere a rischio di discriminazione, per esempio quando chiede un mutuo, quando si sottopone a un colloquio di lavoro, quando vuole adottare un figlio o sottoscrivere una polizza assicurativa. Leggi di questo tipo sono già disponibili, ad esempio, in Francia, Belgio, Lussemburgo e Paesi Bassi.

La nuova legge

La nuova legge intende imporre il divieto, da parte del datore di lavoro, di banche, assicurazioni e tribunali, di indagare sulle malattie che ha avuto un individuo, proprio per evitare questo rischio di pregiudizio, almeno per chi ha concluso le terapie da 10 anni.

L’Unione europea ha già approvato una risoluzione sul tema a febbraio 2022. Si chiede che «entro il 2025, al più tardi, tutti gli stati membri garantiscano il diritto all’oblio a tutti i pazienti europei dopo dieci anni dalla fine del trattamento e fino a cinque anni dopo la fine del trattamento per i pazienti per i quali la diagnosi è stata formulata prima dei 18 anni di età».

Un milione di persone

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In Italia la deputata di Italia viva Maria Elena Boschi è prima firmataria della proposta di legge approvata alla Camera. «Oggi si conclude una prima importante tappa di un lavoro che viene da lontano, condiviso dentro e fuori dal parlamento, che serve a dare una risposta concreta per la vita delle persone», ha detto Boschi.

«Ci sono oltre un milione di persone che sono guarite da una malattia oncologica per la scienza, eppure hanno un trattamento diverso quando devono chiedere un mutuo per comprare casa, un prestito per acquistare un'auto o addirittura se vogliono essere padre e madre chiedendo l'adozione di un bambino. Una vera e propria ingiustizia che la nostra legislazione ha tollerato. Ora abbiamo la possibilità di fare un passo in avanti».

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